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Sei in: MOTO - ISLANDA - DIARIO DI VIAGGIO - GIORNO 13
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ISLANDA
Acqua, terra e fuoco

28.6.2007 - giovedì - giorno 13
Seydisfjordur (IS) (7.46) - (Snaefell) - Seyd. (10.17)
Km 172, viaggio h 2.31, guida h 2.17


Oggi è il giorno del traghetto: si torna sul continente!

E' una settimana esatta da quando sono sbarcato in Islanda. Ma non è ancora finita e voglio sfruttare fino all'ultimo le ore che mi restano di permanenza in questa isola. E così mi sveglio di buon'ora, carico la moto e parto per l'ultimo giro di esplorazione.

Ripercorsa la solita catena di montagne che separa Seydisfjordur dal resto dell'isola, costeggio il lungo lago Lagarfljot, da Egilsstadir (estremo nord), fino all'estremità meridionale.

Salgo quindi verso l'altopiano di Fljotsdalur, diretto verso il monte Snaefell.

Le nubi basse e la leggera pioggia creano un'atmosfera particolare. Non c'è nessuno in giro e percepisco distintamente la completa solitudine dei luoghi. Giunto sull'altopiano di Fljotsdalur, dirigo ancora verso sud per qualche km, cercando di avvicinarmi al monte Snaefell (m 1.833), al limite settentrionale del grande ghiacciaio del Vatnajokull. Lo Snaefell è la più alta montagna islandese che non faccia parte di un ghiacciaio: vorrei arrivarci, ma ormai sono le 9.05 e mi sono imposto di mantenere un certo margine di sicurezza: non posso rischiare di perdere la nave e quindi, a malincuore, fermo la moto.

Sono solo, su un altopiano a oltre 600 m disabitato, non vedo nessuno da km, nè alcun segno di vita; le nubi basse nascondono l'orizzonte in una coltre grigia, dentro cui si perde la strada davanti a me. E' bellissimo, ma devo rientrare alla base. Qui finisce il mio viaggio in Islanda: giro la moto e torno indietro.

Ripercorro la strada lungo il lago Lagarfljote, per la sesta volta, il tratto tra Egilsstadir e Seydisfjordur.Ormai mi sembra di conoscerne ogni curva: cerco di imprimermi nella mente ogni montagna, ogni particolare di questo splendido paese. Arrivo a Seydisfjordur mentre la nave entra in porto.

Trovo Tomaz già in fila per il traghetto: supero la lunga fila di auto (vantaggi della moto) e attendo l'imbarco.

Salito sulla nave, lego con la consueta cura la moto, occupando, come all'andata, due spazi per le moto.

La nave parte con un po' di ritardo: ciao Islanda!

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