TUNISIA
Il deserto vicino
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27.3.2008 - giovedì - giorno
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Djerba (7.07) - Ksar Ghilane (18.07)
Km 467, viaggio h 11.00, guida h 7.12
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Parto senza rimpianti da Djerba e mi
dirigo stavolta verso il traghetto (per El Jorf), tanto
per non fare la stessa strada dell'andata.
In effetti, tra l'attesa e
il tempo della traversata, ci vuole circa lo stesso tempo
che passando per il ponte, anche se quest'ultimo costringe
ad un giro ben più lungo. Ma, come detto, lo faccio
solo per fare una strada diversa.
All'imbarco, noto una fila
lunghissima,ma,
come spesso accade per le moto, mi fanno cenno di passare
avanti, e così supero un
centinaio di veicoli in fila da chissà quanto tempo.
A dir la verità, non
so quanto sia la moto e quanto l'abitudine mediterranea;
ricordo infatti alcuni motociclisti nordici ordinatamente
in fila a certi posti di frontiera dell'est Europa ...
Comunque non me lo faccio
certo dire due volte e mi piazzo in prima fila. Il prezzo
del biglietto del traghetto è talmente basso che nemmeno
me lo ricordo.
Il tratto di mare da attraversare
è breve;sull'imbarcazione
sono presenti molti
turisti.
Giunto sul continente,
punto direttamente su Medenine, verso sud.Passata
questa città (importante nodo stradale), dovrei
puntare verso sud, verso Tataoiune, ma decido di arrivarci
non dalla strada principale (la comoda P 19) ma da una
serie di strade secondarie più a ovest, che passano
tra le montagne.
Ottima decisione. I primi
rilievi si stagliano all'orizzonte subito dopo Medenine.Questa
è la zona berbera della Tunisia, dove sono presenti
alcuni villaggi dove ancora vive il popolo che abitava questa
terra prima dell'arrivo degli arabi.
Finalmente un po' di belle
curve!Passo
quindi da una serie di villaggi berberi: Beni
Keddache,Ksar
Hadada,Ghomrassen,con
la strada (in buone condizioni), che si insinua tra le montagne,
in un bel paesaggio semidesertico.Le
ottime condizioni meteo della zona (sole e assenza di pioggia
quasi tutto l'anno) e la spettacolarità dell'ambiente
fanno capire perchè questo territorio è spesso
scelto come ambientazione di diversi film (tra cui il famoso
Guerre stellari). E, non essendo ancora estate, la temperatura è assolutamente
gradevole.
Ogni tanto noto qualche ulivo
che ancora, ostinatamente, resiste nella terra arida, ma,
andando verso sud, la vegetazione diventa sempre più rada.
Dopo Guermessa,cerco
la strada che dovrebbe portarmi a Chenini, ma, benchè segnata
sulla mappa Michelin, non c'è. Più avanti ce n'è un'altra,
che (così mi viene detto da un gruppo di ragazzi del posto)
porta a Chenini; ma è poco più di una pista, sterrata. Dopo
averne percorso una parte, decido
che non è il caso di proseguire su questa stradae
torno indietro, imboccando la comoda strada asfaltata verso
Tataoiune. Poco prima della città, svolto per Chenini.
La strada sale dolcemente,con
gruppetti di palme che ogni tanto interrompono l'aridità
del paesaggio.Alcune
belle curve lungo la salita un po' più ripida, mi portano
infine a Chenini.
Si tratta di un villaggio
berbero, che ha la particolarità di essere quasi completamente
scavato nella parete della montagna; Ma
c'è un'altra meta interessante, qui vicino; a meno
di due km, infatti, c'è la moschea dei 7 dormienti.
Riporto la storia indicata sulla targa all'ingresso (in francese,
arabo, inglese e italiano).
C'era una volta un paese
nel cuore del deserto chiamato "Le sorgenti". Un
mare tropicale pescoso addolciva il clima e una densa foresta
faceva la felicità dei dinosauri che l'abitavano.
