IRLANDA E ISOLA DI MAN (e Inghilterra, Galles e Scozia)
8/23.7.2012 - km 9.817
clicca per il giorno precedente
|
14.7.2012 - sabato - giorno 7
M.Wicklow (6.46) – Ballinspittle(20.33)
km 425
viaggio h 13.47, guida h 7.08
|
|
|
Fotoalbum del giorno
Ieri ho percorso solo 259 km. Nella settimana in Irlanda ho previsto di percorrere circa 2.800 km: sono quindi circa 400 km al giorno. E’ vero che ieri ho potuto cominciare la mia visita dell’Irlanda solo dopo lo sbarco dal traghetto, ma già la prima giornata mi fa pensare che probabilmente userò il mio giorno di riserva per allungare la permanenza in Irlanda a 8 giorni. Diminuendo la percorrenza a 350 km al giorno (2.800/8) dovrei farcela comodamente, visitando tutto (o quasi) il programmato.
Mi sveglio presto e parto prima delle 7. Temperatura 10°.
I Monti Wicklow incorniciano il campeggio.
e mi accompagnano fino alla Military Road (lasciata ieri per andare verso il campeggio), che riprendo, diretto al Sally Gap.
Scuri laghi tra le montagne
e una strada decisamente poco frequentata.
Le nubi si abbassano sulle cime, lungo la strada, mentre greggi di pecore attraversano.
Arrivo al Sally Gap, il principale valico di queste montagne.
La temperatura resta sui 10° anche durante la discesa.
Passo accanto al lago Tay (Lough Tay)
La strada resta piacevole e molto tranquilla.
Tornato a valle, al primo paese cerco qualcosa per fare colazione, ma tutti i bar (o pub o quello che sono) sono chiusi (vabbè che io mi alzo presto, ma in Italia sarebbe inconcepibile); per fortuna trovo un negozio di alimentari aperto.
Arrivo a Glendalough. Glendalough (Gleann da Loch, cioè Valle dei due Laghi) era un insediamento monastico; aggiunge fascino al sito l’incantevolepaesaggio naturale, con i due laghi (Upper e Lower Lake) nella vallata coperta di foreste.
Nel 498 il giovane monaco Kevin arrivò in questa valle, si stabilì in una tomba dell’età del Bronzo sull’Upper Lake, dormendo per sette anni sulla pietra. Molti proseliti lo raggiunsero e si formo un insediamento monastico, che nel IX sec. Divenne (insieme a Clonmacnoise) la città monastica più importante d’Irlanda.
Saccheggiata dai Vichinghi quattro volte tra il 775 e il 1071, fu infine rasa al suolo da un esercito inglese nel 1398. Dopo tale distruzione si ristabilì una piccola comunità, definitivamente distrutta con una nuova repressione nel XVII sec.
Parcheggio la moto presso l’Upper Lake e proseguo a piedi, costeggiandola sponda settentrionale del lago.
Raggiungo poi (con la moto) il Lower Lake, dove sono presenti la maggior parte dei resti dell’insediamento monastico.
Entro attraverso l’arco in pietra dell’ingresso del monastero (l’unico di questo tipo in Irlanda).
Dopo l’ingresso c’è un cimitero (ancora in uso),
con un’interessante torre circolare (X sec., alta 33 m, circonferenza alla base di 16 m).
L’ingresso della torre è posto circa 3,5 m sopra il terreno (probabilmente era utilizzata una scala removibile, per rendere più difficile al nemico di entrare).
Ci sono poi i resti della Cattedrale di San Pietro e Paolo (X sec.)
e, a sud, la St Kevin’s Kitchen (Cucina o Chiesa di S.Kevin) (XI sec. nelle parti più antiche).
Interessante una pietra, la Deer Stone (Pietra del Cervo); si tratta di un “bullaun”, una pietra usata come mortaio per pestare cibo; molte di queste pietre risalgono all’epoca preistorica.
Lasciata Glendalough, completo l’attraversamento dei Monti Wicklow e giungo alla costa, che seguo per un breve tratto, prima di dirigermi verso ovest. Infatti le mie due prossime mete sono all’interno; una delle poche eccezioni nella mia visita dell’Irlanda, che prevede di visitare prevalentemente la costa.
La strada è spesso immersa nel verde.
