BALCANI
L'Europa frammentata
|
27.6.2008
- venerdì - giorno 11
Vulcanesti (MOL) (6.57) - Eforie nord (RO)
(18.11)
Km 345, viaggio h 11.14, guida h 6.08 |
|
|
Nessuna traccia del violento temporale di ieri sera: cielo
sereno. Recupero la moto dal parcheggio (il custode non si
vede in giro, ma si materializza improvvisamente appena accenno
a partire in moto, anche perchè deve ancora essere
pagato) e dirigo verso sud, attraverso i vigneti della Moldavia
meridionale,facendo
lo slalom fra trattori pieni all'inverosimilee
altri che trasportano carichi che si estendono pericolosamente
oltre metà carreggiata.
La strada, in condizioni accettabili,
supera le colline con lunghi rettilinei e discreti dislivelli.
Attraverso il fiume Prutnel
punto in cui confluisce nel Danubio ed entro in Romania, costeggiando
il grande fiume che avevo lasciato 4 giorni
fa, sempre in Romania, alle porte di Ferro.
Voglio andare nella zona del
delta. Per farlo devo attraversare il fiume: il primo ponte
disponibile (guardando le carte) sembra essere a Braila.Seguo
le indicazioni per Tulcea (la città romena dove sono
diretto, posta nella zona del delta); non sono il massimo
della chiarezza, ma alla fine sembra che abbia trovato la
via giusta. La strada dirige decisa verso il fiume, ma la
vedo insolitamente bassa: strano, un ponte qui, per permettere
il passaggio della grandi navi, dovrebbe essere abbastanza
alto sull'acqua.
Ormai sono a pochi metri del
fiume ed ecco che ... il ponte non c'è! E' un traghetto.Sono
sorpreso, ma, riflettendo, anche se le indicazioni stradali
erano equivoche (non era certo indicato un traghetto), guardando
la carta stradale mi rendo conto che, essendo a media scala,
non era scontato che quella linea indicasse un ponte invece
che un traghetto; ma soprattutto, zoomando sul gps, vedo che
quest'ultimo indica chiaramente che l'attraversamento del
fiume qui avviene con traghetto.
Poco male: non amo i traghetti,
ma, se la strada non c'è, non posso certo guadare il
Danubio! L'imbarco è piuttosto sconnesso e affronto
con circospezione gli ultimi metri prima dell'imbarcazione.
Sono strani questo traghetti:
l'imbarcazione accosta dal lato di dritta al pontile e i veicoli,
anche grossi TIR, salgono posizionandosi di traverso, per
poi scendere dal lato sinistro.Mentre
sto per salire sul traghetto noto che c'è un discreto
dislivello tra il pontile e l'imbarcazione, oltre ad un vuoto
piuttosto largo, dove temo che la ruota anteriore si incastri.
Non vorrei inoltre rischiare un nuovo incidente come quello
del filtro dell'olio in Kosovo. Avviso
del problema l'addetto, che provvede a mettere un pezzo di
legno sotto la moto; non è l'ideale, ma almeno dovrebbe
attutire il colpo. Procedo piano, bloccando il traffico dei
TIR dietro di me; nonostante tutto, quando salgo sul traghetto,
la ruota anteriore si blocca, tra il pontile e il bordo dell'imbarcazione;
dosando il gas, riesco comunque a sbloccare la moto. Qualche
altra manovra e finalmente parcheggio tra i TIR: che sudata!
La moto è osservata con interesse dai camionisti.
In questo punto il Danubio
è largo circa 400 m e non ha ancora cominciato a ramificarsi
nel suo grande delta.
Sbarcato sull'altra sponda,
dirigo verso Tulcea. La strada ogni tanto costeggia il Danubio;
noto l'abbondanza di carri trainati da animali, qui addirittura
targati (i carri).
Tulcea è la città
principale del delta. Il delta del Danubio, vasto ben 8.000
km², è un ambiente unico. Ha tre bracci principali:
a nord (al confine con l'Ucraina), quello di Chilia; al centro
quello di Sulina; a sud quello di San Giorgio.
Tulcea è posta subito
a valle della prima biforcazione del Danubio, all'inizio del
delta, sul ramo che porta a Sulina e al braccio di San Giorgio.
Dal bel lungofiume osservo le imbarcazioni che effettuano
le crociere fino a Sulina, raggiungibile solo via acqua, poichè
non esistono strade transitabili a valle di Tulcea, nonostante
siano segnate sulle mappe (sia gps che cartacee). Le escursioni
durano 5 ore.
Riprendo verso sud, costeggiando
i laghi costieri della zone meridionale del delta.Presso
uno di questi, è l'antica colonia greca di Istria,
la più importante della Romania. Posta sulle rive dell'antico
Pontos Euxinus, perse gradatamente importanza in epoca romana,
a causa del progressivo interramento della costa, dovuto al
vicino delta del Danubio.
Continuando verso sud, arrivo
a Costanza, la principale città romena sul Mar Nero.
Entro in città dalla zona balneare posta sul cordone
sabbioso litoraneo a nord, tra il mare la laguna, percorrendo
un'ampia strada a più corsie. Numerosi sono gli stabilimenti
balneari e i locali di ritrovo.Alla
fine della strada c'è un piccolo pedaggio.
Arrivo nella piazza principale
di Costanza, intitolata al famoso antico poeta romano Ovidio,
qui esiliato.Nei
pressi, da non perdere, è l'Edificiul roman cu
mozaic, un antico magazzino costruito dai romani nella
zona portuale, il cui tetto è completamente ricoperto
da un mosaico che originariamente era esteso ben 2.000 m²
(ne restano 850).
Interessante anche l'antico
casinò sul mare (ora ristorante),oltre
alla presenza, a pochi metri, di moschea e chiesa.
Decido di trovare alloggio
fuori città e punto quindi verso alcuni centri balneari
a sud. Superato l'inutile canale Danubio-Mar Nero (opera faraonica
voluta da Ceaucescu per collegare il Danubio al Mar Nero evitando
l'ansa del delta; costò molte vite umane, ma poi è
finito inutilizzato a causa del basso pescaggio), arrivo ad
Eforie nord, dove trovo sistemazione per la notte.
|