gold-wing.it - "La meta è la strada"

    HOME    

     MOTO            VELA       PENSIERI        LINK           CERCA   
Sei in: MOTO - IRLANDA E ISOLA DI MAN - DIARIO DI VIAGGIO - GIORNO 8

IRLANDA E ISOLA DI MAN (e Inghilterra, Galles e Scozia)
8/23.7.2012 - km 9.817

10 11 12 13 14 15 16

clicca per il giorno precedente

15.7.2012 - domenica - giorno 8
Ballinspittle (7.31) – Glanbeg (19.30)
km 289
viaggio h 11.59, guida h 6.28

Fotoalbum del giorno

Il campeggio in effetti è proprio bello. Non è proprio di quei campeggi che preferisco, piccoli, semplici ed essenziali; è invece molto grande, ma ben organizzato, con ampi spazi verdi e una chiara zona per le tende. Purtroppo la maggior parte dello spazio è dedicato alle cosiddette casemobili, che di mobili ormai non hanno nulla, stabilmente ancorate al terreno. Ma il prezzo, comunque, è il solito: 8 euro.
                                             

Una curiosità è la dislocazione del campeggio, su un grande pendio erboso, con una pendenza piuttosto accentuata; quando sono arrivato ieri sera, dei ragazzi giocavano a calcio sul grande prato centrale; un po’ difficoltoso, penso, vista la pendenza.


La mattina, nonostante non sia particolarmente presto, almeno per i miei parametri (le 7.30) non trovo nessuno in giro e ho difficoltà a trovare l’uscita, perché quella principale (dalla quale sono entrato ieri) è chiusa. Poi trovo qualcuno che mi indica una stretta uscita laterale, che inizialmente avevo ignorato, anche per la stradina in notevole pendenza è un po’ malmessa.


Oggi sarà una tappa quasi interamente costiera: su e giù per la frastagliata costa sudoccidentale irlandese.
Percorro la R600, in direzione di Clonakilty. Il mare è alla mia sinistra. Come sarà per tutto il giro in Irlanda (anche per questo ho deciso difarlo in senso orario, perché, con la guida a sinistra, ho il mare vicino).
Bai paesaggi, con verde dei prati che arrivano fino all’oceano, e tempo buono, spesso col sole. Ripenso al motociclista irlandese (di Belfast) incontrato sul traghetto, che, alla mia osservazione “speranzosa” che non stava piovendo, rispose “not yet” (non ancora); già, ancora non piove, ma mi accontento: è già tanto, in Irlanda. Sto imparando a godere il tempo per quello che è al momento, senza farmi tanti problemi sul futuro. Adesso non piove e quindi va bene; se poi pioverà, allora non potrà che migliorare e quindi andrà bene lo stesso.


Molto evidenti gli effetti della marea, con ampi spazi di mare ora all’asciutto.
                                             

Bei paesini si affacciano su profonde baie.
                                             

Ogni tanto qualche rudere di antiche costruzioni, ma la mia agenda è già abbastanza fitta: non posso fermarmi ad ognuno.


Arrivo nella coloratissima Clonakilty.


Una bella chiesa,


e la statua di Michael Collins, nato qui e vissuto proprio in questa piazza, Emmet Sq (dal 1904 al 1905).


