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Sei in: MOTO - ITALIA GIAPPONE E RITORNO - DIARIO DI VIAGGIO - GIORNO 17

ITALIA - GIAPPONE E RITORNO
3.6/31.7.2011 - km 33.876

Andata
10 11 12 13 14 15 16 17 18  
Corea
19 21 22 23 24 25 26 27 28  
Giappone
29 30 31 32 33 34 35 36 37 38

(Altaj: 49/51)

 
Ritorno
39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59
Conclusioni
Ringraziamenti
Motoguida

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19.6.2011 - domenica - giorno 17
S Habarovsk (6.44) [+9]
Vladivostok (20.50) [+9]
km 667
viaggio h 14.06, guida h 10.28

Gps Garmin
GPX
Google Earth

Fotoalbum del giorno

Questa, se tutto va bene, sarà l'ultima tappa in Russia, perchè mi condurrà finalmente a Vladivostok, da dove mercoledì 22 (fra tre giorni, oggi è domenica) mi imbarcherò per la Corea.
E' una tappa anomala perchè dirigerò non verso est, come ormai faccio da 2 settimane, ma verso sud; infatti dopo Habarovsk la strada dirige verso sud, costeggiando il confine cinese.
Questo tratto di strada è stato costruito da diversi anni... e quindi è una di quelli in peggiori condizioni, anche perchè piuttosto trafficato. Ogni tanto i soliti lavori in corso che mi costringono a deviazioni sterrate:


La strada corre molto vicino al giume Ussuri (affluente dell'Amur che ho costeggiato ieri), che segna il confine con la Cina. Ma, anche qui, il fiume e il confimne sono inavvicinabili.
Dopo che vedo il cartello "Cina km 21" provo a percorrere la breve strada che porterebbe al confine, ma riesco solo a raggiungere una vicina cittadina, poi il severo posto di blocco dei militari russi mi respinge.


Attenzione al traffico animale:


I russi, come al solito, sono interessati alla moto e simpatici:


La borsa destra va sempre peggio (non chiude il coperchio, perchè la serratura, dopo l'incidente, ha ceduto); ad un certo punto mi accorgo che sto viaggiando con il coperchio semiaperto; mi fermo e rinforzo la chiusura con un elastico. Mi è andata bene, perchè il borsello nel baule con le preziose schede delle foto stava per cadere. Comunque avevo fatto le copie di "quasi" tutte.


Molti venditori ambulanti lungo la strada; sempre di più, mano a mano che mi avvicino a Vladivostok:


Fa sempre più caldo oltre 30° ed è anche piuttosto umido, tipico di questa territorio ormai vicino all'oceano Pacifico. Vladivostok è alla latitudine di Perugia, sono ben più a sud del percorso fatto negli scorsi giorni in Siberia.
Motociclisti che provengono da Vladivostok:


L'arrivo a Vladivostok è infernale; già mi pregustavo un arrivo tranquillo, dopo tanta strada; una foto serena davanti al cartello ella città, magari uno di quei bei segnali massicci, enormi, in pietra, tipici "sovietici" di tante città russe.
Invece niente di tutto questo; gli ultimi 30 km (da fuori città fino alla sua periferia) sono costituiti da una strada che... non c'è. Completamente rivoltata per lavori in corso, tutta non solo sterrata ma ridotta alla nuda roccia o una ammasso di sassi e ghiaia; veramente un inferno, aggravato dal traffico di una grande città (Vladivostok ha circa 600.000 abitanti) in tumultuoso e disordinato sviluppo.


Solo nel centro le strade tornano "normali" e mi rilasso un po':


fino a che non vedo un tombino scoperto:


Ed ecco finalmente, dopo oltre 13.400 km, la mitica stazione terminale della Transiberiana.
I treni qui scaricano migliaia di passeggeri, alcuni che provengono da molto lontano: ma io ci sono arrivato in moto.
                                                                                        

Ed ecco il porto, con le navi militari della flotta russa del Pacifico; sì, sono arrivato all'oceano Pacifico!


Trovo l'ufficio dell'agenzia marittina e prendo accordi per domani, quando porterò la moto per le pratiche doganali.
Trovo un comodo albergo vicino alla stazione, anche con l'aiuto di un winger locale: infatti sono da pochi minuti a Vladivostok, che vedo "piombarsi addosso" una Gold Wing 1800 nuova fiammante, piena di cromature da fare invidia alle più accessoriate europe, con la musica dello stereo al massimo volume (un po' "esagerata"), ma col pilota simpaticissimo e disponibiliissmo ad aiutarmi, anche se non capisce una sola parola d'inglese.
E' anche un po' imbranato nel traffico, perchè sbaglia strada per arrivare all'albergo che disto poche centinaia di metri, tant'è che mi costringe a fare un tratto di strada in senso vietato; farei prima da solo, anche perchè so perfettamente dov'è l'albergo e il mio gps mi ci porterebbe senza alcun problema e velocemente, ma il russo è tanto simpatico che non voglio togliergli questa soddisfazione di aiutare uno straniero, motociclista, e per di più winger come lui, che viene da tanto lontano:


Parcheggio la moto davanti all'albergo. Sono arrivato a Vladivostok, dopo 13.426 km da casa (da Lecce a Vladivostok in 17 giorni, tolti i 2 dell'incidente 15: tolte le 9 ore di fuso orario sono 14 giorni o poco più, alla media di quasi 1.000 km al giorno):


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