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Sei in: MOTO - IRLANDA E ISOLA DI MAN - DIARIO DI VIAGGIO - GIORNO 11

IRLANDA E ISOLA DI MAN (e Inghilterra, Galles e Scozia)
8/23.7.2012 - km 9.817

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18.7.2012 - mercoledì - giorno 11
Galway (7.11) – Ballina (19.58)
km 501
viaggio h 12.47, guida h 9.04

Fotoalbum del giorno

Al risveglio vedo un pallido sole che, con qualche sforzo e risultati incerti, cerca di farsi spazio tra le nubi. Come al solito cerco di vedere il bicchiere mezzo pieno: anche stamattina non piove.
Faccio dei rapidi conti e mi rendo conto che sto procedendo troppo piano; continuando così rischio di non completare il giro dell’Irlanda nemmeno in 8 giorni; decido quindi che oggi devo percorrere un po’ più di strada, tenendo un ritmo un po’ più elevato.
Direzione ovest, verso il Connemara, che esplorerò in mattinata.
Costa frastagliata e bei paesaggi.
                                             

Ambiente tipicamente rurale.


Pittoreschi villaggi costieri


e temperatura sui 15°.
La costa si fa sempre più interessante e frastagliata.
                           

Le strade strette non sono un grosso problema, perché gli irlandesi sembra quasi che facciano a gara a chi si ferma per primo per far passare l’altro (tutto un altro mondo!).


Questo mi fa venire in mente quando, un paio di anni fa, in viaggio in Croazia, in uno stretto passaggio su una via secondaria incrociai un SUV e, non avendo io la possibilità di accostare per mancanza di spazio ed essendo in salita, proseguii la marcia, pensando che il veicolo di fronte (un grosso SUV), che ne aveva la possibilità, avrebbe accostato. Il SUV non accostò né arretrò e proseguì nella mia direzione fino a che, testardo, fu costretto “fisicamente” a passare rasente alla scarpata. Il passeggero del SUV, una “gentile signora”, al momento dell’incrocio mi apostrofò con un “elegante” “fu** you!”.
Ma qui, davvero, il problema non si pone. Ringrazio comunque sempre i gentili irlandesi.
Mentre attraverso un paesino, noto una Gold Wing 1500. E’ del padrone della ferramenta di fronte al quale è parcheggiato; ci salutiamo.
Colazione (o merenda? vista l’ora) con un’ottima fetta di torta


e proseguo attraverso il verde Connemara.


Profondi fiordi si insinuano nella costa.
                                             

Ad una sosta incontro un pullman carico di turisti tedeschi (ho trovato pochi turisti in giro) che si mostrano interessati ai viaggi della mia moto, e per un po’, invece di fotografare il paesaggio, fotografano lei.
Quando il sole esce per un po’, il verde diventa… ancora più verde.


La strada è buona e le curve invogliano, ma il paesaggio induce a rallentare; proseguo quindi a fasi alterne, un po’ come mi va.


Il verde e l’abbondanza d’acqua sono una costante. Lascio il Connemara, supero il fiume Errif ed entro nel Murrisk (nella contea di Mayo).
                                             

E qui la voglia di guidare cede a quella di fermarsi e guardare.
                                             

Attraverso Westport
                                             

e arrivo di fronte ad Achill Island, la più grande delle isole minori irlandesi.


L’isola è vicina alla costa ed è collegata con un ponte. Supero il ponte e sono sull’isola.
Il motivo principale per cui ho deciso di visitarla e l’Atlantic Drive, una strada che segue la sua costa occidentale, rivolta all’oceano. E la strada non delude le attese: probabilmente la più bella strada che abbia percorso in Irlanda.
L’oceano frange fragoroso sulle scogliere alla mia sinistra, il mare è di un blu mai visto in Irlanda (complice anche il sole che è appena uscito), le scogliere sfidano le onde e la strada corre sinuosa lungo la costa; su tutto il vento, che non smette mai di soffiare.
                       

                       

                       

Continuo verso la parte settentrionale di Achill Island e, perfettamente in linea con la mutevolezza del clima irlandese, cala la nebbia e la temperatura scende a 13°.


Superato il crinale montuoso, la visibilità torna buona (meglio anche per le pecore: pochi metri prima non so se le avrei viste in tempo).


Raggiungo quindi la spiaggia di Keel, post proprio sotto la montagna dove prima mi aveva raggiunto la nebbia.
                           

Alcuni kayak sfidano le fredde acque del laghetto di Keel.


Percorro il nord dell’isola,
                                             

con belle baie e spiagge,
                           

riattraverso il ponte (dall’interessante architettura)


e rientro nell’isola d’Irlanda. Achill Island è veramente splendida.
Adesso di nuovo a nord, sempre nella contea di Mayo, verso la penisola di Mullet.


La penisola appare scarsamente popolata e molti segni confermano che qui si parla ancora e diffusamente l’irlandese.
Bella ampia baia sul riparato versante sudorientale, nella quale nel 1588 approdò La Rata Santa Maria Encoronada, una delle navi dell’Invecible Armada con cui la Spagna tentò inutilmente di invadere l’Inghilterra (la nave in quella occasione fu incendiata dal suo stesso capitano).
(sullo sfondo della baia il paese di Belmullet, posto sull’istmo che collega la penisola all’Irlanda)


Adesso verso est, verso la fine della tappa odierna. Mi rendo conto che oggi sto facendo abbastanza strada, rientrando quindi nel margine di sicurezza per completare il giro dell’Irlanda in 8 giorni.
Belle scogliere sulla costa nord della contea di Mayo.


Arrivo alle Ceide Fields, un importante sito archeologico che risale a 5.500 anni fa (Neolitico), con delle tombe megalitiche. Si tratta del più grande complesso neolitico del mondo. Il centro visite è posto sotto una grande piramide di vetro (forse per sottolineare orgogliosamente il fatto che sono più antiche delle Piramidi d’Egitto?).
Purtroppo ha chiuso alle 18 (ora sono le 19.10) e riapre solo alle 10. Ma perché i siti archeologi chiudono così presto e aprono così tardi? Qui il sole sorge alle 5.30 e tramonta alle 22: che senso ha chiudere 4 ore prima del tramonto e aprire 4.30 dopo l’alba?
Anche se con dispiacere, non aspetto le 10 di domattina, fermo. La visita salta, ho altro da fare che stare fermo quasi 13 ore fino alla riapertura.


Mi consolo guardando le belle scogliere di fronte, in compagnia di un indigeno cui certo le Ceide Fields interessano meno di me.
                                             

Il paese vicino è Ballycastle. Ci arrivo in pochi minuti e cerco alloggio, ma non ne trovo che mi soddisfi. Decido quindi di continuare, perfare un altro po’ di strada, sperando che il tempo migliore (ha cominciato a piovere). Deciderò più in là se fermarmi in un campeggio o trovare un tetto.
Arrivato a Ballina, quasi al confine tra le contee di Mayo (vista oggi) e Sligo (che visiterò domani), trovo un campeggio sul mare. Ha smesso di piovere (o comunque piove poco), quindi pianto la tenda. I soliti 8 euro (sembra uno standard qui in Irlanda) e c’è pure il collegamento wi-fi nella reception (di cui approfitto).


Oggi avevo deciso di fare 500 km e così è avvenuto. Se domani ne faccio altrettanti, non avrò alcun problema ad arrivare in tempo al traghetto di Belfast dopodomani, ottavo giorno di Irlanda.
Pazienza per le Ceide Fields, ma la giornata è stata comunque piena e soddisfacente.
Mi cucino in campeggio (c’è una comoda cucina) e a letto a riposare.

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