ALBANIA
Così vicina, così lontana
Ognuno di noi da bambino ha
sognato di andare in un posto lontano.
Guardando il mare dove ho sempre
trascorso le mie vacanze estive (l'Adriatico, dalle coste
del Salento) vedevo, nelle limpide giornate di tramontana,
delle montagne, appena al di là di quello stretto canale
(70 km): l'Albania. Sembrava così vicina, eppure era
così lontana. Chiusa dietro una "cortina di ferro",
perfino più impenetrabile degli altri paesi dell'est.
Poi cadde il muro; e fu la libertà.
Non solo per loro, ma anche per noi. Libertà di viaggiare
dove fino allora ci era proibito (o quasi) andare. Appena
possibile, mi recai in Albania col traghetto da Otranto, a
piedi, un andata/ritorno in giornata, visitando solo Valona.
Ma non mi bastava.
Poi l'occasione: un amico motociclista
ha dei contatti lì; mi propone un viaggio di qualche
giorno. Sentiamo altri amici e organizziamo un gruppo di 7
moto: 5 Gold Wing, 1 Silver Wing 650 e 1 Fazer 1000.
L'Albania è un paese
in rapido cambiamento, ricco di natura incontaminata, con
un notevole patrimonio culturale; ma piena anche di contraddizioni,
con forti contrasti di reddito tra la maggior parte della
popolazione, decisamente povera almeno secondo i nostri standard,
e una minoranza.
La mia visita, forzatamente
breve dato il tempo a disposizione (3 giorni + il traghetto),
si è svolta su tre direttrici principali, che consiglio
a chi voglia farsi un'idea di questo paese, facendo base a
Durazzo: a nord verso Scutari, a sud verso Valona e Sarande,
a est verso il lago di Ohrid.
Durazzo (Durres) è il
principale porto dell'Albania, con belle spiagge a sud. Prima
greca, poi romana, è stata per secoli il porto più
grande dell'Adriatico. Rilevante l'Anfiteatro romano (II sec.
a.C., arena da 60 m e capacità stimata in 15.000 spettatori),
le mura bizantine (V/VI sec.), la
moschea di Fatih, il museo archeologico.
Andando verso Scutari, non fatevi
ingannare dal tratto iniziale di strada (la superstrada verso
Valona) in buone condizioni e scorrevole. Ben presto dovrete
lasciarla e allora vi immergerete nella realtà delle
strade albanesi: costellate di buche che forse sarebbe meglio
definire crateri, con lunghi tratti completamente privi di
asfalto (a volte perchè in ricostruzione) dove anche
i mezzi pesanti (numerosi) devono fare lo slalom tra buche
e fango per non impantanarsi. Ma,
se ce l'ho fatta io con una Gold Wing, allora potete farcela
anche voi.
Sulla strada tra Durazzo e Scutari
si incontra Lezhe, importante
città nella storia albanese, dove Gjergj Kastrioti
Skanderbeg (1405-1468) riunì i principali clan del
paese per resistere all''invasione turca, e nella cui cattedrale
(poi trasformata in moschea dai turchi e ora in mausoleo)
fu seppellito. Dalla cittadella fortificata e dall'antico
castello (in rovina) bel panorama sul delta del fiume Drin.
Appena arrivati a Scutari (Skhoder)
da sud, fermatevi sul ponte sul Drin (il fiume più
lungo d'Albania), da
dove è possibile ammirare il castello di Rozafa, a
120 m di altitudine, di antica origine (risale nelle parti
più antiche, costruite a secco, agli illiri). 
Scutari (la città principale
del nord dell'Albania) è un importante centro industriale
e commerciale, ma a me è parso che la città
(e il nord dell'Albania in genere) sia la parte più
arretrata del paese, quella in cui le condizioni di vita della
popolazione stentano ancora a migliorare in modo apprezzabile.
Tra Scutari e Durazzo, non si
può mancare di visitare il castello di Kruje. Questa
è una città simbolo della resistenza albanese
alla dominazione turca. Conquistata dai turchi nel 1396 e
nel 1415, nel 1443, dopo il ritorno dalla Turchia di Skanderbeg,
la città insorse, resistendo fino al 1478.
