TRANSASIA
Via della Seta - Mongolia - Siberia
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20.6.2009 - sabato - giorno 11
Mary (TM) (9.00) [+3] -
Bukhara (UZ) (19.41) [+3]
km 422
viaggio h 10.41, guida h 6.48 |
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Arrivo al deserto del Karakum: la strada lo attraversa, quasi sempre rettilinea. Il termometro segna 40°. Le dune si alzano vicino alla strada, che in qualche punto è coperta dalla sabbia trascinata dal vento; a volte le folate portano la sabbia da parte a parte della carreggiata. Negli specchietti vedo nuvole di sabbia sollevate dalla ruota posteriore della moto; in qualche punto la parte praticabile dell’asfalto si riduce a metà della larghezza della strada.
3.6 UZBEKISTAN: BUKHARA E SAMARCANDA
Bukhara è una delle più antiche città dell’Asia, luogo cruciale dell’antica Via della Seta, in un’oasi nel deserto del Kyzylkum.
Arrivo nel cuore di Bukhara, l’Ark, l’antica cittadella fortificata; è quasi il tramonto, la luce del sole calante illumina in pieno la pietra delle antiche mura, dandole un caldo colore dorato; è un momento magico, una visione stupenda. Un cenno al poliziotto di guardia e parcheggio la moto davanti alle mura per una delle foto che più mi resteranno care di questo viaggio.
Il pensiero va a chi, nei secoli, ha percorso questa via prima di me; agli esploratori, mercanti, soldati e avventurieri che, in epoche meno tranquille della nostra, ebbero disavventure ben più gravi di quelle che normalmente possono capitare a un viaggiatore solitario in moto. Sono a Bukhara, mi ripeto, incredulo, dentro di me; sono proprio qui!
La sera faccio un giro a piedi in città e ceno presso la famosa vasca centrale. E’ una piazza posta intorno a una grande vasca, utilizzata nell’antichità come deposito di acqua potabile, per lavarsi e come luogo di incontro; in quelle condizioni di igiene ciò era causa di frequenti pestilenze. Bukhara era approvvigionata di acqua da una vasta rete di canali a cielo aperto, alcuni ancora visibili.
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21.6.2009 - domenica - giorno 12
Bukhara (UZ) (11.51) [+3] -
Samarcanda (UZ) (17.53) [+3]
km 292
viaggio h 6.02, guida h 4.25
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La mattina, per la prima volta in questo viaggio, decido di dedicare una mezza giornata alla visita della città; a piedi. Giro così tra le antiche vie, i palazzi, le moschee, le medresse (scuole coraniche), i suk (mercati coperti).
Bukhara è bellissima.
E’ quasi mezzogiorno quando, ripresa la moto, mi avvio verso Samarcanda. Giornata eccezionale oggi: Bukhara e Samarcanda, due città sognate fin da bambino, il cui solo nome evoca scenari fantastici.
Mancano pochi chilometri ormai a Samarcanda. Tanti pensieri nella mia mente: la Via della Seta, gli antichi regni, Gengis Khan e Tamerlano. Ma dei versi risuonano nella mia mente; sarà banale, forse, ma è quello che sento, nitido, come se la radio della mia moto fosse accesa:
Corri cavallo, corri ti prego
fino a Samarcanda io ti guiderò
non ti fermare, vola ti prego
corri come il vento che mi salverò (Roberto Vecchioni: Samarcanda-1977)
Il mio cavallo mi sta portando a Samarcanda; ancora una volta mi porta dove il suo cavaliere l’ha diretto; ancora una volta lo ringrazio.
Arrivo a Samarcanda. La città appare improvvisamente, dopo una breve periferia; mi ritrovo quasi subito davanti il profilo unico degli edifici del complesso del Registan, raggiunto però dal retro. Emozionatissimo.
Nessuna costruzione umana, in questo viaggio, mi ha emozionato in tale modo; nessuna foto o racconto potrà rendere la magia di questo luogo. Sosto davanti al complesso per diversi minuti. E’ come lo avevo visto in foto, ma è diverso: adesso io sono qui. La luce della sera ne illumina ormai solo il lato orientale, lasciando in penombra il resto. Gli do appuntamento a domattina, per le foto.
Trovo l’albergo che avevo scelto dalla guida, vicinissimo e con una stupenda vista sul Registan, uno dei pochi del viaggio ad aver aumentato solo di poco il prezzo rispetto a quanto indicato ($ 15).
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