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Sei in: VELA -TREMITI - DIARIO DI VIAGGIO - GIORNO 11
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Conclusioni Tabella di marcia

LECCE – TREMITI – LECCE
In Hobie Cat 16’ Getaway da solo

19.7.2004 - lunedì - giorno 11
Foce di Varano (10.00) – Cala San Felice (19.30)
M 24, h 9.30, N 2,5

Forse la giornata più faticosa.

Parto dal campeggio (dove avevo splendidamente dormito nella mia tenda piantata a pochi metri dalla barca)alle 10. Il vento è debole, purtroppo contrario: io vado a ENE e il vento viene da NE.

Procedo comunque tranquillamente, tirando ogni tanto un bordo verso il largo. Passo Rodi Garganicoe Peschici.Dopo ogni capo spero che il vento migliori, ma è inutile: ogni grado che la mia rotta piega verso sud, altrettanto sembra fare il vento!

Passo davanti al campeggio Capo Vieste, da dove all’andata ero partito per l’ultima tappa verso le Tremiti, con quel forte vento in poppa. Poiché ho fatto solo 11 M e sono solo le 15, decido di continuare.

Avessi saputo cosa mi aspettava! Ancora 9 M per Cala San Felice, in modo da avere solo 25 M domani per raggiungere Margherita di Savoia. Per un po’ il vento aumenta, ma sempre di bolina. Comunque si cammina: 4/5 nodi.

A Vieste finalmente posso piegare decisamente verso sud, ma lo fa anche il vento che quindi è ancora contrario.Ma la cosa più grave è che, passata Vieste, il vento scompare!

Mancano ancora 4 M al campeggio più vicino; per un po’ c’è una bava di vento che mi permette (sempre bolinando) di avanzare un po’, poi più niente!

Attendo: niente! Mi guardo intorno: nessun segnale di vento all’orizzonte. Infine, inevitabile, per la prima volta da quando vado a vela (oltre 20 anni) prendo il remo e comincio a remare.

Il catamarano avanza abbastanza facilmente nonostante il peso (170 kg + 50 di bagagli). Il problema è che manca ancora parecchio al campeggio, almeno 1 o 2 M, e sono troppo lento col remo.

Ogni tanto smetto di remare per vedere se è arrivato un po’ di vento, ma non ce n’è. Smetto anche per prendere fiato, perché comincio a stancarmi.

Non ricordo esattamente quando ho cominciato a remare, forse le 18.15. Sento che sto per finire le forze, ma non c’è alternativa, devo arrivare a terra, al campeggio e anche prima che faccia buio. E di chiedere “passaggi” a motore non se ne parla nemmeno.

Continuo a remare, ogni tanto correggo la rotta col timone (remo con un solo remo sul lato sinistro). Alla fine arrivo alle 19.30, dopo oltre un’ora di remo.

All’ingresso della baia di San Felice (molto bella),un alito di vento mi consente di percorrere un centinaio di metri in poppa, ma dura un attimo e concludo remando: anzi concludo scendendo in acqua e tirandomi dietro la barca, a causa dell’acqua bassa.

Sono esausto, ma mi tocca la solita trafila: richiesta informazioni, disarmo e sistemazione della barca a secco, trasporto bagagli, montaggio tenda, doccia e infine, stanchissimo, cena.

Questa è la prima sosta in cui all’arrivo non mi chiedono informazioni sul mio viaggio, ma quello che mi dà fastidio è che è il primo posto in cui qualcuno mi chiede qualcosa (€ 10) per lasciare la barca sulla spiaggia (il guardiano notturno, la spiaggia del campeggio).

Dormo come un sasso.

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