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Sei in: MOTO - IRLANDA E ISOLA DI MAN - DIARIO DI VIAGGIO - GIORNO 4

IRLANDA E ISOLA DI MAN (e Inghilterra, Galles e Scozia)
8/23.7.2012 - km 9.817

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11.7.2012 - mercoledì - giorno 4
Aberystwyth (5.55) – Man (21.02)
km 492
viaggio h 15.07, guida h 6.46

Fotoalbum del giorno

Riesco a partire abbastanza presto e, smontata la tenda e sistemati i bagagli, prima delle 6 sono già sulla litoranea, diretto a nord. Il cielo è coperto, ma non piove. Temperatura 13°.
Piccoli paesi e porticcioli si susseguono lungo la costa. Noto la notevole escursione della marea, testimoniata dall’altezza delle banchine e il sistema di ormeggio delle imbarcazioni, alcune delle quali sono letteralmente appese alle stesse, mediante le cime d’ormeggio, con la chiglia all’asciutto, in una inusuale (almeno per noi mediterranei) posizione.
                                            

La costa è bella e la strada spesso si dirige verso l’interno, sulle colline, per superare baie o profonde insenature create anche dalle foci dei fiumi.
                                            

Km di muretti a secco e migliaia di pecore che punteggiano i prati, fino al mare.
                                            

Belle spiagge si aprono improvvise.


Comincia a piovere un po’. La strada si interna nel parco nazionale Snowdonia, tra i boschi.


Attraverso piccoli paesi e passo vicino a un bel castello… (Castell Deudraeth) che sarebbe più interessante se non fosse semplicemente un ristorante.


Percorro una verde valle, con un impetuoso ruscello che scorre parallelo alla strada, usato anche per lo sport della canoa.
                                             

Gli appositi segnali indicano che, in questo momento, il livello dell’acqua è troppo basso per la pratica di questo sport.


Più a nord, il panorama si apre su verdi colline e montagne. Parco nazionale di Snowdonia.


Giunto presso l’estremità settentrionale del Galles, dove la costa piega a est, sono di fronte all’isola di Anglesey, che è una delle più grandi delle isole britanniche (dopo ovviamente la Gran Bretagna e l’Irlanda, è al quinto post dopo 4 isole scozzesi), con 714 km².
Anglesey è collegata alla Gran Bretagna da un ponte, che attraverso lo stretto canale che divide le due isole.
                                             


Ma il motivo principale per cui ho deciso di mettere le ruote dellamia moto in quest’isola è il curioso nome del primo paese che si incontra appena arrivati ad Anglesey: Llanfairpwllgwyngyllgogerychwyrndrobwllllantysiliogogogoch.
Sì, avete letto bene, si chiama proprio così. Questo è il nome gallese, la cui traduzione inglese potete vedere nella foto sotto e che in italiano vuol dire “Chiesa di Santa Maria nella valletta del nocciolo bianco, vicino alle rapide e alla chiesa di San Tysilio nei pressi della caverna rossa”.
La scelta del (1860 circa) del consiglio cittadino di Llanfair PG, o Llanfairpwll in gallese (questa è la forma abbreviata, comunemente usata), che allora si chiamava “solo” Llanfair Pwllgwyngyll, era probabilmente soprattutto con scopo turistico, ma è comunque la prima volta che vedo un normale cartello indicatore di località… più grande della mia moto.


