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CONFINI D'EUROPA (SUD-OVEST)
Gibilterra - Cabo da Roca - Santiago de Compostela
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9.6.2005 -
giovedì - giorno 9
Tarifa (E) (8.01) – Isla Cristina-Huelva
(E) (20.29)
Km 880, guida h 10.11, viaggio h 12.28 |
Tabella
di marcia |
Si comincia a risalire! Oggi la tappa mi pare
troppo breve (nel programma originario avevo previsto di dedicare
in parte la giornata odierna alla visita a Gibilterra, visita
che sono riuscito a fare l’altro ieri): il raduno in
Portogallo comincia solo domani e ci sono troppo vicino. Decido
quindi che la allungherò strada facendo; l’unica
cosa certa è devo pernottare da qualche parte tra qui
e il Portogallo, per il resto posso andare dove mi pare: è
forse questa l’essenza di una vacanza
itinerante in moto con la tenda!
Punto prima, come da programma, verso nord,
anche per evitare di rifare per l’ennesima volta il
tratto ventoso tra Tariffa e Algeciras. Ma, quando a Facinas
imbocco la strada secondaria che dovrebbe portarmi verso la
via per Ronda, un minaccioso cartello mi avvisa che la strada
è pericolosa perché molto dissestata: sono incerto
sul da farsi, ma, dopo che l’autista di un autobus mi
conferma che quella strada è troppo dissestata anche
per una moto, decido a malincuore di tornare indietro verso
Tarifa e Algeciras, beccandomi di nuovo tutto il vento.
Poco dopo Algeciras comincia la strada per
Ronda; ne avevo letto nella citata guida “L’Europa
in moto” come di una bella strada e le attese non restano
deluse. All’inizio non mi sembra un gran che, ma ben
presto ne apprezzo le curve ben raccordate, l’asfalto
perfetto e i bei panorami verso Gibilterra;per
la verità per questi ultimi devo a volte fermarmi,
perché purtroppo la faccio verso nord, cioè
nel senso opposto a quello che sarebbe consigliabile per apprezzarne
al meglio questo aspetto.
La strada attraversa la Serrania de Ronda,
una zona paesaggisticamente molto interessante, piena di boschi.Rimpiangerò
presto questo fresco; infatti il percorso mi porta adesso
verso la pianura del Guadalquivir, che attraverso a Siviglia.
Non ho nessuna intenzione di fermarmi in questa pur bellissima
città (comunque già visitata in altra circostanza)
e tiro dritto verso il nord.
Attraverso una zona piena di boschi (parco
naturale della Sierra di Aracena e Picos de Aroche) e qui
il percorso programmato si arresterebbe, ma di fermarmi proprio
non ne ho voglia, col contachilometri parziale che segna appena
370 km da stamattina: decido di proseguire verso nord, finché
ne avrò voglia.
E così percorro alcune strade interne
secondarie della Spagna nell’Estremadura,regione
vicino al confine col Portogallo: è la giornata più
calda del viaggio: il termometro supera i 40° all’ombrae
… ombra non ce n’é! Ma è bello,
traffico quasi assente, strade in buone condizioni, un paio
di soste per ristorarmi in due bar della zona che probabilmente
non hanno mai visto turisti. Arrivato a Merida, decido di
tornare indietro, ovviamente per una strada diversa, più
vicina al confine col Portogallo.
Faccio dei rapidi conti (confortato dal gps)
e stimo di arrivare sulla costa Atlantica (dove sicuramente
troverò un campeggio) entro sera. Riattraverso la Sierra
di Aracena e, poco a est di Huelva, arrivo alle spiagge dell’Atlantico.
La curiosità è forte e così, appena montata
la tenda nel campeggio, vado in spiaggia (dista solo 100 m):
magnifica, lunghissima, battuta dalle onde dell’oceano,
decisamente diversa dalle nostre spiagge mediterranee. E un
bagno nel tardo tramonto spagnolo (quasi le dieci di sera)
completa una giornata intensa.
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