ISLANDA
Acqua, terra e fuoco
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23.6.2007
- sabato - giorno 8
Geysir (IS) (8.44) - (Reykjavik) - Geysir
(IS) (21.25)
Km 405, viaggio h 12.41, guida h 6.03 |
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Oggi, per l'unica volta nel viaggio, tornerò
la sera con la moto nello stesso posto da dove sarò
partito la mattina. In questo modo domani saremo pronti per
la tappa più impegnativa, già sulla strada diretta
verso l'interno.
La prima meta è Thingvellir. Questo
è il più antico dei parchi nazionali islandesi
e, oltre a posti di grande interesse naturalistico, racchiude
il luogo storico più importante d'Islanda (quasi tutte
le foto di oggi sono di Tomaz, a causa dell'incidente che
descriverò in seguito; comunque sono sue tutte le foto
numerate con un “-“).
Giungiamo al lago di Thingvallavatn (il più
grande d'Islanda, km² 84) e ne percorriamo la riva orientale.
Arriviamo infine presso l'estremità settentrionale
del lago, all'Almannagja, la linea di faglia tra la zolla
continentale europea e quella americana. Infatti l'Islanda
è a cavallo tra le due zolle tettoniche, ed è
quindi sede di violenti e frequenti terremoti.
Ma non è tutto.
Proprio in questo posto, nei pressi del fiume Oxarà(l'unico
immissario visibile del lago), c'è la zona più
importante per la storia d'Islanda. Qui infatti, sul margine
orientale della spaccatura dell' Almannagja (dove ora c'è
un'asta portabandiera), c'è
il Logberg (roccia della legge), ai piedi del quale dal 930
si è riunita l'Althing, l'assemblea parlamentare islandese,
la più antica (ininterrotta) al mondo. Proprio qui,
il 17.6.1944, fu proclamata l'indipendenza dell'Islanda.
E' un posto che emana un'atmosfera
particolare: passeggiando tra queste rocce, sento la storia
che è passata in questi luoghi; immagino i capi vichinghi,
accampati nella valle, riuniti per giorni nel parlamento,
durante la tregua, per discutere le questioni locali.
Dopo Thingvellir il programma prevede di percorrere
la litoranea che gira intorno alla penisola a sud della capitale,
Reykjavik. Nello studiare il percorso mi ero reso conto che
alcuni tratti sarebbero stati non asfaltati, ma, visto che
si trattava di pochi km, avevo pensato che non sarebbe stato
un problema: invece questo sarà il tratto più
difficile di tutto il viaggio! Non fatevi illudere dalla brevità
dei percorsi: pochi km di sterrato islandese ghiaioso possono
mettere in difficoltà molte moto!
Superata la città di Selfoss, nella
principale zona agricola d'Islanda (una delle poche), arriviamo
al mare presso Eyrarbakki e da qui costeggiamo l'oceano per
una buona strada. La prima difficoltà la incontriamo
su una lunga duna litoranea, che divide la foce del fiume
Hvita dal mare: il vento è fortissimo, proviene da
nord e, visto che noi andiamo a ovest, ci prende proprio di
lato! Sono costretto a scalare le marce e viaggio piegato
a destra per compensare l'effetto del vento: la grande superficie
laterale della Gold Wing mi mette in difficoltà, ma
vedo che anche Tomaz non se la passa bene!
Comunque ne usciamo indenni e dopo un po' svoltiamo
a sinistra per una strada sterrata (la n. 42), lungo il mare.
All'inizio non è male, e si viaggia abbastanza tranquilli.Dopo
un po', però, lo sterrato diventa sempre più
ghiaioso e comincio a trovarmi in difficoltà. Più
che avanzare mi sembra di galleggiare sui sassi, in un continuo
precario equilibrio tra il rallentare per istinto di sopravvivenza
(e attenuare gli effetti di una possibile caduta) e accelerare
per diminuire le vibrazioni e superare meglio le asperità
del terreno.La
parte più delicata è quando incrociamo i rari
veicoli e siamo costretti a tenere la destra, finendo inevitabilmente
sulle fasce di pista con più ghiaia. Traffico, come
detto, scarso (nonostante la vicinanza con la capitale), paesaggio
come al solito selvaggio.
Il vento ci sferza incessante,
sempre da nord e quindi, andando noi ancora a ovest, di lato.
Finito lo sterrato (56 km h 1.54, media km/h 30, compresi
8 km di asfalto), controllo la moto: solo una vite di una
luce secondaria allentata, che sistemo con del nastro adesivo.