Arrivati a Fushe-Kruje (sulla
strada Durazzo-Scutari) si prende una strada secondaria che
sale verso Kruje: fate attenzione, all'inizio è veramente
disastrata, piena di fango e buche e quasi senza asfalto; poi,
usciti da Fushe-Kruje, migliora e comincia l'ascesa, piacevole
anche dal punto di vista motociclistico, verso Kruje. Qui
abbiamo incontrato l'unico motociclista locale durante il
nostro viaggio. A
Kruje c'è un bel bazar, pieno di prodotti artigianali.
Il castello è in una
bella posizione, in mezzo ai monti Skanderbeg e con
la vista che spazia fino al mare e la pianura sottostante;  è
stato costruito tra il V e il VI sec. e all'interno c'è
un museo.
Per rientrare a Durazzo consiglio
di non prendere la via più breve, assolutamente disastrata
per circa 10 km (niente asfalto e tante buche e fango), ma
quella che va verso Tirana, passando da Kamez; giunti alla
Tirana-Durazzo, girate verso Durazzo (da lì è
tutta superstrada).
Andando verso sud, è
da visitare Valona (Vlore), posta
all'interno di un'ampia baia, il punto più vicino all'Italia
(da qui le coste della provincia di Lecce distano appena 70
km). Chiude la baia l'isola di Saseno (Sazan), già
importante base militare.
Conquistata dai turchi nel 1417,
a Valona fu proclamata l'indipendenza dell'Albania nel 1912.
Da vedere la Moschea Rossa, il
museo etnografico, il museo storico e il museo nazionale dell'indipendenza.
Valona ha conosciuto un discreto
sviluppo turistico, grazie anche alle belle spiagge a sud
della città. 
A sud di Valona comincia una
delle più belle strade albanesi. Prima si valica
il passo di Llogaraja, nell'omonimo parco nazionale: non
è altissimo (m 1.055) ma ha la particolarità
di essere vicinissimo al mare, distante meno di 3 km, tant'è
che si possono vedere le spiagge subito sotto il valico. E'
impressionante osservare il ripido fianco della montagna scendere
dai 1.000 m dritto fino al mare. Anche
la discesa è da ricordare: una fitta serie di curve
e tornanti, in uno spazio ristretto, riportano quasi al livello
del mare.  
Dopo il valico la
strada costeggia la "Riviera Albanese", fino
a Sarande, posta in un golfo davanti all'isola greca di Corfù
(traghetti quotidiani di collegamento). Questo è un
tratto di costa molto bello, selvaggio, con numerose spiagge
e baie e magnifici panorami.    
Attenzione però alla
strada: costruita negli anni trenta durante
l'occupazione italiana, a giudicare dallo stato in cui l'ho
trovata sembra che abbia ricevuto ben pochi interventi di
manutenzione da allora. In certi punti è davvero di
difficile praticabilità, almeno per una moto prettamente
stradale, e nell'attraversamento dei villaggi (molto pittoreschi)
è ancora peggio, con ampi tratti dove l'asfalto non
c'è proprio o è disseminato di buche tali da
costituire un serio pericolo, anche tenendo conto della notevole
pendenza.   
Prima di Sarande si passa da
Dhermi, Himare e
la bella e frastagliata insenatura di Palermo, sede
anche di una base militare.
Dopo Sarande, è da visitare il sito
archeologico di Buthrotum (fondata dai greci su un precedente
insediamento illirico), inserita dall'UNESCO nel Patrimonio
dell'Umanità. Io purtroppo non ho fatto in tempo, essendo
partito da Durazzo (e dovendo tornare in serata). Per visitare
le zone più a sud consiglio di pernottare a Valona
o a Sarande.
Per rientrare da Sarande a Durazzo è
molto più veloce la strada dell'interno, che passa
da Argirocastro (Gjirokaster), nell'ampia valle del fiume
Drino. Argirocastro, posta sul pendio della montagna, è
stretta intorno a un'imponente cittadella del duecento: dichiarata
"città museo" nel 1961 e dal 2005 parte del
Patrimonio dell'Umanità (UNESCO).
Un altro possibile itinerario di visita è
verso est e il lago di Ohrid. E' bello il paesaggio che si
può ammirare dalla strada che segue quasi completamente
il fiume Shkumbin, il più lungo interamente in Albania. Strada
che, tra l'altro, è una delle poche che presenta un
buon asfalto e si può quindi percorrere a una buona
media (fate comunque sempre attenzione: c'è un punto,
poco prima di Elbasan, dove l'asfalto finisce senza preavviso,
subito dopo un dosso!).
