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Sei in: MOTO - ITALIA GIAPPONE E RITORNO - DIARIO DI VIAGGIO - GIORNO 10

ITALIA - GIAPPONE E RITORNO
3.6/31.7.2011 - km 33.876

Andata
10 11 12 13 14 15 16 17 18  
Corea
19 21 22 23 24 25 26 27 28  
Giappone
29 30 31 32 33 34 35 36 37 38

(Altaj: 49/51)

 
Ritorno
39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59
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Motoguida

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12.6.2011 - domenica - giorno 10
Novosibirsk (19.42) [+5]
Novosibirsk (20.05) [+5]
km 15
viaggio h 0.23, guida h 0.23

Gps Garmin
GPX
Google Earth

Fotoalbum del giorno

La notte, questa notte trascorsa inaspettatamente nello stesso posto di ieri, è passata tranquilla. Ma ho pensato a lei, la mia moto, sola, in un’officina nel cuore della Siberia, mezza smontata, ferita, in attesa che mani esperte e soprattutto volenterose la rimettano in condizioni di marciare, e di andare avanti, non semplicemente di tornare a casa.
All’orario di apertura del meccanico (le 10: chiudono tardi, ma aprono anche tardi), sono già dal meccanico, per controllare la situazione (Eugeniy è sempre gentilissimo e mi accompagna con la sua auto).
Il meccanico ha smontato il manubrio, tolto il rivestimento plastico, arrivato quindi al ferro, il classico tubo: sulla Gold Wing non lo avevo mai visto. Ora cercherà di raddrizzarlo, dal lato destro, dove la botta è stata più forte; infatti a sinistra la moto è semplicemente scivolata, mentre e destra si è ribaltata.


Smontare il manubrio dalla Gold Wing non è semplice, non fosse altro per il caos che resta sulla moto dopo l’asportazione:


Mi dice anche che è riuscito a riparare gli specchietti, anche se non li ha ancora montati sulla moto: credo che dovrà usare delle viti extra per fissarli.
Il parabrezza è uscito "bellissimo": lo ha cucito con dei punti metallici e un filo di colla; ne manca qualche pezzo, coprirò i buchi con del nastro: chissà la faccia che faranno i giapponesi, tutti "precisini", quando vedranno una simile Gold Wing!


Le forcelle sembrano a posto. Deve ancora cominciare a riparare il baule, che voglio che almeno si chiuda, anche se il coperchio è un po' rotto.
In ogni caso (lo ribadisco al meccanico) la moto deve essere riparata con le risorse disponibili: non ho il tempo di aspettare pezzi di ricambio (dall’Europa o dal Giappone).
Se possibile, qualcosa la riparerò in Giappone, ma ne dubito: credo infatti che anche lì ci vorrebbe troppo tempo, sia per il lavoro occorrente, che per il fatto che, comunque, questa, anche se una moto “giapponese” (Honda) non è prodotta in Giappone, ma in USA; il Giappone infatti ne circolano pochissime.
Comunque, per riparare la moto bisogna prima smontarla e verificare esattamente i danni, solo dopo si possono ordinare i pezzi, anche se si fa il lavoro in Giappone. E io per tutto questo non ho tempo, anche se passerò davanti alla fabbrica Honda.
Qualche amico, sul forum in Italia, preso dall’entusiasmo, avanza l’ipotesi che Honda possa ripararmi la moto gratis o addirittura darmene una nuova, per la pubblicità che io indirettamente faccio loro guidando una simile moto in queste condizioni. Ma io non mi illudo; penso che, per dirla brutalmente, ai giapponesi non gliene frega niente; a Honda in particolare. Non gli interessa questa forma di pubblicità, sono abituati a lavorare a modo loro. Già ho avuto difficoltà a fissare un semplice appuntamento in Giappone per il cambio gomme, figuriamoci altro. Come ho detto prima, io passerò davanti alla nuova grande fabbrica Honda (a Kumamoto) che, contattata dall'Italia prima della partenza, ha perfino rifiutato di darmi un appuntamento. No, devo farcela con i miei mezzi; come al solito.
Non c’è altro che io possa fare qui, anche se preferirei comunque restare; ma devo tener conto anche di Eugeniy: non posso chiedergli di passare la domenica qui, accanto alla mia moto, nell’officina.
Ripasseremo dal meccanico stasera (il meccanico chiude alle 20). Se tutto sarà a posto, stasera prendo la moto e domani riparto. Sono ottimista.
Dovrei riuscire a raggiungere Vladivostok in 7 giorni invece dei previsti 8, in questo modo, avendo recuperato 2 giorni di viaggio, compenserò i 2 giorni di sosta e arriverò a Vladivostok la sera di domenica 19 giugno, come previsto, perfettamente in orario col traghetto del 22 (devo essere al porto almeno 2 giorni prima). Se ci fossero ritardi, dovrei rinviare il traghetto di una settimana (questa è infatti la cadenza della nave, ammesso di trovare posto il 29 giugno).
Saluto il meccanico (con le ultime raccomandazioni), una carezza alla moto


e per il resto della giornata seguirò Eugeniy e i suoi programmi. Stamattina breve giro turistico di Novosibirsk e nel pomeriggio gita in barca sul “mare” di Novosibirsk, il grande lago creato dalla diga sull’Ob.
Mattina in giro con Eugeniy per Novosibirsk.
Il teatro:


