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Sei in: MOTO - MEDIO ORIENTE: LA TERRA PROIBITA - DIARIO DI VIAGGIO - GIORNO 1
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MEDIO ORIENTE
La Terra Proibita

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1.3.2010 - lunedì - giorno 1
Lecce (I) (6.25) –
30 km Est Zagabria (HR) (20.18)
km 1.375
viaggio h 13.53, guida h 11.30
*Tutti gli orari sono in ora locale

La giornata è nuvolosa, temperatura fresca, sui 10 gradi.

Questo è un viaggio anomalo, per le mie abitudini. Normalmente viaggio d’estate, non tanto perché fa più caldo (anzi, ilcaldo elevato in moto è fastidioso), ma perché, in questo modo, ho il massimo di ore di luce; e, per uno come me, che preferisce guidare molto, avere molta luce durante la giornata è comodo, permette di guidare meglio e con maggiore sicurezza; ma non è il caso di recarsi nei luoghi in cui sono diretto (soprattutto Israele, Giordania e Egitto) in estate, poiché farebbe davvero troppo caldo, soprattutto per un viaggio in moto. Inoltre il Carnet scade il 20 marzo e quindi mi vincola come data.

Noi motociclisti non abbiamo l’aria condizionata, non abbiamo comodi abitacoli che ci riparano dal freddo e dal caldo; oltre a questo, dobbiamo (o dovremmo) sempre coprirci, per ripararci dagli effetti di una sempre possibile caduta, e, anche se ben studiati e aereati, a volte i completi da moto diventano insopportabili con il caldo. Ma ci piace così e io non affronterei mai un simile viaggio in un comodo pullman granturismo con l’aria condizionata!

Il contachilometri segna 615.563 km (616.555 reali): ho fatto poca strada dal mio ritorno dalla Mongolia (il 20 luglio, quando raggiunsi i 600.000 km). In questo viaggio saranno almeno 12.000.

Abbasso la visiera del mio solito casco jet e parto; è l’alba.

Oggi ho da attraversare quasi tutta l’Italia, da sud a nord, fino a Trieste, dove mi attende un amico (Giannipiuma) per salutarmi all’inizio di questo viaggio.

Prima di Trieste telefono a Giannipiuma per confermare il mio orario di arrivo e, puntuali, ci incontriamo al casello prima di Trieste.
Gianni è un amico, anche se l’ho incontrato solo poche volte in vita mia. Come altri motociclisti, ci frequentiamo soprattutto su forum di mototurismo, tenendoci in questo modo in contatto quasi quotidiano.  Ma, a volte, non è necessario incontrarsi per far nascere un’amicizia e, dopo tanti messaggi scambiatici sui forum, la prima volta che l’ho incontrato mi sembrava di conoscerlo da tempo e non era certo la sensazione di vedere un estraneo quella che ho provato. A volte penso che sia strano come tra persone tanto diverse (ed io e Gianni siamo molto diversi, sotto tanti aspetti), anche con idee opposte su alcuni argomenti, possa nascere un’amicizia; forse c’entra anche il fatto che, entrambi, nel profondo, ci sentiamo motociclisti ed abbiamo un grande rispetto l’uno per l’altro. Il rispetto e, anche, il senso di fratellanza che dovrebbe essere, credo, più diffuso tra noi motociclisti.

Percorriamo insieme alcune decine di chilometri del “suo” Carso ed entriamo in Slovenia, superando il primo dei 24 confini di questo viaggio (in 22 giorni programmati: più di uno al giorno). Questo è semplice, non è nemmeno necessario rallentare; altri saranno ben più complessi e richiederanno diverse ore.

Sempre in Slovenia, arriviamo a casa di Tomaz (è proprio sulla strada), il mio compagno di viaggio dell’Islanda, uno dei miei pochissimi viaggi non in solitaria, che saluto con piacere. Un caffè ed è il momento di ripartire, da solo; non posso perdere troppo tempo; ho ancora soltanto un’ora di luce e voglio che il buio mi raggiunga in una comoda autostrada e non su una strada ordinaria tra le montagne dei Balcani.

Oggi, contrariamente al resto del viaggio, ho programmato di guidare fino a dopo il tramonto; ho infatti calcolato che questo avverrà in autostrada in Croazia e quindi non dovrei aver problemi a continuare per due o tre ore. Arrivare ad Aqaba in 5 giorni non è semplice, sia per le strade (mediamente buone, ma non sempre), che per la stagione, con meno di 12 ore di luce (ed io, per motivi di sicurezza, su certe strade preferisco non guidare al buio); oltre l’incognita dei numerosi confini da attraversare, che certamente mi faranno perdere un tempo rilevante, difficilmente prevedibile.

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