* Una Giornata con il Mito
Cronaca di una giornata del “Mototour delle 3 Nazioni” organizzato dal M.C. Sgarzani – Canonici di Forlì
30 aprile 2012, una giornata che resterà impressa a lungo nella mia memoria di motociclista. Tutto avrei pensato, meno di trascorrere la giornata insieme a una persona che, pur non conoscendola personalmente, mi ha fatto spesso sognare nel leggere le cronache dei suoi viaggi, in sella a una altrettanto mitica Honda Gold Wing 1500 di colore rosso.
Ebbene sì, si tratta di Marcello Anglana, la cui ultima fatica (chiamiamola così) è stata un viaggio avventura in solitario, di 34.000 km, fino a Tokio e ritorno.
Ma, veniamo alla giornata in questione. Tutto è iniziato nel garage dell’Hotel Admiral di Opatija (Croazia). Ero là per un motoraduno, mi stavo preparando per la gita del giorno chiamata dagli organizzatori “Immersi nella Natura – Cielo, Terra, Mare …” quando mi si avvicina Marcello Anglana chiedendomi un passaggio per la giornata, visto che la sua moto (parcheggiata poco lontano) con soli 720.000 Km. sulle spalle, quel giorno, dando la colpa all’alternatore, aveva deciso di prendersi una giornata di meritato riposo, seppure in anticipo di un giorno sulla festività del primo maggio del giorno dopo.
Dopo le prime spiegazioni e i convenevoli di rito, scopro l’identità della persona, dall’aria conosciuta, con cui stavo parlando e inizio a emozionarmi. Ero talmente agitato che al momento di far salire Marcello sul sedile posteriore, perdo l’equilibrio e, ignominiosamente, rovino in terra sul fianco sinistro, trascinando nella caduta anche il Mito. Ci siamo schiantati da fermi.
Fortunatamente nessuno è sembrato essersi fatto male, neanche la moto, per cui dopo questo personale saluto di benvenuto sollevata la moto, concordiamo lo stile di guida e l’assetto che Marcello deve tenere (tre, le alternative possibili: assetto rigido indipendente dai movimenti del guidatore, assetto totalmente accomodante, via di mezzo).
Sulla base della mia esperienza di guida di coppia, pari quasi a zero, decido che la cosa migliore è la via di mezzo; quindi decisi a fare sul serio, risaliamo in sella questa volta correttamente e partiamo confondendoci tra gli altri componenti del maxi-gruppo (quasi 100 persone tra guidatori e passeggeri) alla volta del lago di Lovke, prima tappa della giornata.
Direzione Zagabria, percorriamo l’autostrada solo per un breve tratto, poi ci inoltriamo tra le colline su stradine, strette, malconce e col fondo stradale sporco di ghiaia, soprattutto dietro le curve coperte. Viaggiando prudenti a velocità moderate raggiungiamo la nostra prima meta che si rivelerà essere un laghetto artificiale con la diga in terra battuta. Sostiamo per il pranzo nel vicino ristorante “Eva”, quindi di nuovo in sella tra stradine simili a quelle precedentemente descritte.
Il secondo punto di raduno della giornata è un parcheggio “riservato” sul lungomare della cittàdina di Crikvenica (sulla costa dalmata a 35 Km a sud di Rijeka). Arrivati in città abbiamo grosse difficoltà a trovare l’introvabile punto d’incontro, il parcheggio a noi riservato sul lungomare, e senza volerlo ci ritroviamo tutti, o quasi tutti, al centro di uno anonimo parcheggio di periferia, all’ombra di un “romantico” pilone della tangenziale. Il posto non è bello ma sicuramente è maggiormente identificabile e raggiungibile.
Ci sgranchiamo le gambe andando a piedi verso il lungomare, quindi dopo una breve sosta in un bar ritorniamo verso le moto per l’ultima galoppata della giornata verso Opatija distante 50 Km. circa.
Intanto Marcello, nel corso della giornata, approfittando delle varie soste ha allacciato una serie di contatti telefonici con persone di sua fiducia e officine meccaniche della zona al fine di riparare la moto. Scartate varie ipotesi, resta in piedi quella di riportare la moto in Italia su un carro-attrezzi o un carrello/furgone e farla riparare da un suo amico meccanico che possiede il suo stesso modello di moto.
Riguardo all’assetto tenuto, devo riconoscere che Marcello è un bravo insegnante e ha contribuito fattivamente con i movimenti del corpo ad affrontare correttamente curve anche insidiose. In alcune sentivo addirittura la moto inserirsi in curva da sola senza che io facessi nulla e tutto nella massima sicurezza. La giornata è terminata con alcuni suggerimenti (graditi) per migliorare il mio stile di guida e con una ciliegina sulla torta: il dono del suo ultimo libro (con dedica personale) sul viaggio in Giappone del 2011.
Arrivati alla fine, dopo tante coste chieste mi rimane ancora una domanda da fargli: ma tu Marcello ti sei veramente divertito con me alla guida oggi? Spero tanto di sì.
Grazie mille volte Marcello.
Scritto da Dario Caporali (il pilota della moto, una BMW gs1200, che mi ha dato il passaggio in quella giornata)
Per rispondere alla tua domanda, sì, mi sono divertito (per una volta, da passeggero). Grazie del passaggio, Dario.
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