Compro un portachiavi ricordo con la scritta del nome del paese, portachiavi che immagino sarà più lungo di qualunque chiave ci appenderò.
Rientrato in Gran Bretagna, percorro la costa settentrionale del Galles. Ormai sono non lontano da Liverpool e devo decidere da dove imbarcarmi per l’isola di Man. Infatti questo è un punto, nella programmazione del viaggio, lasciato ancora aperto. Il traghetto da Liverpool a Man è uno solo e parte alle 19.15. Sono appena le 10, quindi è troppo presto per dirigere verso Liverpool.
Decido quindi di puntare su Heysham, un porto un centinaio di km più a nord, da dove le partenze sono due al giorno: una all’assurdo orario delle 2.15, l’altra ad un più comodo 14.15. Questo traghetto ci mette di più, h 3.30 contro 2.45 (pure essendo la tratta più corta), ma mi consentirà di arrivare sull’isola di Man a un orario che mi permetterà di sfruttare la luce del giorno già stasera per un giro sull’isola, dove ho programmato di restare per tutta la giornata di domani.
Lascio Liverpool alla mia sinistra e, via autostrada (tutte gratuite: in Inghilterra sono pochissime le autostrade a pagamento), giungo in breve a Heysham, comodamente in tempo per fare il biglietto (è richiesta un’ora dianticipo, sono le 12.30).
Ci siamo: imbarco per la mitica isola di Man; non sto più nella pelle per l’emozione.


Intorno a me comincia ad affollarsi di motociclette; l’isola di Man è una meta simbolo per molti motociclisti, non solo durante il famoso TouristTrophy (periodo durante il quale è quasi impossibile trovare biglietti per itraghetti e alloggio sull’isola, se non si è prenotato col largo anticipo).
Accanto a me c’è una coppia con moto sportiva e tuta di pelle; si avvicinano chiedendo da dove vengo (finora non ho incontrato nessun motociclista italiano); si meravigliano della lunghezza del viaggio, ma si meravigliano ancora di più quando, dopo la mia risposta che questo per me non è un viaggio “lungo”, guardano la cartina adesiva sul cupolino della moto,rimasta lì dopo il viaggio in Giappone.
                                             

Imbarco alle 13.35, partenza puntuale alle 14.15.


Nel traghetto la moto è bloccata in modo molto professionale (per loro legare le moto è pane quotidiano).


ISOLA DI MAN
La traversata dura poco più delle previste h 3.30: attracchiamo alle 18.
Sbarco a Douglas, la capitale di Man. Man formalmente non fa parte del Regno Unito: è una dipendenza diretta della Corona Britannica. Il Regno Unitone cura le relazioni estere e la difesa, ma ha pieno autogoverno interno. Superficie 572 km2, la settima tra le isole minori britanniche; 80.000 abitanti.
Attraversata velocemente Douglas, mi dirigo subito verso il campeggioprescelto, il Glenlough Campsite, strategicamente situato a pochi km dallacittà, proprio lungo il percorso del TT.
Il cartello è inequivocabile: qui tutti sono benvenuti… e ci mancherebbe!


Un raro sole (per questi luoghi) mi assiste nel montaggio tenda, terminata (velocemente) la quale, ovviamente risalgo subito in moto per un giro nel mitico circuito. Non aspetto domani: c’è ancora luce e voglio assaggiarlo già oggi.


Ma prima ho da sbrigare una faccenda; infatti non mi funziona la luce della tenda, quindi chiedo indicazioni su dove comprare qualcosa del genere e, trovato un grande magazzino, la compro. Questa digressione mi dà comunque modo di ammirare, quasi al tramonto, alcuni bei panorami dell’isola.


Ora al circuito!
Alcuni cenni sul Tourist Trophy. Il Tourist Trophy (normalmente abbreviato in TT) è un’antica corsa motociclistica, che si svolge ogni anno,dal 1907 sulle strade dell’isola di Man. Fino al 1976 era incluso nel calendario del Campionato del Mondo di motociclismo, ora non più, per l’estrema pericolosità del circuito, che è completamente cittadino, in cui le moto moderne raggiungono oltre i 200 km/h di media sui suoi 60,7 km. Strade strette,muretti a secco, assenza di via di fuga lo rendono in effetti molto pericoloso, testimoniato anche dai numerosi morti.
Ma, nonostante questo (o forse proprio anche per questo?), questa gara è mitica e vanta un incredibile seguito (nelle giornate delle gare, e in quelle precedenti e successive, l’isola è invasa da migliaia di appassionati ed è praticamente impossibile trovare alloggio se non si è prenotato molto tempo prima). Molti nomi di vincitori del TT sono entrati nella leggenda: Joey Dunlop (26 vittorie nelle varie categorie), JohnMcGuinness (19), Mike Hailwood (14)...
Il record del giro più veloce è di 17’ 12,30”, a una media di 211,754 km/h sui 60,7 km del circuito (JohnMcGuinness, su Honda CBR 1000RR, nel 2009).
Giungo al punto della partenza, nella capitale Douglas. Sosto di fronte alle tribune, ora vuote, che hanno accolto tanti entusiasti spettatori,al lungo tabellone segnatempo di legno dove si segnano i tempi dei corridori. E’ strano vedere il luogo della partenza di una gara motociclistica, posto in pieno centro abitato, lungo una normale via cittadina. Ma questo è il TT.


