gold-wing.it - "La meta è la strada"

    HOME    

     MOTO            VELA       PENSIERI        LINK           CERCA   
Sei in: MOTO - ITALIA GIAPPONE E RITORNO - DIARIO DI VIAGGIO - GIORNO 46

ITALIA - GIAPPONE E RITORNO
3.6/31.7.2011 - km 33.876

Andata
10 11 12 13 14 15 16 17 18  
Corea
19 21 22 23 24 25 26 27 28  
Giappone
29 30 31 32 33 34 35 36 37 38

(Altaj: 49/51)

 
Ritorno
39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59
Conclusioni
Ringraziamenti
Motoguida

clicca per il giorno precedente

18.7.2011 - lunedì - giorno 46
Est di Ulan Udè (6.43) [+7]
Usol'e Sibirskoe (18.36) [+7]
km 677
viaggio h 11.53, guida h 9.32

Gps Garmin
GPX
Google Earth

Fotoalbum del giorno

L’alba illumina un cielo sereno.


Bene, col sole tutto è più facile e meno rischioso. Sono già caduto due volte (anche se la seconda non è dipesa dalla pioggia) e oggi il primo obiettivo è, appunto, rimediare a una delle conseguenze della caduta di ieri.
Tiro fuori la moto dal cortile dell’albergo, deserto (ogni tanto mi chiedo a cosa serva mettere una moto in un cortile chiuso… da una porta aperta, appena accostata; ma certo è meglio che lasciarla in strada, alla mercè di chiunque passi), e mi dirigo verso Ulan Udè.
L’azzurro del cielo, il verde dei prati, il grigio dell’asfalto;


sono sereno; nonostante tirare la leva della frizione con un solo dito comporti un certo sforzo e il braccio destro sia ancora un po’ dolorante.
Mandrie di cavalli e mucche vagano liberi sulla prateria; a volte non solo lì.


E’ incredibile la calma serafica dei bovini sulla strada; puoi piombargli sopra con tutte le luci accese a 100 km/h, ma non si spostano di un centimetro. L’unica è fermarsi e aspettare che passino.
Non sono lontano da Ulan Udè; me la annuncia il maestoso Selenga.


Abbandono la strada principale ed entro in Ulan Udè, capitale della Repubblica di Buriazia.
Diversi edifici mi ricordano che un quarto della popolazione è di stirpe mongola (Buriati).
Ulan Udè è una grande città (360.000 abitanti) e ho qualche difficoltà ad orientarmi; ma la gente è gentile e, dopo qualche domanda, riesco a capire dove trovare un meccanico. Di fronte ad indicazioni non precise, ricorro ad uno dei sistemi che uso solitamente (l’altro è chiedere a un tassista); fermo il primo poliziotto che trovo e chiedo a lui.
I poliziotti, gentilissimi, mi indicano dove trovare il meccanico e lo raggiungo in breve.
Si tratta di una grande officina auto; non pretendevo di trovare un meccanico moto, comunque per il tipo di intervento credo vada bene.


Dopo l’iniziale sorpresa di vedere uno straniero in sella a un veicolo tanto insolito, mi accolgono con interesse e cortesia, capiscono al volo il problema e smontano la leva frizione; resto accanto al meccanico per controllare che non vada perso qualche piccolo pezzo (p.e. il sensore del cruise control).
Il meccanico porta la leva rotta nell’officina per saldarla. Qualche minuto di attesa e torna con la leva saldata. Noto subito che non l’ha limata, ma è meglio così; in questo modo è più robusta (come prima della rottura); infatti la leva si è rotta nello stesso punto dell’altra volta, probabilmente perché nella prima riparazione la leva era stata levigata, indebolendo quindi la riparazione.
Pago (300 rubli, € 7,50) e il meccanico mi rimonta la leva. La titolare ci tiene a regalarmi una coppa personalizzata dell’officina.
                                                                                 

Riparto per uscire da Ulan Udè. La leva mi dà un po’ di fastidio, per la presenza del “bozzo” della riparazione, ma meglio questo e avere la certezza della robustezza.
Supero il ponte sul Selenga ed esco da Ulan Udè. Due coppie di cervi adornano il ponte.


Direzione Irkutsk (440 km)!
A mezzogiorno sono nei pressi del Baikal, dove il Selenga sfocia nel grande lago. Come all’andata, sento distintamente il “soffio” dall’area più fredda, siberiana, proveniente da nord, che si scontra con l’aria più calda proveniente da sud, dal corso del fiume.
Ma sento anche il mio stomaco, che mi induce a fermarmi al primo ristorante lungo la strada. Simpatico, ricavato da un vecchio vagone ferroviario.


Ristorato (come al solito, ottimo, abbondante ed economico), in breve arrivo al lago Baikal,


ne percorro la costa meridionale e raggiungo la sua estremità sud-occidentale.


Un tratto di un centinaio di km, tra montagne e foreste,


mi porta verso Irkutsk, dove devo decidere cosa fare. Potrei entrare nella città e fermarmi a dormire al locale Bikers Club, dove sono passato due anni fa andando in Mongolia. Già all’andata ho saltato questa sosta, per problemi di orario. Ma è ancora presto e non mi va di fermarmi adesso; inoltre andare a Irkutsk significherebbe allungare parecchio e perdere tempo, invece ora potrei prendere la comoda circonvallazione della città (che due anni fa credo non ci fosse) e trovarmi subito sulla strada per Novosibirsk. Devo infatti tenere presente che a Novosibirsk ho appuntamento con Eugeniy, con cui dovrei passare tre giorni nella regione dell’Altai. Novosibirsk da qui dista quasi km 1.900; se perdo tempo a Irkutsk rischio di non farcela in 2 giorni e non mi va di arrivare a metà giornata o in mattinata: significherebbe perdere un giorno.
Decido quindi di “tagliare” Irkutsk, prenderne la comoda circonvallazione e proseguire verso Novosibirsk.
Il tempo si mantiene buono: qualche nuvola, ma prevale il sole.
Supero Angarsk; strano come queste località mi stiano ormai diventando quasi familiari. In effetti è la quarta volta che percorro questa strada (due nel viaggio in Mongolia e due in questo viaggio).
Arrivo ad Usol'e Sibirskoe, dove mi ero già fermato all’andata. L’albergo dell’altra volta però era scomodo, all’interno del paese; mi guardo quindi in giro e trovo un albergo sulla strada principale. E’ in bella posizione, affacciato sui laghetti formati dal fiume Angara (l’emissario del lago Baikal).
Sistemo la moto nel cortile del ristorante, addossata a un muretto in modo che dia un po’ meno nell’occhio (si fa per dire: c’è già la fila per ammirarla). Scaricati i bagagli in camera, scendo al ristorante per cenare. E’ una bellissima serata, c’è ancora tanta luce (il sole tramonterà alle 22.21); ammiro il placido corso del fiume sotto di me; le gente passeggia sulle verdi sponde dei laghetti, alcune canoe ne solcano le acque; ragazzi in motorino (in 2 e senza casco) passano per la strada. C’è una gran pace.


Assaporo questi momenti; so già che domani sarà una giornata dura, con il tratto di sterrato che mi separa dal resto della Siberia. Speriamo solo che il tempo regga, perché di affrontarlo nel fango non ho voglia.

clicca per il giorno successivo

gold-wing.it © - tutti i diritti riservati - gold-wing@libero.it
                                     dal 12.2.2007