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Sei in: MOTO - ITALIA GIAPPONE E RITORNO - DIARIO DI VIAGGIO - GIORNO 31

ITALIA - GIAPPONE E RITORNO
3.6/31.7.2011 - km 33.876

Andata
10 11 12 13 14 15 16 17 18  
Corea
19 21 22 23 24 25 26 27 28  
Giappone
29 30 31 32 33 34 35 36 37 38

(Altaj: 49/51)

 
Ritorno
39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59
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3.7.2011 - domenica - giorno 31
Fukuoka (8.50) [+7]
Tarumizu (19.50) [+7]
km 567
viaggio h 11.00, guida h 8.02
Gps Garmin
GPX
Google Earth

Fotoalbum del giorno

Stamattina parto tardi, ma è inevitabile, visto che mi sono coricato dopo mezzanotte, con tutti i problemi del tagliando alla moto di ieri.
Sono infatti le 8.50 quando esco dal garage dell'albergo, svicolando a lato della sbarra chiusa. Esco da Fukuoka, percorrendo i suoi svincoli sopraelevati e la sua cara circonvallazione.


Punto verso ovest; infatti il primo obiettivo di oggi è raggiungere il punto più occidentale del Giappone, o meglio, di una della sue 4 isole principali, collegate tra loro da ponti stradali (o tunnel ferroviario nel caso di Hokkaido). Questo "capo ovest" è presso l'isola di Hirado, anzi la stessa isola è collegata a Kyushu da un ponte, quindi decido di arrivare su questa isola, posta a meno di 170 km dalla Corea, ad un longitudine di 129° 30' E.
Noto dei campi da golf recintati da alte reti; immagino sia per il poco spazio a disposizione. Non so se siano diffusi anche in Italia (vicino a casa mia c'è un bel campo di golf "trazionale" da 18 buche), ma mi sembra deprimente giocare così a golf, in gabbia.


Oggi è domenica e ho qualche difficoltà a trovare distrubutori aperti, tranne i self service. Ma avete mai provato a fare benzina in un self service giapponese?
Ecco le istruzioni:


Per fortuna ci riesco (ancora non ho capito come) e continuo il percorso più tranquillo. Mangiare e fare benzina sono le prime cose per un motoviaggiatore. Ma mentre il mangiare lo puoi, fino a un certo punto, rinviare, fare benzina no: è necessario.
Arrivo a Hirado, ma il tempo non è buono: piove e, soprattutto, avvicinandomi allo stretto canale che la separa da Kyushu, c'è un vento fortissimo (nonostante la nebbia); il rosso ponte mi fa venire in mente il Golden Gate. Peccato non riuscire a fotografarlo bene, ma sono impegnato soprattutto a restare in piedi con la moto e quindi questo è il massimo che riesco a fare dal punto di vista fotografico.
                                                                                   

Avrei voluto girare di più questa isola di Hirado, ma il brutto tempo (pioggia, nebbia e vento) mi induce a tornare indietro, anche percho ho altre mete da raggiungere oggi, innanzitutto la fabbrica Honda.
Tornato su Kyushhu attraverso il solito ponte, punto a est e poi, ripresa l'autostrada, a sud, passando non lontano da Nagasaki, l'altra città vittima nucleare. Non c'è il tempo per visitare anche Nagasaki, ma voglio ricordarla, perchè ha subito la stessa distruzione di Hiroshima, appena pochi giorni dopo.
Pranzo sulla strada, in un "American Hamburgers". Simpatica la signora titolare.


Trovo anche un grande centro Bridgestone, ma, per quanto sia fornito, le mie gomme non ci sono.


Riprendo l'autostrada e certo si guida più tranquilli, perchè in Giappone le strade ordinarie sono proprio strette e trafficate.
In una stazione di servizio incontro due grosse Harley, ma i motociclisti mi ignorano completamente; sono inoltre, stranamente, parcheggiate fuori posto.


