AI
CONFINI D'EUROPA (SUD-OVEST)
Gibilterra - Cabo da Roca - Santiago de Compostela
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6.6.2005 -
lunedì - giorno 6
Granada (E) (7.56) - Granada (E) (19.54)
Km 466, guida h 8.25, viaggio h 11.58 |
Tabella
di marcia |
Oggi la giornata è dedicata interamente
alla Sierra Nevada, questa catena montuosa del sud della Spagna,
più alta dei Pirenei, alla latitudine della Sicilia
meridionale. E’ anche una delle
due occasioni (l'altra sarà Tarifa) in cui dormirò
nello stesso posto (a parte i due raduni): in questo modo
avrò più tempo per viaggiare, non dovendomi
preoccupare di smontare e rimontare la tenda, oltre a fatto
che la moto percorrerà “scarica” le strade
di montagna che mi aspettano (scarica per modo di dire, perché
qualche decina di kg di bagagli sulla Gold Wing non è
che si sentano molto).
Mi dirigo verso sud, lasciando la Sierra alla
mia sinistra. Dopo 35 km esco dall’autostrada e comincia
il bello! La strada inizia a costeggiare il lato sud della
Sierra Nevada: Lanjaron, Orgiva. Quindi ancora a sinistra
verso il cuore della Sierra: Pampaneira e, infine, Capileira,
da dove inizia la strada che attraversa tutta la Sierra passando
per la Cima del Pico de Veleta e termina sul lato nord dove
sono arrivato ieri.
So già che, purtroppo, anche da qui
non sarà possibile salire fino in cima, (c’è
anche un cartello che me lo ricorda),ma
voglio comunque arrivare fin dove è possibile.
Lascio Capileria alle mie spalle (quota 1.500
m) e seguo la strada che si fa sempre più stretta e
tortuosa: ma i panorami sono stupendi e il traffico assente.
Non sono però preparato a quello che
mi succede poco dopo: l’asfalto peggiora ancora finché,
giunti in un bosco, scompare!Resta
comunque uno sterrato dal fondo ottimo, ma se c’è
una cosa che mi può fermare in moto è proprio
la mancanza di asfalto, sia per intrinseci ineliminabili limiti
della moto, sia per … preferenze personali (se il fondo
non mi ispira fiducia non sono a mio agio). Comunque la maestosità
del panorama e il fatto che ormai sia a quota 1.950 mi convincono
a continuare, anche se la strada ben presto peggiora leggermente,
per ghiaia e polvere.
Sperando di non cadere fuori strada (sarebbe
difficile trovare aiuto qui) arrivo infine alla sbarra che
blocca la salita,a
quota m 2.200. Guardo la strada oltre la sbarra, sogno irrealizzabile
verso la cima, e mi rendo conto che da questo lato la salita
sarebbe ben più impegnativa, perché il tratto
vietato, oltre che sterrato, è piuttosto sconnesso.
Si ridiscende!Ritorno
a Capileira e quindi Pampaneira (non c’è altra
strada) e continuo verso est.
La moto è in uno stato pietoso: la polvere
dello sterrato cui l’ho sottoposta (e cui non è
certo abituata) la ricopre completamente. Pare quindi come
un miraggio quello che vedo appena terminata la discesa: una
stazione di servizio con colonnina di aria e ACQUA a pressione.
Approfitto immediatamente di questa opportunità e la
moto torna come nuova: (prima)
(dopo)
Questa è la cosiddetta strada dei pueblos,
una serie di paesini bianchi sulle pendici della montagna:
tutti uguali eppure diversi. L’andatura, già
non veloce per le caratteristiche tortuose della strada, è
ulteriormente rallentata dall’impellente necessità
di fotografare questi posti.
A Trevelez la strada si insinua in una stretta
valle e sale ancora, per poi tornare indietro. Infine svolto
a nord per quello che è l’unico valico nord-sud
della Sierra Nevada: La Ragua (m 2.000). Poco prima del passo
una fresca fontana mi disseta(nonostante
l’altitudine il caldo si sente!). Pranzo al bar in cima
al passo.
Sceso dal valico, prendo una veloce autostrada
che costeggia il versante nord della Sierra Nevada, restando
abbastanza in quota (bella anche l’autostrada), e quindi
imbocco la strada che scende verso Almeria, spettacolare in
quanto tagliata nella roccia (segnalata dalla guida “Europa
in moto” del TCI-Mototurismo):il
caldo si fa sentire e ogni tanto mi fermo a dissetarmi con
l’acqua ancora fresca del termos.Sembra
di stare nel West, in posto tipo Arizona/Texas, non per niente
qui sono stati girati molti film western.
Poco prima di Almeria, punto a ovest per completare
la strada dei pueblos, interrotta per fare il passo La Ragua.
La strada è sempre spettacolare, in quota attraverso
questi paesini tutti bianchi, con la Sierra alla mia destra.
Ma il meglio da guidare deve ancora venire;
infatti dopo un po’ la strada diventa motociclisticamente
magnifica, con le curve ben disegnate e l’asfalto ottimo
che invitano a velocità ben maggiori dei limiti. Mi
concedo qualche “libertà”: in fondo di
paesaggi oggi ne ho già visti tanti, ora assaporiamo
il puro piacere di guidare. Il campeggio (e la sua fresca
piscina) mi accoglie alle prime ombre della sera.
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