CAPO
NORD, A MODO MIO
(10.000 km in 10 giorni)
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23.6.2003
- lunedì - giorno 8
Sandame (S) (8.23) - Odense (DK) (20.47)
Km 1.082, viaggio h 12.24, guida h 10.46 |
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Forse mi sono rilassato, forse
è la stanchezza, ma non riesco più a partire
prima delle 8: oggi parto alle 8.23. Fortuna che i limiti
di velocità in Svezia sono più alti del previsto
e riesco a recuperare sulla tabella di marcia. Prima di partire
comunque vado ad ammirare la vicina spiaggia,
semideserta e col mare calmo.
Il percorso si svolge in gran parte nella foresta.Seguo
le indicazioni per Stoccolma (a 240 km) che, con una efficiente
rete di autostrade, supero senza problemi. Continuo verso
sud, prevalentemente su autostrade e superstrade, con diversi
lavori in corso che però non creano problemi, data
anche la scarsità di traffico.
Prima di Stoccolma passo vicino alla famosa
città universitaria di Uppsala, la cui gotica guglia
della cattedrale vedo da chilometri di distanza nella piatta
pianura svedese.
Gli insediamenti umani sono ora abbastanza
frequenti. Passo vicino ai grandi laghi della Svezia meridionale.
Infine la mia strada si congiunge con quella
dell’andata, vicino alla città di Helsingborg,
di fronte alla Danimarca.
Quando arrivo al ponte per la Danimarca mi
rendo conto che è piuttosto tardi; stimo di arrivare
nell’isola di Fyn per il campeggio. Il cielo è
nuvoloso, piove e grossi nuvoloni si addensano all’orizzonte.
L’attraversamento è ancora più
spettacolare dell’andata perché, fatto in questo
senso, dopo aver percorso il ponte improvvisamente la strada
finisce in mezzo al mare, come se si fossero “dimenticati”
di completarla.Poi
si vede che la strada si “inabissa” nel mare e
comincia la galleria sottomarina. Attraverso velocemente Copenaghen
e la sua isola e, dopo l’altro ponte, arrivo nell’isola
di Fyn.
Mi tocca girare un bel po’ per la città
di Odense prima di trovare il campeggio (ore 20.47). Latitudine
55° 22’. Sono stanco, monto la tenda e mangio un
panino alla vicina stazione di servizio.
Per fortuna ho l’abitudine di mettere
i picchetti sempre, anche quando non c’è vento,
perché durante la notte si scatena una vera tempesta:improvvisamente
sento la pioggia cadere violentemente ed il vento agitare
la tenda. I flessibili pali di sostegno si piegano sotto la
forza del vento: la tenda sembra cadere, istintivamente alzo
le mani tenendola, ma si mantiene da sé, anche se è
impressionante guardarla da dentro. Non quanto comunque da
fuori: apro appena un po’, giusto per sbirciare fuori
e vedo una tenda vicina spazzata dal vento, con gli occupanti
che si rifugiano nella vicina auto. Spero che la mia tenda
regga, io non potrei certo rifugiarmi nella moto!
Mentre sto per addormentarmi, penso che oggi
non ho inviato il solito sms quotidiano di aggiornamento:
in Italia staranno in pensiero! Mi dispiace, ma il cellulare
è rimasto in moto e, vista la situazione, non ho nessuna
intenzione di uscire a prenderlo. Avviserò domattina.
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