Ho ripreso la moto dopo alcuni giorni: dopo
tanta strada (quasi 380.000 km), le ho fatto cambiare il motore,
prelevandolo da una moto incidentata con pochi km (16.000).
Strane sono le sensazioni dopo questo "trapianto".
Ho cambiato quello che è l'elemento
più importante della moto, il motore, ma sento che
la moto è, in fondo, ancora lei, la mia fedele compagna
di viaggio degli ultimi otto anni.
Ho la sensazione come se alla moto avessi cambiato
il "cuore", il suo motore appunto. Ma, come di una
persona che ha subito un trapianto di cuore, non si può
certo dire che sia un'altra persona, così la mia moto
mi pare sempre lei.
Ha un nuovo "cuore", un nuovo motore
appunto, più giovane, senza gli acciacchi dei molti
km percorsi, un cuore che promette di seguirmi per tanto tempo
e tanta strada ancora.
Appena l'ho ripresa, è stata proprio
questa la sensazione: di cavalcare sempre la mia moto, con
un cuore nuovo. Di una persona si dice che l'anima non risiede
in un organo in particolare, essendo qualcosa di immateriale.
Ebbene, anche se ovviamente la moto non ha
un'anima, mi piace immaginare che se qualcosa di simile ad
un'anima essa ha, questo qualcosa non è andato via
col vecchio motore, ma è sempre lì, a tenermi
compagnia nei miei viaggi, a saziare la mia insaziabile voglia
di strada; con me a valicare montagne, affrontare curve e
tornanti come lunghi rettilinei; strade strette e tortuose
così come ampie e lunghe autostrade.
Sì: l'anima della mia moto è
ancora lì, e la mia moto è ancora con me.
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