Ho programmato di fare delle riprese video e delle foto lungo ilcircuito, ma ora ho solo voglia di percorrerlo. Dopo averne tanto sentitoparlare, dopo averne tanto letto, ora ho solo voglia di percorrerlo. Con la mia moto, al tramonto.
Ovviamente ben consapevole dei miei limiti, di quelli della mia moto (i 211,754 km/hdi media del record del circuito la mia moto non li raggiunge nemmeno come velocità massima), di quelli del traffico (si tratta di strade aperte, chiuse al traffico solo durante le gare). Ma non dei limiti di velocità! Infatti sull’isola di Man non esistono limiti di velocità (tranne nei centri abitati); perfino meglio della Germania, dove tale libertà è limitata alle autostrade (che qui non ci sono): che isola meravigliosa!
Ma ora basta pensare. Metto in moto, immagino il semaforo accendersi evia!
Non descrivere ora il circuito. Domani lo visiterò con più calma, analizzandone ogni curva. Oggi lo percorro soltanto, alla massima velocità, senza preoccuparmi di documentarlo.
E’ una sensazione stupenda! Durante il giro mi sembra di essere proprio durante la gara; i nomi delle curve famose (tutte segnalate con apposit icartelli) scorrono davanti ai miei occhi, attraverso le località di cui tantoho letto nei resoconti delle gare, i famosi e pericolosi muretti a secco passano a pochi centimetri delle ruote della mia moto, perfino la mitica collina di Bray Hill prova a far decollare la mia Gold Wing (ci prova solo, perché la mia misera velocità e la quasi mezza tonnellata di moto spengono in partenza ogni tentativo).
E poi la strada; e l’ambiente intorno! E’ magnifica. Sembra disegnata apposta per essere percorsa (e di corsa) in motocicletta. Asfalto perfetto (anche se cittadino, è pur sempre un circuito, quindi la manutenzione è costante e perfetta), scorci sul mare che si aprono improvvisi, su tutti iversanti dell’isola, il selvaggio interno, dove la strada sale verso il Monte Snaefell, con la vegetazione sempre più rada fino a che restano solo le brulle alture e la vista spazia fino al mare.
All’inizio di questo report ho scritto che “Si dice, sull’isola diMan, che dalla vetta del monte Snaefell si possano vedere 6 paesi: l’isola di Man, l’Irlanda, la Scozia,l’Inghilterra, il Galles e… il Paradiso. Il Paradiso non l’ho visto, ma gli altri 5 paesi sì.” Mi correggo: forse il Paradiso l’ho visto. O almeno qualcosa che ci va molto vicino per un motociclista: il circuito del TT.
Solo due foto, per ricordarmi questo giro. La mia prima volta su strade del TT.
                                             

Il percorso (link a Google Maps).


Completato il giro, il tempo di documentare che, ovviamente, sono anniluce lontano dai tempi del più scarso dei piloti del TT, come documenta impietosamente il mio gps.
                                             

50’ per percorrere i 60,7 km del circuito, alla media di 72 km/h ; torniamo con i piedi per terra. ;)
Rientro al campeggio: domattina si visita l’isola... cominciando dal circuito.

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