Oggi ho percorso i soliti quasi 43 km per
arrivare in ufficio.
Ma la strada non era la stessa.
Ieri avevo riorganizzato una parte dei report dei miei viaggi
e stamattina, salendo in moto, avevo ancora dentro (nella
mente e nel cuore) un mare di emozioni e di ricordi.
Ed è così che ho cominciato a guardare la strada,
la solita strada, in un altro modo.
Gli svincoli della tangenziale mi hanno ricordato i tornanti
dello Stelvio.
I curvoni veloci dell'inizio della superstrada mi rammentavano
certe superstrade spagnole.
I 16 km di assoluto rettilineo mi ricordavano le autostrade
tedesche, l'unico posto al mondo (aperto a tutti) dove il
limite è dato dal buon senso del pilota e non dalla
legge.
Il viadotto sospeso mi ricordava i ponti della Danimarca.
La spettacolare discesa su Gallipoli mi faceva venire in mente
le tante discese percorse dopo i tanti valichi raggiunti.
Il mare, avvistato alla fine del percorso, mi ricordava quante
volte, agli estremi confini del nostro continente, il mare,
l'oceano, mi aveva ricordato che lì, infine, si fermava
la mia corsa, perché oltre non potevo più andare.
Sì, oggi la strada era la stessa, ma io la guardavo
con occhi diversi. |