Sabato pomeriggio
ho fatto il solito giro sulla litoranea, in cui il caffè
da prendere era la solita scusa per fare un po' di km
e qualche piega veloce su un bell'asfalto e tra belle
curve.
Il tempo però non era dei migliori e così,
tra la pioggia e l'asfalto un po' bagnato, ho tirato
meno del solito sulle strade conosciute.
Sul luogo dell'incontro con Popy, una pattuglia dei
carabinieri fermava tutte le supersportive che risalivano
la litoranea.
Con me invece (mi ero fermato da solo, per aspettare
Popy) si sono limitati a parlare dei miei viaggi e a
leggere il mio libro che avevo nel bauletto.
Giunto al solito bar, tra le chiacchiere con gli amici
motociclisti, l'occhio mi cade sul tavolino accanto
al mio, con una sedia, vuota.
E mi viene in mente che, proprio lì, la settimana
prima avevo visto un motociclista, felice accanto alla
sua moto, che, ripartiva dopo la sosta per un caffè,
diretto a nord.
Pochi km dopo concludeva la sua corsa e diventava un
... articolo di giornale.
Non do giudizi di valore.
Se fosse un pazzo smanettone, un tranquillo padre di
famiglia che ogni tanto apriva il gas (come in fondo
faccio anch'io), o altro.
So solo che quella sedia vuota mi ha colpito e, per
un attimo, ho avuto il terrore che, un brutto giorno,
potesse la mia sedia restare vuota.
Guidiamo con prudenza, sempre.
A volte non basta, ma, almeno quello che dipende da
noi, cerchiamo di farlo al meglio. |