BALCANI
L'Europa frammentata
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29.6.2008
- domenica - giorno 13
Istanbul (TR) (6.23) - Sofia (BG) (19.25)
Km 620, viaggio h 13.02, guida h 7.29 |
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Istanbul è una città enorme e affollata, dal
traffico caotico (circa 8.000.000 di abitanti); l'ho già
visitata 2 volte (non in moto). Decido quindi per una rapida
visita solo di alcuni monumenti imperdibili, all'alba, prima
che il traffico diventi insopportabile (oggi poi è
domenica).
Ripresa la moto (diligentemente
custodita davanti all'albergo), mi dirigo verso la Moschea
Blu, attraversando quasi tutto il centro storico di Istanbul.
Le strade per fortuna sono semideserte (e lo credo, vista
l'ora!).
Anche se non è la prima
volta, vedere la Moschea Blu è sempre una grande emozione.
Inoltre arrivarci in moto, almeno per me, è tutta un'altra
cosa: le sensazioni che provo, infatti, non sono assolutamente
paragonabili a quelle provate anni fa, nelle visite effettuate
in pullman, scendendo da una nave crociera. Ho ancora una
volta la conferma che, almeno per me, il mezzo è più
importante del fine; anzi, è il mezzo stesso, in fondo,
il fine del viaggio.
Fin da lontano vedo i suoi
6 minareti, caratteristica già questa che la rende
quasi unica tra le moschee. La Moschea Blu (Sultan Ahmet
Camii), costruita tra il 1609 e il 1616, presenta una
cupola centrale, affiancata da quattro semicupole. L'interno
è rivestito da oltre 20.000 piastrelle, nelle quali
predomina soprattutto il blu, illuminate dalla luce che entra
dalle sue 260 finestre.
Parcheggio proprio di fronte
e l'ammiro nella luce mattutina.Da
questo stesso punto, girandomi dall'altra parte, posso intravedere
l'altro monumento simbolo di Istanbul, la Basilica di Santa
Sofia (Aya Sofia). Mi avvicino con la moto. Santa
Sofia fu prima basilica cristiana, costruita sotto l'imperatore
Costantino tra il 532 e il 537, poi trasformata in moschea
(dopo il 1453), senza tuttavia grandi trasformazioni (a parte
i 4 minareti); adesso è un museo. L'originale struttura
è un po' appesantita esternamente dai massicci contrafforti
aggiunti per puntellarla, dopo diversi terremoti.
Adesso, però, ho un
adempimento "geografico" da svolgere: dopo aver
girato quasi tutta l'Europa e un paio di puntate in Africa,
ora voglio portare la moto in Asia. Trovandomi a Istanbul,
basta percorrere uno dei due ponti sul Bosforo. Supero il
ponte di Galata (sul Corno d'Oro, con la vicina Torre di Galata,
costruita nel 1348 dai Genovesi, che qui avevano un fondaco),attraverso
i quartieri di Galatasaray e Besiktas (di calcistica memoria)
e, dopo un paio di tentativi, imbocco lo svincolo giusto e
vedo il ponte.Ben
presto il Bosforo scorre sotto di me e passo dalla sponda
europea a quella asiatica di questa città, unica al
mondo, a cavallo di due continenti.Il
cartello "Benvenuti in Asia" mi accoglie dall'altra
parte.Ed
è proprio in questo momento, quando ancora il viaggio
è in corso, mentre passo da un continente all'altro,
che matura nella mia mente il progetto del prossimo viaggio,
in cui l'Asia non sarà solo una breve parentesi.
Ritorno quindi in Europa, attraversando
lo stesso ponte.
Uscito da Istanbul (e dal suo
intrico di superstrade e svincoli), dirigo verso Edirne, raggiunta
in breve con una comoda autostrada.
All'uscita da Istanbul avevo
incontrato un motociclista locale e lo rivedo qui. Ci salutiamo
nuovamente e visitiamo insieme la celebre moschea Selimiye
Camii di Edirne (1569-75).
Questa
città fu la capitale ottomana dal 1367 al 1458 (quando
fu trasferita a Costantinopoli).
Il motociclista turco (di Istanbul,
ma la cui famiglia è originaria di questa regione)
è molto gentile mi invita a pranzo in uno dei locali
di fronte alla moschea. Ennesima conferma che un motociclista
in giro per il mondo non è mai solo.
Riparto verso Sofia, ma prima,
come da programma, supero il fiume Maritsa, confine tra Turchia
e Grecia, entrando quindi in quest'ultimo paese:così
il mio giro dei Balcani può definirsi completo, essendo
questo il 15° Stato attraversato in questo viaggio.
Grandi campi di girasole mi
accolgono al rientro in Bulgaria;dopo
un bel percorso tra le montagne, giungo a Sofia. Questa è
una delle poche città dei Balcani che ha la cartografia
dettagliata sul mio gps: trovo quindi senza problemi, in centro,
la Hram-Pametnik Aleksandar Nevski. L'enorme chiesa,
costruita tra il 1904 e il 1912, è dedicata al principe
russo Alessandro di Novgorod, vincitore nel 1240 sugli svedesi
presso il fiume Neva, prima importante vittoria militare di
un esercito di una nazione slava. Fu edificata per commemorare
la liberazione dai turchi da parte della armate russe (che
subirono oltre 200.000 morti).
E' davvero imponente.Il
mio primo pensiero però va alle centinaia di migliaia
di uomini che sono morti nella guerra, la cui vittoria questa
chiesa ricorda.
Vicino è la chiesa di
Santa Sofia (Carkva Sveta Sofia),fatta
costruire dall'imperatore Giustiniano nel VI sec., già
tanto famosa nel '300 da dare il nome all'intera città.
Trovo Sofia piena di alberghi
di lusso e di casinò; riesco comunque a trovare un
albergo "normale", ma non accetta euro o carta di
credito. Poco male: vado al vicino albergo di lusso con casinò
incorporato e cambio gli euro necessari.
Domani tappa lunga.
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