A metà strada tra la costa e il lago,
Elbasan è una città industriale, con un'antica
moschea, una interessante chiesa ortodossa e museo etnografico:
vi fu stabilita (nel 1909) l'adozione dell'alfabeto latino
nella lingua albanese.
Per fare il giro del lago di Ocrida (Ohrid)
è necessario entrare in Macedonia. Il lago è
infatti diviso tra i due Stati. In Macedonia ci sono stato
troppo poco per dire molto. Una cosa però mi è
rimasta impressa: l'orgogliosa esibizione della propria bandiera
tradizionale, che
non è quella ufficiale a causa della persistente opposizione
della Grecia al suo uso (oltre che perfino all'uso del nome
"Macedonia").
Il lago di Ohrid merita certamente una visita,
anche solo dal punto di vista naturalistico. Posto
a 690 m, lungo 30 km e largo 15, profondo 285 m, presenta
un clima mite. E' una dei laghi più antichi d'Europa
e contiene rare forme di vita. Dalle acque pure e limpide,
circondato da numerose spiagge, ha un notevole patrimonio
ittico, formato in prevalenza da specie endemiche. E' famosa
la sua trota salmonata (salmo letnica), presente
solo qui. Numerosi i venditori ambulanti che offrono dal bordo
della strada il pesce appena pescato.
Ma il lago è interessante anche per
la storia e l'arte. Il centro più importante è
Ohrid (Ocrida), sulla sponda macedone, definita la più
bella città della Macedonia.  Ohrid,
dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO nel
1979, è ricca di monumenti storici e tesori artistici,
soprattutto del periodo greco-bizantino; caratteristiche le
sue case bianche a sporti di legno. Sede della più
antica università della Macedonia, fondata da San Clemente.
Da percorrere il suo viale principale (Makedonski Prosvetiteli),
ricco di giardini e la parallela Stara Carsija ulica, piena
di negozi e laboratori artigianali del legno e della filigrana.
Inoltre Museo (collezione di icone), Cattedrale di S.Sofia,
moschea di Imaret Dzamija, fortezza di Samuele (X sec., molto
vasta, 3 km di mura fino al lago).
Sulle sponde del lago è
pure Struga, da dove esce l'emissario, il
fiume Drin, il più lungo d'Albania (qui in Macedonia),
che termina il suo corso presso Scutari.
Molto interessante da visitare,
sulla costa sud-orientale (vicino al confine con l'Albania)
è l'antico (IX sec.) monastero di Sveti Naum. E'
posto in una bella posizione sul lago, con
le montagne che incombono vicine; l'antica
chiesa a croce greca al centro e
le celle dei monaci tutte intorno.
Tornati sul lato albanese del
lago, interessante Pogradec, città turistica per le
sue belle spiagge e
il paese di Lin, posto su un panoramico promontorio lungo
la costa occidentale, che ricorderò sempre per l'arcobaleno
che mi ha regalato. 
Tornando verso Durazzo, non
si può fare a meno di visitare la capitale, Tirana.
Per arrivarci (provenendo dal lago di Ohrid) si lascia poco
dopo Elbasan la valle del fiume Shkumbin e si attraversa un
tratto montuoso.
A Tirana confesso di essermi
fermato davvero poco, comunque, per una sia pur veloce visita,
consiglio di dirigere direttamente verso piazza Skanderbeg,
il cuore della città, dove convergono i principali
viali cittadini. Intorno alla piazza sono la Moschea di Haxhi
Ethem Bey (1794-1823), il
palazzo della cultura (1960-1966), il
museo storico nazionale (con un grande mosaico raffigurante
la lotta per l'indipendenza), e,
ovviamente, la grande statua equestre dell'eroe nazionale
Gjergj Kastrioti Skanderbeg (1405-1468). Tutti monumenti però
meno ammirati delle moto, durante la nostra permanenza.
In conclusione sento di poter
consigliare un viaggio motociclistico in Albania. E' un paese
in rapida evoluzione, con paesaggi naturali splendidi e selvaggi,
e ricca di arte e cultura.
Le infrastrutture sono carenti
(strade soprattutto), ma consentono comunque la visita. E
poi, se tutto il mondo fosse uguale anche da questo punto
di vista, non sarebbe più monotono?
