TRANSASIA
Via della Seta - Mongolia - Siberia
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17.7.2009 - venerdì - giorno 38
Minsk (BY) (9.06) [+1] -
50 km W Varsavia (PL) (18.28)
km 579
viaggio h 10.22, guida h 7.59 |
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6.3 EUROPA!
Europa politica, ovviamente, poiché quella geografica ormai l’ho raggiunta col passaggio degli Urali, 4 giorni fa.
Da qui in poi, posso lasciar perdere il passaporto, che conservo nella borsa, silenzioso testimone di tanti confini superati, ormai con le pagine piene di strani timbri.
Il doganiere polacco mi accoglie con un sorriso, che si trasforma in stupore, quando legge sulla moto (e sente dalle mie parole) da dove vengo e che lungo giro ho fatto per tornare in Europa.
Rimetto l’orologio sull’ora italiana e dirigo verso Varsavia. La temperatura sale fino a 33°.
“Apprezzo” subito le brutte strade, quasi tutte (almeno quelle che percorro) in rifacimento, con i pericolosissimi semafori e passaggi pedonali che interrompono continuamente le vie principali, il traffico intenso (dopo la pace della Siberia, ma perfino peggio che a Mosca).
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18.7.2009 - sabato - giorno 39
50 km W Varsavia (PL) (7.59) -
N Bayreuth (D) (20.14)
km 896
viaggio h 12.15, guida h 10.11 |
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Tutte le volte che sono passato dalla Germania, l’ho fatto a 180 km/h. Adesso no. Con la moto ridotta così, sarei un pazzo a farlo; intendo dire un pazzo più di quanto già non sia, per aver percorso 10.000 km dalla Mongolia a qui in queste condizioni.
Sono stanco; la guida oggi ha richiesto un notevole impegno fisico, soprattutto per le condizioni della moto e la pioggia. Ancora un giorno, la moto deve reggere ancora per un giorno; poi sarò in Italia.
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19.7.2009 - domenica - giorno 40
N Bayreuth (D) (8.14) -
Dalmine-BG (I) (19.38)
km 793
viaggio h 11.24, guida h 8.44
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Arrivato in Austria, finalmente smette di piovere e la guida diventa davvero piacevole, con la strada in mezzo alle verdi montagne delle Alpi e i bianchi ghiacciai. Eccomi a Innsbruck e poi affronto la salita verso il Brennero.
Il motore della Gold Wing tira che è una bellezza e salgo verso il valico superando numerosi veicoli più lenti di me, nonostante continui a rispettare il limite dei 100 km/h che mi sono imposto per sicurezza.
Panorama e strada magnifica; i posti che ho visto in questo viaggio mi hanno colpito; ho ammirato paesaggi straordinari, ma credo che non ci sia niente di più bello, motociclisticamente, delle nostre Alpi.
Ci siamo! Il cartello Brennero mi annuncia che sto per rientrare in Italia, dopo 38 giorni.
6.3 ITALIA!
Ritornato in copertura telefonica italiana (quindi con tariffe “umane”), telefono a Ginoe, la mia “voce”, il mio tramite col resto del mondo durante questo viaggio.
Ginoe mi chiede come sta la moto e io rispondo felice “un disastro!”; lo dico con tale entusiasmo nella voce, che il messaggio che giunge al mio amico non è, come si potrebbe ricavare dalle semplici parole, negativo, ma positivo. La moto è un disastro, sì, ma l’ho riportata in Italia e tra poche ore sarà dal mio meccanico e domani a casa; ce l’ho fatta, ce l’ho fatta!
Arrivo al casello di Dalmine (BG).
Esco dall’autostrada e subito vedo i miei amici, che si sono dati appuntamento qui, con le loro moto, per attendermi. Fin da lontano li vedo sbracciarsi per salutarmi; sono commosso; mi hanno aspettato qui per oltre mezz’ora (il rallentamento finale mi ha fatto tardare).
In questo modo uno di loro (FAVO1) ha descritto (la mattina dopo, sul forum di Mototurismo) il mio arrivo:
<<"Scusate il ritardo"... sono queste le parole che sono uscite dalla sua bocca, ancora con il casco allacciato, quando è uscito dal casello di Dalmine ... !!!! Ma come "ritardo" ????
Gold sei un grande. Dopo tutto quello che hai passato e i km percorsi la mezzoretta che ti abbiamo aspettato era il minimo.>>
Grande è l’entusiasmo; mi salutano, mi abbracciano; sono felice di essere riuscito a tornare in Italia, sono felice di avere questi amici.