Ma non è finita qui, perchè,
ritornati sul sicuro (?) asfalto, ad un certo punto affronto
una curva a sinistra, in un tratto di strada molto sopraelevato
rispetto al terreno circostante. Improvvisamente, sullo sfondo
della strada, mi appare una montagna innevata: come mio solito
ho la fotocamera appesa alla mano destra. Esito un po' sul
da farsi: l'inquadratura è molto bella, ma la situazione
è delicata. Curva impegnativa a sinistra e forti raffiche
di vento da destra. Alla fine decido di fotografare: alzo
la mano, scatto e, proprio nel momento in cui sto per riabbassare
la mano sulla manopola del gas ... una raffica violentissima
mi fa volare in aria la fotocamera e me la sfila dal polso!
Mi fermo dopo pochi metri e, con l'aiuto di
Tomaz, cerco la fotocamera. Veramente prima di cominciare
la ricerca il problema è ... fermarsi. Il vento è
talmente forte che abbiamo grosse difficoltà a fermare
le moto e tenerle in piedi. Cerchiamo per diversi minuti e
Tomaz trova la fotocamera: la mia iniziale esultanza si trasforma
presto in delusione, verificando che la fotocamera è
danneggiata in modo irreparabile (la pur robusta struttura
metallica è lesionata gravemente dall'impatto avvenuto
proprio su uno spigolo) e, soprattutto, che si è aperta
facendone uscire la scheda. Cerco disperatamente la scheda,
ma è rotolata sul fianco della strada, in mezzo a migliaia
di sassi grigi: praticamente impossibile trovarla!
Quindi tutte le foto contenute sono perse!
La delusione è parzialmente attenuata dal fatto che,
proprio ieri pomeriggio, ho sostituito la prima scheda (da
4 GB, ormai piena) con una nuova da 2 GB): quindi ho perso
"solo" le foto di un giorno.
Adesso però il problema è trovare
una nuova fotocamera per il resto del viaggio! L'unico posto
in Islanda dove trovarla è la capitale, Reykiavik,
cui per fortuna siamo vicini. Quindi rotta su Reykjavik!
L'ultima località costiera è
Grindavik: da lì in pochi km si arriva alla famosa
Laguna Blu.E'
una stazione termale naturale, circondata da colate di lava
e spiagge di sabbia nera. La temperatura dell'acqua è
di 37-39°. Nelle sue acque sono presenti elementi che
hanno effetti benefici sul corpo e sali balsamici e rilassanti.
Anche il fango, a base di silice bianca, produce effetti benefici
sulla pelle. Si vede prima la parte esterna della laguna,
che però ha acque fredde.Solo
dopo aver superato l'ingresso (dove si paga per accedere agli
spogliatoi) si arriva alla parte termale.
E' un posto molto frequentato dagli islandesi: uno dei pochi
dove possono fare il bagno all'aperto (insieme ad altre sorgenti
termali più piccole). E' molto bello il contrasto tra
l'acqua calda della laguna e il freddo dell'aria; oggi in
effetti è una mite giornata di sole, ma qui si fa il
bagno anche se fuori la temperatura è sottozero!
Ma non c'è tempo da perdere: devo arrivare
a Reykjavik in tempo per comprare una fotocamera (oggi è
sabato). Quindi, attraverso le impressionanti distese di lava
che circondano la Laguna Blu,mi
dirigo velocemente verso la capitale.
Individuo sul gps un centro commerciale alla
periferia della città e mi ci fiondo dentro. Miracolo!
Trovo subito proprio il concessionario della mia marca di
fotocamera! Ma, grande delusione: ha chiuso da 10 minuti!
Disperato, mi rivolgo ad un negozio vicino che, molto gentilmente,
mi indica un altro centro commerciale (credo il più
grande di Reykjavik), dove dovrei trovare quello che cerco.
Non riesco a trovare la via sul gps, ma ho individuato la
zona approssimativa, quindi via, a tutto gas!
Arrivato nei pressi dell'obiettivo, fermo a
un semaforo, chiedo ad un auto dove sia questo negozio: la
guidatrice mi indica che l'ho appena passato: il problema
è che sono fermo sulla corsia sinistra di una strada
a doppia carreggiata con 3 corsie per senso di marcia e il
centro commerciale è dietro a destra!
Non esito un attimo: guardo dietro (strada
libera), taglio da sinistra a destra tutta la carreggiata,
passo su un marciapiede e su una pista ciclabile, un breve
tratto contromano e quindi mi dirigo verso il negozio!
