SICILIA
E MALTA
Isole d'inverno, a sud
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7.12.2006
- giovedì - giorno 2
Agrigento (7.41) - Malta (0.41)
Km 697, viaggio h 17.00, guida h 10.39
(di cui km 46 a Malta) |
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La giornata di oggi
è dedicata ad un giro attraverso alcuni dei più
bei siti archeologici della Sicilia, retaggio della colonizzazione
greca.
Faccio appena in tempo a smontare la tenda,
posta in bella posizione proprio sul mare,che
comincia a piovere: e durerà tutta la giornata!
La prima sosta arriva quasi subito, presso
la valle dei templi. E' un sito spettacolare: mi emoziona
quanto la visita all'Acropoli di Atene. Sotto il cielo nuvoloso
si stagliano in sequenza, sul crinale di una collina, tre
grandi templi:il
tempio di Giunone,
quello della Concordiae
quello di Ercole.
Dirigo quindi verso Palermo, lungo la SS 189-121,
piacevole da guidare e veloce, se non fosse per la pioggia
insistente che mi induce ad una guida più prudente
del solito. Mi rimane impresso il commento di un camionista,
incontrato in una sosta, in risposta alla mia domanda su com'è
la strada per Palermo: "umidità".
Arrivo comunque indenne a Palermo e, incurante
del traffico, decido di attraversarla tutta, da sud a nord,
attraverso il centro. Breve sosta presso il centro geografico
e storico della città, la piazza dei 4 Canti,con
la vicina fontana Pretoria, il Municipio e S.Caterinae,
dopo un interessante faccia a faccia con un mezzo di locomozione
un tantino più antiquato del mio,dotato
di un solo "cavallo",dirigo
verso il vicino monte Pellegrino, liberandomi del traffico
cittadino.
Le curve che portano in cima alla montagna
mi fanno rimpiangere la giornata piovosa e, tenendo a freno
la mia mano destra, arrivo in cima, dove c'è il venerato
santuario di Santa Rosalia.Spettacolari
i panorami, sia durante la salita (verso Palermo) che la discesa
(verso Mondello),la
bella spiaggia dei palermitani, deserta vista la stagione
e la giornata.
Ridisceso
dal monte, mi dirigo verso Segesta, importante sito archeologico
della Sicilia occidentale. Continua a piovere: decido quindi
di prendere l'autostrada (tanto più che è gratuita,
come molte delle autostrade siciliane). Questo sia per guadagnare
tempo (sono infatti un po' in ritardo sulla tabella di marcia
e non posso rischiare di perdere il traghetto per Malta),
sia perchè, con la pioggia, ritengo l'autostrada più
sicura delle strade normali. Checchè ne dica il codice
dalla strada, infatti, in autostrada, anche con la pioggia,
posso mantenere medie elevate in tutta sicurezza.
Presso Capaci non posso però non pensare
a chi, anni fa, percorreva questo stesso tratto e fu ucciso
dalla ferocia della peggiore piaga di questa terra: un monumento
ricorda le vittime, lungo l'autostrada.
Segesta è proprio vicino l'autostrada
per Trapani: esco dal casello e ci arrivo in subito.E'
un sito spettacolare: una piccola collina si erge isolata
e, in cima, in posizione panoramica, il teatro greco, rivolto
a nord, aperto sulla vista del mare lontano. Più in
basso il tempio dorico, uno dei meglio conservati.
Rientrato in autostrada, dopo pochi minuti
ne esco nuovamente diretto a Erice, uno spettacolare paese,
su una collina a 750 m a picco sul vicino mare, presso Trapani.
Le strade che salgono sulla collina sotto tutte belle e non
c'è che l'imbarazzo della scelta dal punto di vista
motociclistico. Per fortuna la pioggia mi concede una breve
tregua e, seppur con l'asfalto ancora bagnato, inizio un'esaltante
salita. Salgo a Erice da est, da Valderice. Arrivato in cima,
la vista è spettacolare: Trapani, sotto di me, si protende
nel mare con la caratteristica penisola, lunga e stretta,
con le saline a sinistra e le isole Egadi di fronte.
Le strade della città di Erice sono
tutte lastricate con pietre, caratteristiche forse, ma infide
per le moto: la visito quindi a piedi, per evitare rischi,
limitandomi con la moto a percorrerne il perimetro esterno,
pavimentato col più sicuro asfalto. Ma la mia prudenza
non basta ad evitarmi il peggio: presso l'estremità
orientale dell'abitato, di fronte al castello, la strada si
interrompe, costringendo, per tornare indietro (il percorso
infatti è a senso unico), a entrare, anche se solo
per 200 metri, nel centro cittadino.
Il fondo stradale, come detto, è lastricato
in pietre, scivolosissime (ha anche ripreso a piovere), ma
soprattutto posizionate in maniera davvero indecente! Sconnesse
in misura tale che in certi punti alcune sporgono oltre 20
cm! Appena lo vedo, cerco preoccupato una via d'uscita, ma
non c'è: è un passaggio obbligato. Penso: stavolta
cado, è un passaggio troppo impegnativo. E infatti,
pur procedendo a passo d'uomo (anche meno!), dopo pochi metri
la ruota posteriore slitta e 470 kg di moto vanno a terra!