Tutti insieme, andiamo, come programmato, a festeggiare in pizzeria.
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20.7.2009 - lunedì - giorno 41
Dalmine-BG (I) (11.08) -
Lecce (I) (23.59)
km 1.093
viaggio h 12.51, guida h 11.20 |
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Ho appuntamento col mio meccanico alle 8.30 presso lo stesso gommista dell’andata. Arrivo in leggero anticipo e Mario (il meccanico) si presenta puntuale; ha ancora i postumi del grave incidente subito prima della mia partenza, ma, anche stavolta, sia pure in stampelle, si presenta per aiutarmi.
Anche lui ha modo di “apprezzare” lo stato in cui è ridotta la moto e scherza con me, sulla mia “pazzia” di riportarla in Italia in quello stato; conviene, comunque, che è stata la scelta migliore, viste le circostanze.
Il cerchio, oltre alle già notate botte sul bordo, presenta una lunga lesione trasversale.
Sono le 11 passate quando finiamo. Forza, un ultimo sforzo, riportiamo la moto a casa!
Ho appuntamento col mio amico Ginoe al casello di Cesena. Appena esco dall’autostrada, eccolo lì: lo riconosco da lontano, accanto alla sua BMW K1200LT, fotocamera in mano, ad immortalare l’attimo del mio arrivo.
Dopo tanti sms, finalmente ci incontriamo. Ci abbracciamo, commossi; grazie Ginoe, grazie di tutto quello che hai fatto per me; grazie per tutti i miei messaggi che hai pazientemente ricopiato e pubblicato sul forum; sei stato la mia voce, il mio tramite con l’Italia, con la mia famiglia, con tutti i miei amici; mi hai seguito costantemente durante tutto il viaggio; e come ti preoccupavi, se non ti arrivavano i miei sms quotidiani; subito mi inviavi un messaggio, avvisandomi e chiedendomi se c’erano problemi.
[Due mesi dopo il nostro incontro, Ginoe ha subito un ictus, poche ore dopo una cena in occasione di un raduno di moto Gold Wing, cui lo avevo invitato anche per festeggiare la felice conclusione del mio viaggio; dopo pochi giorni è morto. Addio, amico mio].
Ci rechiamo presso un vicino bar, per un caffè; il tempo è poco (vista l’ora, ho calcolato che arriverò a casa verso mezzanotte e non voglio fare più tardi), le cose da dire tante. Gli mostro alcune foto del viaggio, lo stato della moto. Gli occhi di Ginoe brillano mentre gli racconto alcuni episodi del viaggio, vicissitudini, emozioni, imprevisti; brillano come solo gli occhi di un motoviaggiatore possono brillare quando parla, o sente parlare, di viaggi in paesi lontani. Dopo un po’ ci raggiunge Marino, un amico winger di Cesena (avevo avvisato anche lui del mio passaggio).
E’ ora: riparto insieme a Ginoe, percorrendo con lui un tratto di autostrada verso sud; non avrei mai potuto immaginare che questi sarebbero stati gli ultimi chilometri percorsi insieme in moto.
Resto solo e continuo verso casa. Procedo tranquillo; queste sono le mie strade, percorse decine di volte. Il cielo è sempre sereno, come il mio animo. Il viaggio si sta compiendo, dopo 40 giorni in giro per due continenti.
Si fa sera e il sole tramonta sui miei pensieri; continuo verso sud, sempre a 100 km/h; finisce l’autostrada e affronto gli ultimi 160 km verso Lecce. 36 km prima dell’arrivo, il contachilometri segna 600.000!
E’ quasi mezzanotte, la mezzanotte del 20 luglio: 10 giugno - 20 luglio; 40 giorni in moto (più uno fermo per l’incidente). Accelero un po’, voglio arrivare entro mezzanotte, non mi va di “sforare” di un giorno, per pochi minuti.
Tangenziale di Lecce, svincolo, casa: manca un minuto alla mezzanotte. Entro nel garage: è fatta! Ce l’ho fatta; sono tornato a casa!
E anche la moto è tornata a casa.
Mia figlia e mia moglie mi stanno aspettando: le abbraccio; subito dopo guardo la moto e le rivolgo un pensiero di ringraziamento, per tutto quello che ha fatto per me. Slego l’arco mongolo e istintivamente lo alzo al cielo. Missione compiuta.
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