La leggenda racconta che i sette dormienti, citati anche
nel Corano, si rifugiarono in una grotta per sfuggire ai
loro persecutori. Due secoli più tardi si svegliarono.
Il loro corpi si erano allungati di qualche metro e fuori
tutto era cambiato. Decisero allora di ritornare alla grotta
e dormirvi per sempre.
A differenza della vicina
Chenini (piena di bus di escursionisti e affollata
di turisti), non c'è nessuno.
Visito la piccola
bianca moschea,le
mitiche tombe dei giganti.
All'uscita non posso esimermi
dalle solite foto ricordo con i ragazzi del posto.
Continuo a sud di Chenini,
tra oasi e deserto,e
dopo un po' incontro una tempesta di sabbia; non è molto
forte e non mi crea molti problemi.Poco
prima di Douiretla
strada mi riporta verso nord e infine, dopo qualche altra
bella curva,torno
alla strada principale presso Ksar Ouled Debbab.
A questo punto dovrei tornare
verso nord, verso Tataoine e Medenine, ma voglio prima fare
un'altra puntata verso sud, verso Remada e il confine (invalicabile,
senza tutti i permessi) con la Libia.
Raggiungo così i 32° 46,880',
il punto più a sud con la mia
moto.Questa
strada per la Libia è percorsa da camion stracarichi, che
sbandano visibilmente per il forte vento.
Giro la moto e torno verso
nord. La strada è scorrevolee
ben presto raggiungo Tataouiune, dove effettuo il secondo
rifornimento con le taniche.
Continuo verso nord e, arrivato
a Medenine, prendo la strada per Metameur e Matmata.
Prima però, dopo aver
rifornito la moto, ho bisogno di rifornirmi io: è da
quando ho visto quegli agnelli appesi che mi è rimasta
la voglia di carne arrosto; quindi, appena vedo qualcuno
che arrostisce carne sul bordo della strada (tra Medenine
e Metameur), mi fermo. Dopo
l'ottimo arrosto, la mancia è sostituita dalla foto
ricordo del cuoco sulla moto.
Adesso però devo ripartire:
sono in ritardo sulla tabella di marcia e non sono sicuro
di arrivare in tempo (prima del tramonto) a Douz, dove ho
programmato di campeggiare.
Percorro la strada tra Metameur
e Matmata: è molto bella, tra le montagne, con un
buon asfalto e paesaggi spettacolari.Dopo
qualche km arrivo al villaggio di Toujene, molto caratteristico,
con le sue case in pietra abbarbicate sulle pendici della
montagna.Continuando
verso Matmata, la strada è sempre più bella, invogliando
anche a qualche piega;devo
ricordarmi che però che, ogni tanto, incrocio qualche
gregge.
A Matmata è imperdibile
la visita alla caratteristiche abitazioni scavate nella roccia,
sotto il livello del terreno. Si tratta di crateri, scavati
nel terreno. Dopo sono scavati, come spiegano
i disegni presenti nella casa,un
corridoio di ingressoe,
intorno al cratere, le varie stanze. Il cratere funge da
cortile centrale, con un albero e un pozzo.
In queste abitazioni sono
state
girate diverse scene del famoso film "Guerre stellari".
Tornato
in superficie, osservo i diversi livelli abitativi: quello
sotterranea e quello "di sopra".
La visita è stata molto interessante,
ma è tardi, e non so se riuscirò ad arrivare stasera al campeggio
di Douz, come da programma, anche perchè prima voglio raggiungere
Ksar Ghilane.
Cosa c'è a Ksar Ghilane? Quasi
nulla, ma voglio arrivarci più per la strada da fare che
per il posto da raggiungere. Ksar Ghilane rappresenta il
"punto estremo" che posso raggiungere, il limite per le possibilità
della moto.
Ed eccola, improvvisa, sulla
strada principale compare l'indicazione per Ksar Ghilane,
a sinistra (km 78).Da
qui parte una strada, asfaltata solo l'anno scorso (infatti
la mia carta del 2007 ancora la segna sterrata, ma sapevo
da un amico di Siracusa che era asfaltata: grazie Corrado).
