E’ un caldo pomeriggio d’estate. Sono in ufficio; squilla il cellulare.
E’ uno squillo singolo, si tratta di un sms. Il numero non è tra quelli conosciuti; leggo il messaggio.
Un sorriso si disegna sul mio volto, tanto evidente che il collega mi chiede cosa sia.
E’ un amico che mi scrive da lontano. Forse dire un amico è troppo: non l’ho mai visto, ci ho solo scambiato alcune e-mail.
Ma mi piace considerarlo un amico; è un motociclista che mi scrive da una terra lontana.
Christian è in Turkmenistan e mi ringrazia dell’aiuto che gli ho fornito.
Alcuni mesi fa aveva acquistato il mio libro sul viaggio in Mongolia e pochi giorni fa, diretto anche lui in moto verso quelle lontane terre dell’Asia centrale, mi aveva scritto per chiedermi un posto per lasciare al sicuro la moto la notte, durante il passaggio in Turkmenistan.
Si ricordava infatti che, in quello Stato, un turkmeno (Azat) aveva ospitato la mia moto per la notte.
Gli avevo risposto subito, dandogli il numero di telefono e soprattutto la posizione satellitare della casa di Azat.
E oggi mi ringrazia, scrivendomi un sms proprio dalla casa di Azat, raggiunta “alla perfezione” grazie alle mie precise coordinate.
Ho ricevuto, a mia volta, in diverse occasioni informazioni relative a viaggi da affrontare, da diversi motociclisti che mi hanno preceduto in tanti territori; informazioni di cui sono stato spesso felice e di cui sono loro grato.
Ma è ancora più bello, almeno in questi casi, ricevere che dare; e sono, quindi, molto felice per Christian, per aver contribuito ad un suo passaggio sereno in Turkmenistan.
Ho letto qualche volta la frase: siamo nani sulle spalle di giganti.
Già; molto di quello che facciamo, lo facciamo anche grazie alle informazioni, agli sforzi, al sacrificio (talvolta) di chi ci ha preceduto. Vale anche, almeno in parte, per i viaggi.
Nessuno di noi, quando percorre in moto un territorio, per quanto selvaggio possa essere, è il primo nella storia. E, spesso, il suo viaggio è possibile (o almeno più semplice) solo per le informazioni raccolte, ricevute da altri viaggiatori. Per non parlare di chi ha costruito quelle strade che noi percorriamo.
Oggi ho dato un mio piccolo contributo a chi ha seguito la mia strada, come altri lo hanno dato a me.
Condividere; è questa, in fondo, la ragione del viaggiare? |
dal 12.2.2007