SICILIA
E MALTA
Isole d'inverno, a sud
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11.12.2006
- lunedì - giorno 6
Catania (7.20) - P.Armerina
- Madonie - Catania (17.10)
Km 477, viaggio h 9.50, guida h 6.52 |
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Oggi, fin dall'alba,il
cielo promette quello che manterrà: pioggia.
Diretto a Caltagirone, decido di attraversare Catania dal
centro, in modo da visitarla un po' (vantaggio della moto
che consente di superare quasi tutti i problemi di traffico
e parcheggio). Partendo da Ognina,percorro
tutto il lungomare di Catania. Dopo il Castello Ursino,con
un piccolo giro vizioso a causa dei sensi unici, giungo nella
piazza del Duomo, dove termina la lunga e rettilinea via Etnea.
Sulla piazza, il centro di Catania, si affacciano il Duomoe
il Municipio. Ricostruita (come gran parte della città)
dopo il terremoto del 1693, ha al suo centro il monumento
forse più caratteristico di Catania, di cui è
diventato il simbolo: la fontana dell'Elefante.Questa
è composta da un elefante lavico di età romana
e un obelisco egiziano di granito.
Uscito da Catania, mi dirigo
verso Caltagirone. Dopo un percorso piuttosto monotono (per
non parlare della pioggia incessante), la strada si inerpica
su per la collina fino ai quasi 600 m di Caltagirone.
A questo punto la strada continua
in quota verso Piazza Armerina, attraverso le colline. Decido
di fermarmi a visitare la famosa villa romana del Casale.
Dopo aver affrontato con prudenza una ripida discesa dentro
Piazza Armerina (non voglio ripetere la caduta di Erice, visto
che continua a piovere), giungo alla villa, posta a 5 km dal
paese.
La villa, dichiarata dall'UNESCO
nel 1996 "patrimonio dell'umanità", risale
al IV sec. d.C.. E' molto vasta, con terme, cortili, saloni
e gli appartamenti privati dei proprietari. Ma la sua ricchezza
maggiore sono gli splendidi mosaici pavimentali. La copertura
originaria, mancante, è sostituita da una moderna in
materiale plastico, indispensabile per proteggerne i preziosi
interni, oltre che i visitatori in una giornata piovosa come
questa.
Ma la sorpresa più grande
è quando sento una voce: "papà!".
E' mia figlia, qui di passaggio in gita scolastica.
Dirigo quindi verso nord e
giungo al lago di Pergusa, posto a m 667, di forma ovale (lungo
circa km 2 e largo 1), circondato da un autodromo lungo m
4.807. Con mia meraviglia trovo il cancello dell'autodromo
aperto. Entro, mi inoltro nei "box" (dove trovo
temporaneo riparo dalla pioggia incessante)e
lì qualcuno (custodi?) mi dice che l'autodromo è
chiuso: apre solo per qualche manifestazione. Peccato, una
simile struttura quasi inutilizzata! E certo le piste in Italia
non abbondano nè possono definirsi economiche! Mi viene
comunque permesso di restare per fare qualche foto. Ammiro
il lago, da un vicino moletto,e
l'autodromo.
Compio quindi il giro completo del lago, lungo una strada
parallela all'autodromo.
Passo da Enna (m 931, il capoluogo
di provincia più alto d'Italia), ma non mi va di inerpicarmi,
con la pioggia battente, fin sulla collina dove è situata
la città. Decido quindi di entrare nella vicina autostrada
Palermo-Catania e di dirigermi verso le Madonie, sperando
che nel tempo necessario per raggiungerle la condizione meteo
migliori consentendomene la visita. Male che vada avrò
pur sempre percorso un'altra strada, e poi l'autostrada è
gratuita.
Arrivo così fino al
Tirreno, ma il tempo non migliora molto. Infine torno indietro
ed esco dall'autostrada a Scillato, sperando di poter percorrere
almeno un po' di queste belle strade di montagna. Sono nelle
Madonie: percorro una bella strada fino a Collesanoe
da qui potrei inoltrarmi verso il cuore di queste montagne,
verso Piano Battaglia, ma continua a piovere, cala anche la
nebbia e ormai manca poco al tramonto. Decido quindi di puntare
verso la costa, che raggiungo con una bella discesa fino a
Campofelice di Roccella. Da qui riprendo la vicina autostrada
verso Catania. Lungo l'autostrada, le montagne delle Madonie
appaiono alla mia sinistra, sotto una filtra coltre di nubi:
sarà per un'altra volta!
Raggiungo Catania senza problemi.
Affogo la delusione per le Madonie mancate con un bel cannolo
siciliano!
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