Per entrare in Albania è
necessario il passaporto: il visto si paga direttamente in
frontiera (15 euro) dove si paga anche la tassa di entrata
(10 euro) e, solo se la vostra carta verde non copre l'Albania,
l'assicurazione temporanea (25 euro). "Disifettazione"
gomme obbligatoria all'ingresso (non ricordo se si paga, ma
al massimo sono 2 euro). All'uscita, mostrando il documento
consegnatovi all'entrata (non lo perdete!) pagherete un euro
per ogni giorno di permanenza in Albania.
L'Albania non è il solito
paese dell'Europa occidentale da visitare. Un viaggio in moto
comporta alcune (anche se semplici) precauzioni. Se possibile
non viaggiate da soli nè di notte: io l'ho fatto e
sinceramente non ho percepito alcun problema "ambientale",
ma se lo stesso albergatore mi ha consigliato di non farlo
e non solo per la condizione delle strade, ci sarà
un motivo.
Altro punto da tenere bene a
mente sono le strade: sono in pessime condizioni: in alcuni
tratti semplicemente non ci sono, almeno non secondo i nostri
standard, sostituite da quello che resta di una strada dopo
averci tolto tutto l'asfalto ed averla sottoposta a quello
che sembra un vero e proprio bombardamento. E i segnali stradali
non aiutano molto: vi ricordo l'episodio di una veloce strada
di fondovalle che improvvisamente, dopo un dosso, finiva quasi
nel nulla, tra sassi e buche, senza alcuna segnalazione.
Soprattutto per questo sconsiglio vivamente di viaggiare di
sera: non c'è nessun impianto di illuminazione (nemmeno
i sei fari della mia Gold Wing) che consenta di viaggiare
in sicurezza su certe strade di notte. Spesso inoltre mancano
le strisce bianche di segnalazione del bordo strada e i catarifrangenti
non li ho visti nemmeno sulle pochissime superstrade.
E' anche vero però che la situazione è in continua
evoluzione: p.e., andando verso Valona, all'andata ho incontrato
un tratto sterrato che al ritorno era diventato asfaltato.
E' possibile quindi che tra qualche anno la situazione migliori
molto da questo punto di vista.
La valuta locale è il
Lek: 1 euro è pari a 120 Lek (1 Lek = 0,83 cent). Potete
pagare in euro quasi ovunque, spesso vi daranno il resto in
Lek, applicando tutti questo cambio (almeno quando ci sono
stato io).
La benzina costa meno che in
Italia, circa 130/135 Lek, cioè euro 1,10. I distributori
sono frequentissimi: mi sono chiesto come facciano a sopravvivere
tutti! Altra cosa molto frequente sono i punti di lavaggio
auto: questo penso sia dovuto allo stato pietoso delle strade.
Infatti stranamente le auto di lusso (abbastanza frequenti)
che ho visto sono generalmente pulite: mi chiedo però
quante volte al giorno debbano lavarle per mantenerle così.
Come base consiglio Durazzo,
centrale rispetto al paese, punto di arrivo dei traghetti
dall'Italia (da Bari giornalieri, da Ancona plurisettimanali,
mentre a Valona arrivano da Brindisi). Potreste però
avere delle difficoltà per visitare l'estremo sud (Sarande)
e rientrare in serata: in questo caso è meglio prevedere
un pernottamento più a sud, p.e. a Valona.
A Durazzo ci siamo trovati ottimamente
presso l'albergo Mediterran, vicinissimo al mare, nel centro
storico, con un tranquillo cortile interno
dove parcheggiare le moto in sicurezza. Anche
economico: 30 euro, camera singola spaziosa con balcone vista
moto, mezza pensione.
Durante il viaggio ho utilizzato
la guida del Touring
Club Italiano “Croazia, Slovenia, Bosnia-Erzegovina,
Serbia e Montenegro, Albania, Macedonia”, edita in collaborazione
con “Repubblica”, della collana “L’Europa
e i Paesi del Mediterraneo” (n. 15) uscita in edicola
proprio la settimana prima di partire. Dalla stessa guida
sono tratte alcune delle notizie qui riportate. Precisa e
completa come ogni guida del TCI, anche se non dall’impostazione
motociclistica.
Dello stesso Touring
Club Italiano la cartografia cartacea utilizzata: "Atlante
stradale turistico Europa" (1:900.000) (a spirale, molto
pratico). Nel mio gps non ho le mappe dettagliate dell'Albania,
ma il Garmin 2650 si è comunque dimostrato sufficiente
ad orientarsi anche con la sola cartografia di base.
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