BALCANI
L'Europa frammentata
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23.6.2008
- lunedì - giorno 7
Zajecar (SRB) (8.25) - Hunedoara (RO) (19.19)
Km 458, viaggio h 10.54, guida h 7.18 |
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Dopo tanti monumenti "umani"
oggi l'obiettivo è un monumento naturale, il Danubio
con le sue gole.
Avvisto prima le Porte di Ferro.
In questo punto, famoso fin dall'antichità, il Danubio
formava una strettoia lunga 3 km e larga 500 m, pericolosa
per la navigazione a causa della presenza di scogli affioranti.
Qui ora c'è una diga (costruita nel 1964-72), lunga
1287 m alla sommità e 448 alla base; in questo modo
il livello del Danubio si è alzato di 30 m, permettendo
anche alle navi di 5.000 t di arrivare a Belgrado dal mar
Nero.
Ma non è questo il punto
più spettacolare e quindi risalgo il Danubio (restando
sul lato serbo, di fronte c'è la Romania) per 37 km,
lungo le cosiddette marmitte del Danubio (Canazele Dunarii),
riserva naturale all'interno del Parco naturale delle Porte
di Ferro.Fa
molto caldo, e ogni tanto mi fermo in alcuni punti sosta,
non so quanto per fare spettacolari foto e quanto invece per
trovare un po' di frescura.
Torno quindi indietro fino
alle Porte di Ferro, che supero passando sopra lo sbarramento,
ed entro in Romania.
Il programma è di attraversare
la Transilvania, da sud-ovest a nord-est, fino in Moldavia.
Ben presto la strada comincia ad aprirsi il varco attraverso
i Carpazi, in mezzo a fitti boschi che fortunatamente forniscono
refrigerio alla intensa calura, anche con fresche sorgenti
d'acqua.
Fermatomi in un paese per ristorarmi,
si avvicina il solito gruppo di persone, incuriosito dalla
moto. Si avvicina anche una donna, che mi chiede, sorpresa,
se davvero viaggio in moto da solo. Di fronte alla mia conferma,
mi raccomanda di stare attento: la tranquillizzo che starò
attento alle strade (ne ho già "apprezzato"
lo stato non eccelso), evitando di viaggiare al buio. Mi risponde,
preoccupata, di stare attento non solo a quello!
Conosco i rischi di viaggiare
da solo in moto, soprattutto in certi paesi. Credo che, comunque,
se dovessi dar retta alla paura, non partirei nemmeno; in
fondo, credo di non rischiare più che ad andare la
sera in giro presso la stazione centrale di una grande città
italiana.
Tra Petroseni e Hunedoara faccio
una deviazione per visitare la chiesa di Densus. E' un piccolo
villaggio, con la chiesa seminascosta dalla vegetazione, costruita
nel XIII sec. su costruzioni del X, con materiale di riporto
dei vicini siti archeologici romani. Alcuni fanno risalire
la costruzione al VI sec., in seguito alla trasformazione
di un mausoleo romano. E' in fase di restauro. Non c'è
nessuno; visito con calma l'esterno: purtroppo l'interno,
affrescato, è chiuso.
Arrivato ad Hunedoara, noto
gli strani palazzi della nutrita comunità Rom, con
i tetti in scintillante lamiera a forma di pagoda.Il
monumento principale della città è il castello
dei Corvino (Corbenestilor). Il nome deriva dall'appellativo
che assunse la nobile famiglia degli Hunedoara, magiarizzato
in Hunyadi, che diede al trono ungherese il grande sovrano
Mattia Corvino. Questo mi ricorda che, in questa zona, fortissima
fu la presenza ungherese, comunità ancora presente
seppure in misura molto inferiore rispetto al passato; fortunatamente
però senza le tensioni viste pochi giorni fa in Kosovo.
Il castello, probabilmente
il più bello di Romania (almeno secondo la mia guida),
è splendido nella luce del tramonto, in cima alla collina
di San Pietro, lambito dal fiume Zlasti.
Trovo un albergo in centro,
di stampo sovietico. Marmi nelle sale, ma l'ascensore non
funziona. Poco male: farò un po' di moto.
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