Parcheggio quindi la mia nel solito posto riservato alle moto (e coperto).
Oltre 34 °. Ma, oltre al caldo, dà fastidio l'umidità.
Arrivo a Kumamoto. Qui ha sede la nuova grande fabbrica Honda, costruita di recente. In questa (che ormai è la principale fabbrica Honda in Giappone) sono costruiti molti modelli di punta e soprattutto sarà costruita (o probabilmente già ci stanno lavorando in segreto) la nuova Gold Wing.
Da molti anni ormai la Gold Wing è costruita in USA, che è il suo principale mercato, ma da circa un anno la fabbrica USA è stata chiusa (Honda adesso la utilizza per produrre auto, più remunerative in quel mercato) e, dopo un anno in cui in pratica non sono state prodotte nuove Gold Wing, si prevede che dall'anno prossimo uscirà qualcosa di nuovo da questa fabbrica.
La Gold Wing ha una lunga storia: il primo modello è stato prodotto nel 1974, in Giappone: era un 1000; poi è arrivato il 1100, il 1200, il 1500 e il 1800.
Sono emozionato: la visita della fabbrica di Kumamoto è un punto importante del mio viaggio, uno di quei "punti fermi", fissai fin dalla sua progettazione.
Ho detto visita, ma in effetti non sarà una visita. Non voglio qui ripercorrere tutti i dettagli, ma in pratica Honda Japan, pur se contattata, se ne frega di me e del mio viaggio. Per loro uno motociclista che, da solo, viaggia per un mese e 16.000 km dall'Italia al Giappone, attraverso tutta l'Asia, tra cui la Siberia con le sue infide strade su una moto stradale certo non progettata per quei percorsi, e con già 700.000 km sotto le ruote, non è di alcun interesse.
Non pretendevo il tappeto rosso, ma almeno una stretta di mano.
Sono alla periferia di Kumamoto, sulla strada che porta nella zona della fabbrica. Improvvisamente vedo il cartello "Honda" che indica la direzione della fabbrica.
Ci siamo! proseguo ancora per meno di 1 km e infine ci arrivo. Eccola, eccola, la grande fabbrica Honda di Kumamoto.
Il cartello mi dà il benvenuto: "Welcome Honda".


"Welcome Honda" un cavolo! Non mi fanno entrare!
Mi bloccano all'ingresso, e, per quanto metta in campo tutta la mia tecnica di convincimento (ampiamente collaudata in anni e centinaia di migliaia di km di viaggi) non c'è verso; i sorveglianti all'ingresso non mi fanno passare.
Parcheggio la moto all'ingresso.


Ma non demordo. Sfrutto il senso dell'autorità insito nei giapponesi. Faccio loro capire che qualcuno nella fabbrica mi aspetta, perchè ho preannunciato il mio arrivo dall'Italia con una serie di e-mail.
Non è proprio vero che sto dicendo, poichè è vero che ho scritto delle mail a Honda Japan (tramite Honda Europa), ma è anche vero che loro non mi hanno risposto, o meglio mi hanno detto che non potevano darti retta. Ma questo ometto di dirlo ai soreglianti all'ingresso, che tra l'altro (come la maggior parte dei loro connazionali) capiscono poco l'inglese).
Ottengo quindi qualche minuto, per attendere che dalla fabbrica venga qualcuno che parli inglese.
Dopo 5 minuti infatti arriva una dipendente Honda (in camice bianco) che mi chiede in inglese cosa voglio.
Ripeto la storia a lei, ma dicendole che capisco che Honda (purtroppo) non voglia darmi retta, ma almeno che mi permettano di fare una foto davanti alla fabbrica, dopo 16.000 km e un mese di viaggio dall'Italia.
Sorrido mentre lo chiedo, ma, di fronte alla sua esitazione, aggiungo che io di qua non me ne vado senza la foto; tanto per chiarire.
Permesso concesso. Seguo l'addetta Honda con la mia moto (ricorderò sempre il suo gesto di allacciare la cintura per percorrere con la sua auto i 200 metri del parcheggio) e finalmente arrivo davanti alla fabbrica.
Ce l'ho fatta! La Gold Wing è tornata a casa. Dall'Italia alla principale fabbrica Honda. Lecce-Kumamoto, km 16.321 in un mese.
                                                                                   

Non è il direttore della fabbrica che mi accoglie, ma mi accontento.


E ora cominciamo il lungo ritorno verso casa.
Proseguo verso sud e, dopo circa un'ora e mezzo, arrivo alla grande baia di Kagoshima.
Kagoshima è gemellata con Napoli, e in effetti qualcosa in comune ce l'hanno: clima mite (ormai sono a una latitudine di 31° 40'), una bella baia e... un preoccupatne vulcano all'orizzonte.
Il Sakurajima è un vulcano attivo, con una storia di devastanti eruzioni, anche recenti.
La baia e il vulcano (in primo piano alcune delle numerose acqua termali).


Per dare un'idea della potenza delle sue eruzioni, il vulcano era su un'isola in mezzo alla baia; dopo l'eruzione del 1914 non più, perchè la lava lo ha unito all'isola di Kyushu, sulla costa orientale della baia.


Alcune fasi di una delle sue ultime eruzioni.
     

La strada raggiunge le pendici del vulcano (quella che prima era un'isola: c'è anche una strada che ci gira tutto intorno lungo il mare) e poi continua verso sud, verso Capo Sata. Al capo arriverò domani, ormai è tardi ed è meglio trovare da dormire.
Campeggi anche qui non ne vedo e comunque, anche se oggi ha piovuto poco, minaccia pioggia.
Bell'albergo, prezzo onesto (temevo che il Giappone fosse più caro come alberghi).
Cena in albergo (pesce arrosto).
Per la cronaca, questo albergo ha la tazza-bidet più sofisticata trovata finora (multifunzione ed elettronica). Ormai mi hanno convinto: ne voglio una anch'io.


Le istruzioni sul collegamento internet (presente in camera) mi lasciano leggermente perplesso.


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