ISLANDA
Acqua, terra e fuoco
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26.6.2007
- martedì - giorno 11
Husavik (IS) (9.28) - Modrudalur (IS) (15.09)
Km 167, viaggio h 5.41, guida h 3.18 |
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Oggi un'altra tappa breve. Il vantaggio
di avere guadagnato un giorno nella prima parte della settimana
ci consente di prendercela più comoda adesso, senza
l'assillo del traghetto.
Per tornare sulla Ring Road decido di percorrere
una strada diversa da quella che ci ha portati qui a Husavik.
Anche perchè ho due mete interessanti da visitare.
Dirigiamo quindi verso nord, costeggiando la baia di Skjalfandi
che ieri abbiamo percorso in barca alla "caccia"
delle balene. La costa è bella e interessante, anche
per la presenza di numerosi fari.Mi
colpisce ancora una volta l'esistenza (cosa frequente in Islanda)
di insediamenti minuscoli (anche una sola casa!), tuttavia
segnati con un proprio nome sulla carta geografica, e dotati
pure di un campo di calcio (ma chi ci giocherà?).Superata
la baia di Skjalfandi, costeggiamo quella di Oxarfjordur.Le
alte scogliere sono meta di uccelli che vi nidificano.
Nella baia di Oxarfjordur sfocia lo "Jokulsa
a Fjollum", il secondo fiume islandese, proveniente dal
grande ghiacciaio del Vatnajokull.
Poco prima del fiume c'è Asbyrgi. E'
un posto davvero unico: una profonda gola (km 3,5) a fondo
cieco, tra pareti rocciose alte 60 m e con al centro una specie
di isola, detta Enjan. La leggenda la spiega come una gigantesca
impronta di Sleipnir, il cavallo di Odino. Più prosaicamente,
si tratta di una gola modellata in tale strano modo dal ritirarsi
dei ghiacciai.
Comunque il posto emana una grande atmosfera;
mi immagino com'era al tempo dei vichinghi, in quel tempo
antico popolato e di miti e di guerrieri; di fronte a un posto
del genere, era davvero facile pensare all'impronta del cavallo
di Odino!
In questo luogo inoltre, a causa della sua
posizione estremamente riparata, si è creato un microclima
che l'ha trasformato in un'oasi naturalistica, con una intensa
vegetazione di betulle, salici e ginepri, e molti animali,
soprattutto uccelli che nidificano nelle pareti rocciose.
Visitata Asbyrgi, vorrei continuare lungo la
costa settentrionale, fino al punto più settentrionale
dell'isola d'Islanda, posto sul Circolo Polare Artico (66°
33' Rifstangi); ma il tempo è davvero brutto: piove
e il cielo non promette nulla di buono. Sembra che la nostra
lunga parentesi di bel tempo (durata in pratica fin dalla
Norvegia!) stia per finire: decido quindi di puntare a sud,
percorrendo una strada che in 57 km ci riporterà sulla
Ring Road, costeggiando il fiume "Jokulsa a Fjollum".
Questa strada che mi accingo a percorrere dovrebbe essere
stata appena asfaltata (la cartina la segna sterrata), a detta
di una coppia di italiani incontrati ieri a Husavik, che mi
hanno assicurato di averla percorsa pochi giorni fa con la
loro auto non 4x4.
Ora io non so se queste persone avevano bevuto
prima di percorrere questa strada, oppure la sensibilità
degli automobilisti alle condizioni del fondo stradale è
talmente bassa da non percepire la differenza tra l'asfalto
e la terra; fatto sta che incontriamo uno dei più brutti
sterrati trovati in Islanda! Sono 57 km durissimi, anche per
la pioggia quasi incessante. Terra e ghiaia in abbondanza
e l'unica cosa che ricorda l'asfalto è il colore scuro
del terreno!E,
come se non bastasse, a metà strada incontriamo una
ruspa che sta "sistemando" la strada, spargendoci
sopra altra terra. Risultato: strada ancora più soffice
e facciamo gli equilibristi per non cadere!
La fatica è però premiata dall'arrivo
alla cascata di Dettifoss, posta quasi a metà della
strada (non ci sono altre strade per arrivarci).
Dettifoss è impressionante: la cascata
con un unico salto supera il dislivello di oltre 40 metri
nel canyon scavato dal fiume "Jokulsa a Fjollum";
ha una portata d'acqua oscillante (a seconda del disgelo)
tra i 200 e i 1500 metri cubi al secondo; le sue acque hanno
un colore plumbeo, poichè ricche di sedimenti glaciali.
La giornata piovosa non consente grandi foto, che comunque
danno un'idea della maestosità dello spettacolo. Temperatura
2°: restiamo con i caschi indossati. Credo
che le cascate basterebbero da sole a giustificare un viaggio
in Islanda!
Ripreso lo sterrato, riusciamo faticosamente
ad arrivare incolumi alla Ring Road. Abbiamo però voglia
di riposare, ed all'asciutto. A Grimsstadir (dove finisce
lo sterrato, a 4 km dalla Ring Road) c'è un campeggio,
ma vederlo deserto sotto la pioggia incessante non ci ispira
(siamo campeggiatori, ma a tutto c'è un limite); per
una camera presso un'abitazione privata ci sparano uno sproposito
e così decidiamo di proseguire. Noto una "spartana"
stazione di servizio.
Dopo una trentina di km, il gps (dove ho segnato
la posizione di tutti i campeggi d'Islanda) mi indica un'altra
possibilità di alloggio. Vedo la strada sterrata che
porta verso sud, verso la località di Modrudalur. Subito
prima di me svolta un autobus carico di turisti! Temendo che
ci soffino i pochi posti letto disponibili (non ho molta voglia
di passare la notte in tenda, dopo una giornata di pioggia,
che ancora continua), inseguo il bus e, sull'infido sterrato,
do gas e lo supero. Arrivo al villaggio poco prima dell'autobus
e mi fiondo dentro l'unico posto di ristoro chiedendo un alloggio.
E' fatta!
Trovo posto per la notte, a buon prezzo. Gestiscono
il posto due ragazze: un'islandese, che non sa (ovviamente)
una parola d'italiano, e una della R.Ceca che invece conosce
la nostra lingua e quindi funge da interprete. Otteniamo una
bella casa (con addirittura 5 posti letto, perfetta per una
famiglia), ad un buon prezzo, con bagno e cucina. E' molto
confortevole, col riscaldamento e il caratteristico prato
sul tetto. Comodamente al riparo, guardiamo fuori nevicare.
Credo che domani il tempo non sarà propizio.
Possiamo rilassarci. Anche questa è
fatta.
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