La cosa sarebbe già di per sè
piuttosto grave, ma per di più tutta la scena è
avvenuta sotto gli occhi di un'auto della polizia! Gli esterrefatti
poliziotti islandesi credo che non sapessero cosa pensare,
di fronte a un simile "barbaro" modo di comportarsi
alla guida: certo gli islandesi sono più "rispettosi
delle regole"! Per fortuna Tomaz (che è dietro
di me) spiega loro che si tratta di un'emergenza e di avere
pazienza che non sono del posto. Osservo la scena con la coda
dell'occhio, esito un attimo e, quando Tomaz si avvicina gli
chiedo se intendono arrestarmi o posso andare: mi fa cenno
di andare e non me lo faccio ripetere due volte!
Giunto al centro commerciale, trovo di corsa
il negozio (sta per chiudere) e prendo al volo dallo scaffale
una fotocamera simile alla mia (è semplicemente il
modello successivo, con un megapixel in più); non chiedo
nemmeno quanto costa (ovviamente, come quasi tutto, più
che in Italia) e pago. E' fatto, cessato pericolo, posso riprendere
a fotografare!
A questo punto finalmente ci rilassiamo, visitando
Reykjavik. Parcheggiamo le moto in pieno centro (uno dei vantaggi
del nostro veicolo!) e facciamo un giro a piedi per la capitale.Curiosi
(e molto intelligenti) i tabelloni snodati, resistenti ai
forti venti, qui frequenti.
Reykjavik (115.611 abitanti nel 2006) è
il centro del paese, la capitale europea più settentrionale
(lat. 64° 8'); possiede un ottimo porto naturale, sempre
libero dal ghiaccio.Il
suo fondatore è considerato il navigatore vichingo
Ingolfur Arnarsson, che nell'874, giunto presso la costa meridionale
dell'Islanda, avrebbe gettato in mare le colonne di legno
consacrate della propria casa norvegese, promettendo di costruire
la sua nuova abitazione dove la corrente le avrebbe portate
a riva. Trovate le colonne qui, chiamò l'insediamento
Reykjavik (Baia fumante), a causa degli imponenti pennacchi
di vapore delle aree circostanti, dovuti ai fenomeni geotermici.
In suo onore è posta una statua su una collina, l'Arnarholl,
da cui si ha un bel panorama sulla città.
Per molto tempo Reykjavik rimase un piccolo
centro (nel 1786 aveva ancora meno di 200 abitanti), nel 1918
divenne la capitale e nel 1944 (alla dichiarazione dell'indipendenza)
aveva già 40.000 abitanti. In pochi metri sono concentrati
i principali edifici istituzionali. Lo Stjornarradhidh è
il palazzo del Presidente della Repubblica, costruito nel
1756 come unica prigione d'Islanda, per
quei detenuti, colpevoli di reati comuni, che non era economicamente
conveniente deportare in Danimarca.
Dirigendoci verso sud,arriviamo
a piazza Austurvollur, posta sul sito della prima abitazione
di Arnasson, il fondatore della città. Oggi è
una bella giornata di sole e il parco è pieno di gente
sdraiata sul prato e seduta ai caffè.Al
centro della piazza è la statua di Jon Sigurdhsson
(1811-79), padre dell'indipendenza nazionale.Vi
si affacciano il Parlamento (Althingishusidh, 1881),la
cattedrale luterana (Domkirkjan, 1796)e,
subito a sud, vi è l'incantevole lago Tjornin.
Si tratta di un piccolo specchio d'acqua, alimentato
da una sorgente geotermica che ne mantiene sgombra dal ghiaccio
parte della superficie anche d'inverno, risultando quindi
una vera oasi nel centro della città, molto apprezzata
dalle starne artiche, che lo popolano numerose.
La riva occidentale del lago è occupata da case
in legno (inizio '900) con giardini, importate dalla Norvegia
in elementi prefabbricati, segno distintivo della prosperità
dei proprietari nell' "età dell'oro del pesce".
All'estremità settentrionale, il moderno (1992) municipio
(Radhhus)e
l'impronunciabile Idhnadharmannahusidh (detto Idhnò,
si vede che anche gli islandesi si erano stancati di questo
nome!), centro sociale e teatro (il più antico d'Islanda),
costruito nel 1890 perchè gli abitanti della città
avessero un posto dove riunirsi nelle lunghe serate invernali.
Per uscire dalla città, ci affidiamo
ad un motociclista locale che, in sella ad una supersportiva,
ci conduce piuttosto "velocemente" sulla strada
per Selfoss. Noto che le moto più frequenti dei locali
sono supersportive e custom, proprio le meno adatte per queste
strade.
Tornati a Geysir, c'è appena il tempo
per notare una Gold Wing trike locale, e poi una rapida cena,
nella fredda serata islandese (il sole è ormai basso,
oggi abbiamo fatto tardi).
Aspetto con ansia ed eccitazione la giornata
di domani: l'attraversamento dell'interno dell'Islanda!
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