Michael Collins (1890-1922) era il comandante in capo dell’esercito dell’Irish Free State, che conquistò l’indipendenza dalla Gran Bretagna nel 1922. Dopo aver vinto la guerra di indipendenza contro la Gran Bretagna, grazie anche alla sua strategia rivoluzionaria, fu costretto a fare delle concessioni nel trattato di pace (Anglo-Irish Treaty del 1921), troppe secondo i suoi avversari (irlandesi che avevano prima combattuto insieme a lui), tra cui soprattutto la divisione dell’isola, a causa della quale 6 contee (l’Irlanda del Nord) restarono sotto la sovranità britannica. Lui stesso se ne rese subito conto, sottoscrivendo il trattato con riluttanza, dichiarando che stava firmando la propria condanna a morte.
E cosi fu. Dopo la firma del trattato di pace, scoppiò la guerra civile; gli irlandesi, che fino a pochi giorni prima avevano combattuto i britannici, adesso si combattevano tra di loro, tra chi accettava il trattato e chi non accettava la divisione dell’Irlanda in due parti, una indipendente e una no. Il 22.8.1922 Michael Collins fu ucciso in un’imboscata, nella regione di Cork.
Resto un po’ pensieroso davanti alla statua di quest’uomo, che dopo aver dedicato la vita all’indipendenza del proprio paese, fu ucciso dagli stessi suoi compagni di lotta, cui non bastava quello che avevano ottenuto. La divisione dell’Irlanda, che è stata causa di tante lotte e barbarie anche dopo l’ottenimento dell’indipendenza, nasce dalla contraddizione insita nel principio, sacrosanto, dell’autodeterminazione dei popoli: principio in teoria di facile applicazione, ma che diventa foriero di sanguinosi conflitti quando deve essere applicato nella pratica, poiché è difficile stabilire fino a quale divisione territoriale debba essere applicato questo principio. Sì, l’Irlanda aveva il diritto all’autodeterminazione; ma questo diritto lo aveva anche ogni singola contea (infatti 6 contee prevalentemente protestanti del nord votarono per restare nel Regno Unito)? E, estremizzando, questo diritto all’autodeterminazione lo ha ogni singolo paesino o particella di territorio?
Un ultimo sguardo alla statua di Collins, che riporta la frase con cui concluse il suo diario, proprio il giorno prima di morire (“The People AreSplendid”), e continuo la strada litoranea verso Baltimore, incontrando bei paesaggi costieri


e attraversando paesini colorati.


Giungo a Baltimore, che è il porto di imbarco verso le vicine isole Sherkin e Clear. Il paese è molto piccolo (come molti lungo le coste irlandesi), appena 400 ab. dice la mia guida, ma abbastanza affollato di turisti. Mi fermo a mangiare in un bar sul porto.
                           

Da Baltimore proseguo verso il vicino Cape Clear, di fronte all’isola omonima. Magnifici paesaggi, con i verdi prati fino alle scogliere a picco sul mare.
                       

Punto quindi su Brow Head, che è l’estremo sud dell’isola di Irlanda; infatti il vicino (e ben più famoso) Mizen Head è pochi metri più a nord.
Ma, a parte la particolarità geografica (io poi ho un debole per i capi e le estremità geografiche in particolare, e non sia mai che me ne perda una), Brow Head è magnifico e non c’è quasi nessuno.
Prima la costa frastagliata, con numerose baie riparate e spiagge,


poi Brow Head, che si raggiunge con una tipica “strada irlandese”, dove, pur essendo in moto, avrei difficoltà a incrociare con un'auto (ma per fortuna non ne passano).
Splendido!
 

Qui a Brow Head (nella torre di osservazione), Guglielmo Marconi trasmise (verso la Cornovaglia, in Inghilterra) il primo dei suoi messaggi radio cui ebbe risposta.
Ora verso Mizen Head!
Ancora spiagge


e arrivo al famoso Mizen Head.


Lascio la moto nel parcheggio e proseguo a piedi.
In una sala del centro visitatori sono illustrate le caratteristiche del luogo.
La riproduzione del famoso faro del Fastnet,


il plastico di Mizen Head, che ora visiterò,


alcuni interessanti plastici sulla geologia della regione, nelle varie epoche:
nel Giurassico (208/144 milioni di anni fa),


nell’ultima era glaciale,


dall’Olocene ad ora (gli ultimi 10.000 anni).


Ecco la carta nautica della zona: Capo Mizen (Mizen Head) e a sinistra, Browh Head a destra, (più a sud, anche se di poco).


A piedi verso Mizen Head.


La stazione di segnalazione (il faro automatizzato) di Mizen Head.


Disegno del celebre faro del Fastnet (posto 9 miglia a sud-est di qui), sull’omonimo scoglio.


Foto del Fastnet (da internet: fonte)


Il Fastnet è famoso anche per essere la “boa” della celebre omonima regata velica, in cui le barche ogni anno partono da Cowes (sull’isola di Wigh, sulla Manica presso la costa meridionale della Gran Bretagna), girano intorno al Fastnet e tornano indietro fino a Plymouth. Celebre anche per le tempeste che a volte le imbarcazioni devono affrontare.
                                                                             (fonte)                                                          (fonte)
                                            fastnetracefine     fastnet

