ITALIA - GIAPPONE E RITORNO
3.6/31.7.2011 - km 33.876
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24.7.2011 - domenica - giorno 52
Novosibirsk (8.12) [+5]
Abatskiy (18.46) [+4]
km 930
viaggio h 11.34, guida h 9.44
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Parto con comodo da Novosibirsk, dopo aver salutato Eugeniy. E’ bello avere un amico nel cuore della Siberia; una persona sulla quale, anche se ci si vede solo una volta l’anno (o meno), si può sempre contare, e che comunque rivedo sempre con piacere. Peccato non aver potuto dividere con lui questi tre giorni nell’Altaj.
E proprio a questi 3 giorni penso, mentre preparo i bagagli. Normalmente programmo tutto il programmabile, i miei viaggi proseguono con l’inesorabilità di in treno e difficilmente devio dal mio percorso; ma questa “deviazione” l’ho accolta con piacere e sono felice di averla fatta, perché mi ha permesso di scoprire una regione affascinante, nel pieno di una regione, la Siberia, da dove probabilmente non passerò più.
Ma ora guardiamo avanti; sono a km 7.300 da casa e credo di arrivare a destinazione in 8 giorni, il 31 luglio.
Esco da Novosibirsk, percorrendo nuovamente il ponte sul grande fiume Ob, pensando che proprio il ponte sul fiume è stata la causa della nascita di questa città, nata e poi sviluppatasi qui perchè qui i tecnici della ferroviaria transiberiana decisero di scavalcare il grande fiume.
Appena fuori città, incontro un piccolo gruppo di motociclisti russi. Uno di loro (di Novosibirsk) ha accompagnato fuori dalla città due amici, che ora continueranno con le loro moto verso Omsk, la mia direzione. Uno dei due riparte subito (ha una moto piccola e lenta), all'altro (con un'Africa Twin, quello grosso a sinistra nella foto) propongo di percorrere un tratto insieme.
Non è stata una buona idea. Infatti questo tratto di strada è molto trafficato e rovinato, con numerosi e lunghi koleiny che mi mettono in difficoltà. Lui con l'AT è abbastanza agile e sicuro, io con la mia moto pesante vado più piano.
La situazione si inverte nel traffico, dove io guido "a modo mio", cioè con superamento linee continue e sorpassi vari; quando vede come guido, soprattutto dopo una mia manovra "allegra" fatto poco prima di un posto di blocco della polizia, resta leggermente "terrorizzato" di possibili conseguenze con la polizia: mi fa segno di fermarci e ci rendiamo quindi conto che abbiamo stili di guida troppo diversi. Ci separiamo di comune accordo.
Qui mentre lo seguo.
Questo un tratto con koleyni. Non lasciatevi ingannare dalla foto: sono peggio di quel che appaiono.
La strada è piatta e, allontanatomi da Novosibirsk, migliora, anche per il minor traffico.
Accelero; non sto certo rispettando i limiti, ma cerco di non esagerare.
Incontro un numeroso gruppo di kazaki che, con tre grosse auto fuoristrada molto attrezzate, stanno compiendo un lungo raid, fino in Mongolia e ritorno.
Sono molto simpatici, mi chiedono anche del mio viaggio e di quello precedente in Mongolia. Parlano abbastanza inglese.
Certo che, con una spedizione così organizzata, è un altro viaggiare.
Il loro itinerario (foto del cofano di una delle 3 auto).
Ma come si fa ad andare piano su strade così, per centinaia di chilometri?
Sosta per pranzo in un posto con lavori in corso.
Arrivo ad Omsk e supero il grande fiume Irtys, affluente dell'Ob di Novosibirsk (per la verità, è anche più lungo dell'Ob al punto della confluenza, ma questa è la denominazione dei due fiumi).
Ad Omsk devo deviare dalla strada principale che andava verso Mosca. Questo perchè, dopo la caduta dell'URSS, un piccolo tratto di strada passa dal Kazakistan (dalla città di Petropavlosk, in kazako Petropavl). Continuare dritto significherebbe passare due frontiere (Russia-Kazakistan e poi Kazakistan-Russia), con conseguente perdita di tempo, necessità del visto kazako e del doppio (o triplo, che non posso avere) visto russo.
La Russia ha quindi costruito una strada che aggira il Kazakistan, rinnovando vecchie strade locali. Due anni fa, nel viaggio in Mongolia, la strada non era completa, ora spero che lo sia.
Superata Omsk, il cielo minaccia di brutto.
E poco dopo mantiene quello che minacciava.
Mi riparo al volo sotto una tettoia e aspetto che scampi il grosso del temporale.
Oggi ormai comunque ho fatto abbastanza strada (circa 900 km). Sono a circa 50 km dalla città di Abatskiy, dove, anche secondo le informazioni ricevute da Eugeniy, dovrebbe esserci un albergo comodo.
Arrivo ad Abatskiy e giro un po' alla ricerca dell'albergo; chiedo e lo trovo, su una strada laterale.
Il cortile interno dove parcheggiare la moto è tutto in terra e un po' fangoso, ma riesco a parcheggiare la moto.
Davanti all'albergo incontro un ragazzo russo (finalmente uno che parla inglese!), molto curioso del mio viaggio; mi fa un sacco di domnade; si vede che ha voglia di conoscere il mondo, anche se forse, da qui in una piccola cittadina della Siberia, avrà qualche difficoltà a realizzare i suoi sogni. Ciao Oleg, ti auguro di viaggiare per il mondo.
Prima di parcheggiare la moto per la notte, la riprendo per andare a cena in un ristorante dall'altra parte del paese.
Tornato in camera, ricomincia a tuonare. La moto è coperta, speriamo che domani sia una buona giornata.
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