Le protezioni per fortuna evitano danni, la rialzo e ricomincio
la tortura. Riesco in fine ad uscire da quell'inferno. Non
tornerò mai più ad Erice in moto! Almeno finche
non sistemeranno quel tratto. E' una vera indecenza, che dimostra
insensibilità e disprezzo verso una categoria di utenti
della strada!
Tornato sul sicuro asfalto, mi rilasso e continuo
il giro della città.Affronto
quindi la discesa verso Trapani, spettacolare quanto la salita
fatta prima, con i magnifici panorami.
Dopo Erice, il programma prevede un'altra meta
archeologica di primaria importanza: Selinunte. Un po' preoccupato
per il ritardo accumulato anche a causa della caduta, mi libero
del traffico di Trapani, supero Marsala (il capo Lilibeo,
estremità occidentale della Trinacria) e Mazara del
Vallo (importante porto peschereccio) e, dopo un breve tratto
di autostrada, giungo a Selinunte.
L'antica colonia greca, distrutta dai Cartaginesi,
presenta a ovest, sul mare, l'acropoli, con alcuni antichi
templi,e
a est 3 templi, tra cui il colossale tempio G, uno dei più
grandi dell'antichità.
Ma devo scappare, adesso è davvero tardi
e rischio di perdere il traghetto. Però non riesco
al resistere al richiamo di una strada tutta curve e così,
invece di prendere la strada più veloce, mi vado ad
infilare in una strada secondaria che passa da Menfi. La strada
sarebbe bella, se solo avesse un fondo migliore: probabilmente
è stata quasi abbandonata dopo la costruzione della
strada parallela (ma molto più rettilinea e veloce).
E riprende a piovere.
Ritorno ad Agrigento, appena in tempo per ammirare
i templi nella luce del tramonto, e continuo verso sud.
E tardi, è tardi! Nelle istruzioni è
scritto di presentarsi al traghetto almeno un'ora prima, cioè
alle 18! Vittoria, Comiso: ormai è buio e continua
a piovere. A Comiso l'imprevisto. Il gps è un grande
aiuto, soprattutto in zone non conosciute, ma ha un grave
difetto: è stupido! Questo grave difetto viene amplificato
quando ci si affida in parte alle indicazione dei locali e
in parte al gps. Anche per questo motivo io controllo a casa,
con calma, i percorsi preparati per il gps, in modo da evitare
"deviazioni fantasiose". Ma oggi, per far prima,
ho deciso di modificare la tappa programmata e di puntare
direttamente su Pozzallo, luogo dell'imbarco. Quindi la tappa
non è più quella controllata a casa: giunto
a Comiso, avrei dovuto ripristinare la tappa preparata, ormai
coincidente con la via più rapida per Pozzallo, ma
non ci ho pensato e così ...
Chiedo le indicazioni per attraversare Comiso
e dirigermi verso Modica e vengo indirizzato verso una strada
diversa da quella indicata dal gps: seguo le indicazioni delle
persone, ma dopo un po', non convinto, decido di affidarmi
al gps, che mi indirizza a nord e non a est, dove invece dovrei
andare. E' buio, piove e mi ritrovo su un lungo rettilineo
diretto chissà dove: non riesco a consultare bene la
carta e continuo: a un certo punto il gps perentorio mi dice
di svoltare a destra: lo seguo e .. mi ritrovo in una strada
di campagna. Vedo la via principale vicina, ma irraggiungibile
(non c'è un collegamento) e così continuo per
la campagna ragusana, accumulando ancora ritardo. Dopo diversi
km torno sulla via principale e cerco di recuperare il tempo
perso.
Giungo a Pozzallo senza altri inconvenienti,
passo davanti al porto e mi precipito all'ufficio della compagnia,
in città, a oltre 1 km (come da istruzioni) per ritirare
i biglietti prepagati. Ormai sono le 19, l'ora della partenza
della nave: la vedo nera (e continua a piovere). Nell'ufficio
mi dicono che invece i biglietti devo ritirarli presso il
loro ufficio vicino alla nave! Torno indietro (ormai sono
le 19.08) e ... colpo di fortuna, la nave ha subito un'avaria,
la partenza è rinviata di un paio d'ore!Appena
a bordo (sono l'unica moto), provvedo alla legatura della
moto, con l'assistenza dell'equipaggio: cavalletto laterale,
le solite cinghie con cui blocco la moto alle protezioni anteriori
e posteriori (in modo che non possa andare nè avanti
nè dietro)e
una novità. La nave infatti ha un pratico sistema che,
con un braccio metallico adeguatamente imbottito e solidale
ad una paratia, blocca la moto schiacciandola verso il basso:il
sistema mi dà sicurezza, anche tenendo conto che il
catamarano volerà a 20 nodi sulle onde e il viaggio
quindi sarà abbastanza movimentato.
Finalmente mi rilasso.
La nave parte alle 21 e alle 23 arriva alla
Valletta.E'
tardi (l'arrivo era previsto alle 21, è buio e continua
a piovere. Devo trovare il campeggio, non ho carte di Malta,
ma per prima cosa ... devo abituarmi alla guida a sinistra!
Me lo sono ripetuto diverse volte durante il viaggio, ma,
appena sbarcato, lo dimentico e solo dopo qualche minuto,
fermo sulla banchina per orientarmi, mi torna in mente: non
me lo dimenticherò più per tutte le 30 ore di
permanenza a Malta.
Ma il "peggio" deve ancora arrivare
...
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