Giungo a Kilkenny e al suo celebre castello. La prima struttura in pietra fu costruita nel 1192. Modificato nel XIX (p.e. con l’apertura di numerose finestre per renderlo meno tetro),
rivela al suo interno una sorpresa: un grande parco, una magnifica distesa verde, oasi di pace, che si distende lungo il fiume Nore.
Il lato interno del castello, visto dal parco.
Interessante anche, sempre a Kilkenny, la St Canice’s Cathedral (Cattedrale di San Canizio), del XIII sec., la più grande d’Irlanda dopo quella di San Patrizio a Dublino. Caratteristico il campanile rotondo.
Riparto, ancora verso ovest, diretto al Rock of Cashel.
La rocca compare nella campagna irlandese, visibile da lontano, su una verde altura calcarea.
Il termine cashel è una versione anglicizzata della parola irlandese caiseal, che vuol dire fortezza. Per oltre un millennio questa rocca è stata un simbolo di potere, sede di re e religiosi che governarono sulla regione. Base nel IV sec. Del clan gallese degli Eoghanachta (poi noti come MacCarthy), per 400 anni contese a Tara il titolo di centro di potere d’Irlanda. Nel X sec. Fu conquistata dalla tribù degli O’Brien, che nel 1101 la donarono alla Chiesa.
Gli edifici che vedo ora sulla rocca sono solo quegli ecclesiastici, gli unici sopravvissuti ai saccheggi delle truppe di Cromwell nel 1647.
Parcheggiata la moto in paese, salgo a piedi.
All’ingresso della rocca, noto le massicce costruzioni poggiate sulla roccia.
L’edificio più imponente è la cattedrale (XIII sec.), la cui estremità occidentale (a sinistra nella prima foto) è costituita dall’Archbishop’s Residence (la Residenza dell’Arcivescovo), un castello (XV sec.) di quattro piani, con la sala centrale costruita sulla navata.
La cattedrale è in gran parte senza tetto.
I bambini giocano sui prati dalla rocca, la vista spazia per km tutto intorno.
e si possono vedere anche i resti della vicina Hore Abbey. Questa abbazia ha una storia singolare: fondata nel XII sec. da monaci benedettini, fu poi donato all’ordine cistercense da un arcivescovo del XIII sec., che espulse i benedettini dopo aver sognato che volevano assassinarlo.
Molto interessante è la Cormac’s Chapel, del 1127, probabilmente la prima chiesa romanica d’Irlanda. L’edificio è in restauro, ma comunque visitabile.
Nell’interno posso ammirare un soffitto a volta sorretto da costoloni, il sarcofago dove dovrebbe riposare il re Cormac (in basso nella foto)
e bei fregi scolpiti, con resti di affreschi.
Ridiscendo in paese, riprendo la moto e finalmente dirigo nuovamente verso la costa. E’ finita la mia divagazione verso l’interno dell’Irlanda.
Le solite tranquille stradine nel verde
mi portano fino a Midleton, che ospita la vecchia distilleria del famoso whiskey Jameson.
La Jameson Experience illustra il processo di trasformazione dell’orzo in whiskey (anche se ora il Jameson è prodotto in una moderna distilleria di Cork che dista 20 km).
Vado verso Cork, dove ho programmato di visitare solo l’English Market (Cork è una città piuttosto grande, 120.000 ab., la seconda della rep.d’Irlanda, e non ho voglia di attraversarla); mi rendo conto però che è tardi e non voglio anche oggi restare molto dietro la tabella di marcia. Decido quindidi tagliare questa visita e puntare direttamente sul Blarney castle, famosa per la pietra magica che donerebbe l’eloquenza a chi la bacia.
Sbaglio, per due motivi: innanzitutto quando arrivo al castello lo trovo ormai chiuso; poi, ad una lettura più attenta della guida, mi rendo contoche non ne vale assolutamente la pena. Se passate da queste parti, meglio Cork.
Comunque, superata Cork, (dalla quale comunque passo)
e la sua ampia e frastagliata baia, continuo lungo la costa, percorrendo tranquille e strette stradine secondarie,
passo dal bel paese di Kinsale,
col suo porto posto sull’estuario del fiume Bandon,
e dopo un po’ trovo un bel campeggio.
Oggi ho fatto più strada di ieri, ma calcolo comunque che resterò in Irlanda un giorno in più, 8 e non 7. Credo proprio che ne valga la pena.
clicca per il giorno successivo |