Il primo faro del Fastnet fu costruito nel 1853, in ghisa, rivestito in mattoni; distrutto dalla tempesta dell’inverno del 1881, fu ricostruito in granito dal 1896 al 1904. Nel disegno sopra (foto n. 2216) e nella seconda foto di questo post (la n. 2188) si vedono le varie stanze ricavate all’interno del faro: (partendo dal basso) serbatoio dell’acqua, ingresso, motore, motore, bagno, letto, letto, stanza di controllo, cucina; in cima la lanterna.
Per la costruzione della torre furono impiegati 2.074 blocchi di granito, per un totale di 4.300 tonnellate. Ogni blocco fu tagliato in modo specifico (a coda di rondine) a Penwryn in Cornovaglia e trasportato sul Fastnet via nave. Ogni blocco si incastra perfettamente nei circostanti ed è tagliato in moto tale che è impossibile rimuoverlo se non è prima rimosso il blocco superiore in direzione verticale; questo sistema di costruzione fa sì che la torre sia costruita come un unico blocco monolitico, garantendo la necessaria robustezza per resistere alle terribili tempeste dell’Atlantico.
Ecco la riproduzione della sezione della torre del faro: si notano i blocchi di granito, con il loro taglio particolare, incastrati tra loro. Sullo sfondo, due dei blocchi in granito (uno a destra e uno a sinistra).


Per avere un’idea di cosa significhi una tempesta sulle coste atlantiche dell’Europa occidentale, ecco un video di una tempesta in Atlantico (costa della Bretagna).
                                                                                    

Continuo a piedi verso Mizen Head. Ecco il ponte che scavalca il precipizio.


Superato il ponte, arrivo alla stazione di segnalazione (il faro automatizzato) di Mizen Head.


Ormai è automatizzata, ma ci sono alcuni interessanti documenti, come il telegramma (il primo attraverso l'Atlantico) che Guglielmo Marconi tramise dal vicino villaggio di Crookhaven.


Riproduzione di una stanza del faro del Fastnet (notare i blocchi di granito delle pareti, intagliati come spiegato prima),


e della cucina.


Il faro di Mizen Head: dei 4 fanali delle foto, solo i primi 3 sono in funzione, il quarto (quello isolato) è solo da esposizione.
                                  

Tornato al parcheggio, riprendo la moto e punto verso nord. Superata la costa meridionale dell’Irlanda, adesso esploro quella occidentale.
                                             

Bantry. La riproduzione di imbarcazione in foto, fa riferimento alla Atlantic Challenge Bantry Bay Gig World Championship, una regata storica con delle repliche della Bantry Boat, un’imbarcazione del XVIII sec. Le imbarcazioni sono state costruite seguendo le linee e i progetti della nave originale catturata durante la fallita invasione francese del 1796. Tra i 16 equipaggi in gara c’è anche l’Italia.


Mi dirigo verso la Borlinn Valley. Strade secondarie, col solito traffico quasi nullo.
                                             

Arrivato alla Borlinn Valley, inizialmente imbocco una strada secondaria (intendo più secondaria del solito) che finisce in uno sterrato.


Accortomi dell’errore del gps, torno indietro verso la via "principale".


Un simpatico porta piante.


Percorro la Borlinn Valley, fino al Gougane Barra Forest Park, dove la strada scavalca il crinale della penisola di Beara (alla quota di m 355, non aspettavi grandi altezze in Irlanda).
                                     

            

Disceso a valle, raggiungo Kenmare, da dove comincia il famoso Ring of Kerry, il panoramico percorso costiero intorno alla penisola di Iveragh.


Percorro la costa meridionale della penisola. Ormai è tardi, meglio cercare un posto per dormire.
Arrivato a una bella spiaggia,


noto un campeggio. Non vedo tende, ma solo case mobili e camper/roulotte. Entro comunque e l’Irlanda, anche questa volta, non mi delude; posso fermarmi (finora solo un campeggio inglese mi ha rifiutato).
Trovo un posto per la mia tenda sul verde prato e la monto.


Poco lontano, un gruppo di ragazze irlandesi (sullo sfondo nella foto sopra) fanno un gran baccano cantando, ballando e bevendo. Spero finiscano presto; sono stanco e ho voglia di dormire.
Un’occhiata alla spiaggia,


mi preparo la cena e, in tenda! Domani sarà un’altra lunga giornata!

clicca per il giorno successivo

gold-wing.it © - tutti i diritti riservati - gold-wing@libero.it
                                     dal 12.2.2007