Il Museo, con Mammuth


e una delle prime moto usate in Siberia:


Lenin guarda sempre impassibile nella grande piazza centrale della città:


Il pomeriggio, con alcuni amici, andiamo sul grande lago artificiale a sud di Novosibirsk. Con un veloce motoscafo di un amico, arriviamo in un isoletta disabitata sul lago, dove sbarchiamo e montiamo una tenda e masserizie:


Prima abbiamo fatto abbondante rifornimento di carne e pesce da arrostire e, nonostante sia ancora presto per cenare, si comincia presto ad addentare qualcosa di saporito:


I russi mangiano "da paura", ma anche io non mi tiro indietro (nel bere però non li seguo):


Ho sempre però in mente la moto e quindi ricordo a Eugeniy che purtroppo dobbiamo rientrare; ma il mio amico non se lo era dimenticato e aveva organizzato il tutto in modo tale da rientrare in città velocemente.
Motoscafo fino alla spiaggia (affollata di bagnanti quasi come Rimini ad agosto),


taxi che ci aspetta a 100 metri e di corsa verso Novosibirsk! La corsa è in taxi è interessante: innanzitutto la tassista: una signora di mezza età, abbondantemente truccata, che guida… a piedi nudi!
Inoltre il taxi ha una caratteristica abbastanza comune tra le auto qui in Siberia, e che sarà sempre più frequente andando verso est: la guida a destra. Si tratta infatti di un’auto destinata al mercato giapponese, dove si guida a sinistra e quindi il volante è a destra. Poiché in Giappone le auto costano meno che in Russia, molti russi comprano auto in Giappone, sbarcano a Vladivostok e da lì le portano sui vari mercati russi, guidandole per giorni verso ovest; talvolta ne portano due alla volta, guidandone una e trainandone un’altra. Normalmente fanno questo in coppia: una guida e l’altro dorme, a turno.
Il governo russo, allarmato da questa “evasione fiscale” (e, spero, anche dal pericolo intrinseco che comporta guidare auto con guida a destra in un paese come la Russia dove si guida a destra) ha cercato di limitare questo fenomeno, ma sembra con pochi risultati, almeno a giudicare da quante ne vedo in giro.
La tassista quindi, prima di ogni sorpasso (e vi assicuro che, in pochi km, ne fa tanti!), si sporge a sinistra con manovre “acrobatiche” e un po’ azzardate, chiedendo ad Eugeniy (che le siede accanto, quindi a sinistra) se la strada è libera. La scena è abbastanza esilarante, ma mi fa anche un po’ arrabbiare perché, se già mi sembra strano che una persona, per risparmiare, si compri un’auto con guida a destra in un paese dove si guida a destra, considero proprio inaccettabile che lo faccia un incaricato di servizio pubblico come un tassista, mettendo quindi a rischio non solo la sua vita (e quella degli altri automobilisti), ma la mia, suo cliente!
Comunque arriviamo incolumi al meccanico.
Sono quasi le 20 (ora di chiusura dell’officina; ricordo che oggi è domenica). La moto è “riparata”, o quanto meno in condizioni di continuare il viaggio.


Non sarà facile completare il viaggio, però, perché le riparazioni non sono complete.
Sarebbe lungo dire tutto quello che ancora non è a posto, ma, per farla breve:
- le frecce non funzionano
- il cruise control non funziona: per me, che ci sono abituato, è una gran scocciatura, dovrò fare "a mano" 25.000 km
- il vetro della specchietto destro è rotto, ma si vede
- pezzi rotti o mancanti di carrozzeria
- il parabrezza non si alza: dovrò viaggiare col parabrezza abbassato, oltre che rotto con qualche buco, tappato con del nastro
- il baule non chiude, è tenuto da degli elastici
- il coperchio del baule è parzialmente rotto
- le forcelle non so come stanno: il meccanico ha detto che erano a posto e non ha fatto niente, io ho dei dubbi.
                        

Un breve giro di prova, pago il meccanico (5.000 rubli = 125 euro) e torno a casa con Eugeniy sulla sella posteriore (lui è senza casco, ma qui non è un problema per la polizia; io il mio me lo ero portato).
A casa di Eugeniy rimetto a posto alcuni particolari della moto, fino alle 22.
Ora il piano è semplice: domattina parto presto, e lo farò per tutta la prossima settimana; in questo modo recupererò un giorno e, col giorno già recuperato prima di arrivare qui, sono 2 giorni che compensano i 2 giorni persi per le riparazioni dopo l'incidente.
Quindi, se tutto va bene, domenica sera, tra una settimana, sono a Vladivostok, da dove mercoledì mi dovrei imbarcare per la Corea (devo arrivare prima per le formalità di imbarco moto).
Non guiderò veloce, guiderò MOLTO. Con prudenza, fermandomi se piove e non mi sento sicuro, ma guiderò molto.
IL VIAGGIO CONTINUA!

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