La strada è suggestiva;
si inoltra nel deserto, con le dune ben visibili sul lato
destro; la parte veramente asfaltata è piuttosto
stretta, è in
gran parte rettilinea e presenta numerosi dossi. La percorro
col sole che ormai è basso alla mia destra, proprio
mentre infuria una tempesta di sabbia che, in certi punti,
fa quasi scomparire l'asfalto, ricoperto da uno strato
(sottile, per fortuna) di fine sabbia del Sahara. E' entusiasmante
percorrerla, velocemente, sentendo la moto quasi volare sui
numerosi dossi, con la sabbia che ormai penetra dovunque,
sotto il casco e nel giubbotto.
Ogni tanto devo fare attenzione
a qualche curva, ma basta rallentare un po'.
Non incontro quasi nessuno,
tranne qualche fuoristrada che torna da Ksar Ghilane; nessuno
che ci va, data l'ora tarda. Devo però prendere una
decisione; ormai mi rendo conto che non farò in tempo
a tornare indietro prima del tramonto e, come se non bastasse,
un altro problema si presenta: sono in riserva (autonomia
al massimo 60 km), quindi devo necessariamente trovare benzina
a Ksar Ghilane, altrimenti in quel posto ci resto. E dovrò anche
trovare da dormire, ma questo è un problema secondario:
adesso la priorità
è la benzina. Fermo un fuoristrada che mi viene incontro
e chiedo informazioni. Bene! Mi assicurano che a Ksar Ghilane
ci sono i soliti bidoni. Non chiedo per il dormire, mi basta
arrivarci.
Pochi km prima di Ksar Ghilane,
la strada piega bruscamente a destra (attenzione, se arrivate
da 60 km di rettilineo ad alta velocità) e mi trovo
col sole, ormai basso, proprio negli occhi, con l'aggiunta
della sabbia della tempesta che continua. Ma ormai manca
poco e continuo.
E infine, col sole ormai basso,
arrivo a Ksar Ghilane. La
strada fiinisce di colpo, praticamente nel nulla.C'è
solo un piccolo villaggio di beduini.
Per prima cosa, cerco la benzina:
chiedo in giro, ma non ricevo indicazioni chiare,
anche se vedo dei bidoni di carburante, senza però nessuno
accanto. Mi insabbio anche, girando nel villaggio (di asfalto
non c'è nemmeno l'ombra), ma riesco ad uscirne. Alla
fine trovo il posto giusto e faccio il sospirato pieno alla
moto.Piccola
sorpresa negativa: qui, a differenza degli altri punti di
rifornimento "volanti", la benzina costa molto
più cara
della stazioni di servizio ufficiali: mi viene poi spiegato
che è dovuto ai costi di trasporto, per i luoghi di
rifornimento, come questo, posti nel deserto. Comunque ho
speso meno che in Italia.
A questo punto, devo pensare
a dove dormire; in Italia mi hanno detto che forse qui
c'è
un campeggio. Chiedo e, per fortuna, il campeggio c'è.
Ma c'è un problema: "e lì, nell'oasi".
Guardo verso l'oasi: due km di pista di sabbia mi separano
dall'oasi!
Vabbè, proviamo anche
questa! La ruota posteriore della moto derapa in maniera
impressionante; più volte mi insabbio, ma fortunatamente
riesco ad uscirne. Giungo infine al campeggio.Di
fronte all'ingresso vedo diversi autoveicoli,
tutti fuoristrada: loro non hanno di certo avuto problemi
per percorrere questi ultimi due km! Nessuna moto: l'unico "pazzo" sono
io.
Per
la prima volta in vita mia, pianto la tenda sulla sabbia.
Il campeggio è ben organizzato;
tende beduine a disposizione degli ospiti, ristorante, piscina
(anche se ancora vuota).
C'è una gran pace e il cielo,
nel deserto, sembra avere milioni di stelle.
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