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Sei in: MOTO - ITALIA GIAPPONE E RITORNO - DIARIO DI VIAGGIO - GIORNO 55

ITALIA - GIAPPONE E RITORNO
3.6/31.7.2011 - km 33.876

Andata
10 11 12 13 14 15 16 17 18  
Corea
19 21 22 23 24 25 26 27 28  
Giappone
29 30 31 32 33 34 35 36 37 38

(Altaj: 49/51)

 
Ritorno
39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59
Conclusioni
Ringraziamenti
Motoguida

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27.7.2011 - mercoledì - giorno 55
Kuznetsk (5.35) [+2]
35 km est Gagarin (18.55) [+2]
km 900
viaggio h 13.20, guida h 11.20

Gps Garmin
GPX
Google Earth

Fotoalbum del giorno


Parto dal caro albergo: 1.600 rubli! (€ 40). Troppo per la Russia (a parte i grandi alberghi e alcuni nelle grandi città).


Ma la cosa che mi ha fatto arrabbiare ieri sera, e reso inaccettabile questo costo, è che, mancando la corrente (come è successo all'ultimo distributore), non funziona nemmeno l'aria condizionata. Ora, tra i motivi per cui costa tanto c'è anche la presenza del condizionatore. Quando me ne accorgo, torno all'ingresso e chiedo una riduzione del prezzo, ma trovo poca flessibilità in questi russi. Alzo anche la voce, protestando per l'esosità del prezzo in rapporto alla situazione, ma non c'è niente da fare. Alla fine li mando a quel paese e vado a dormire.
Inbocco la lunga strada verso Mosca.


In questa prima parte la strada è a carreggiata unica, con solo due corsie. Condizioni discrete. Mosca è a 700 km; prevedo quindi di dormire oltre la capitale russa.
Poi la strada diventa a doppia carreggiata, ma non per molti chilometri.


Mi fermo a mangiare lungo la strada, in un tratto che stranamente è pieno di ristorantini; forse è un posto turistico.


Presso Ryazan molti russi fanno il bagno nel fiume Oka (anche oggi si toccano i 40°).


Passo accanto alla città storica di Ryazan, fondata nel 1095.


Il traffico aumenta: si sente la vicinanza di Mosca.
Ci sono dei tratti della strada letteralmente pieni di venditori ambulanti.


Il caldo si fa sentire e lo soffro un po'. Vedo quindi come un'oasi un caffè all'ombra sotto un ombrellone.


Arrivo alla grande circonvallazione di Mosca: sono ben 109 km, ma io devo percorrerne "solo" 44. Doppia carreggiata, numerose corsie, mi sbrigherò in mezzora... credevo!

Invece no: la situazione che vedo appena mi immetto nella circonvallazione è allucinante: 5 corsie + 1 di emergenza x 2 carreggiate; un totale quindi di 12 corsie... tutte piene!


Già, è piena pure la corsia di emeregenza (ovviamente è lì che mi ero subito buttato, cenrcando un varco); è piena di auto in panne! Generalmente auto il cui motore fuma, a causa della giornata calda e, immagino, dello stato precario di manutenzione e dell'anzianità di molte auto russe.
Auto in panne comunque si trovano in tutte le 6 corsie, anche quelle di sorpasso. E così capita di trovare improvvisi e apparentemente immotivati rallentamenti e dover frenare improvvisamente per un'auto ferma in mezzo alla carreggiata.
40°, in moto, in mezzo a un'autostrada in queste condizioni; un incubo!
Devo uscirne e alla svelta.
Provo un po' a passare tra le file di auto, ma i russi non sono tanto ordinati da permettere di compiere la manovra in sicurezza. Non che mi ostacolino, ma semplicemente mi ignorano.
Allora noto che la barriera spartitraffico è stata di recente sostituita con una New Jersey, che occupa meno spazio delle barriere spartitraffico tradizionali; in questo modo si è creato uno spazio supplementare, asfaltato, insufficiente per un'auto, ma sufficiente per una moto. O almeno, per una moto "normale"; io in effetti sono largo un metro, non poco per una moto, ma comunque meno di certe moto "normali" con le borse laterali aggiunte. Sfrutto quindi la compattezza della Gold Wing e mi infilo nello spazio dello spartitraffico e in questo modo percorro circa 40 dei 44 chilometri che devo coprire della circonvallazione.
Dopo un po' noto che non sono l'unico motociclista a farlo. E così abbiamo provato anche questa: dopo il GRA di Roma (e non solo) fatto quasi tutto in corsia d'emergenza, ora il GRA di Mosca sullo spartitraffico!
Ma il massimo è quando vedo passare in questo modo anche un'ambulanza, che spesso sale con le ruote di sinistra sulla barriera in cemento (un'ambulanza è infatti più larga di una moto!).


Finalmente arriva la mia uscita, la M1, l'autostrada per la Bielorussia. Noto che il cartello porta come direzione Smolensk (in Russia) e Brest (in Bielorussia), ma non Minsk (capitale della Bielorussia): piuttosto strano visto che Brest è in Bielorussia, al confine con la Polonia. Sarebbe come se in Italia sulla Roma-Genova indicassimo Perpignano (in Francia, al confine mediterraneo con la Spagna), invece che Genova o, al limite, Marsiglia. Segno che i russi sentono ancora la Bielorrusia come "loro", non completamente abituati alla perdita dell' "impero".


La M1, la strada per Smolensk-Minsk-Brest è buona.


La percorro per 125 km, al sole calante, poi mi fermo a dormire 35 km prima di Gagarin.

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