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Motoinfinito Nordkapp e Halvarssons Odyssey/Mercury

Fin da quando ho acquistato la Gold Wing (anzi, per essere precisi, dall’anno prima, nel 1997) ho girato in moto con un completo di pelle, l’Atlantis della BMW.
Una tuta fantastica (in due pezzi), l’acqua non è mai passata (ha anche la fodera interna, staccabile, in goretex, ma per l’impermeabilità il giubbotto può perfino farne a meno), molto comoda da indossare, comodissima in moto, portabile anche nel tempo libero, ma, pur sempre una tuta di pelle, quindi col limite che d’estate è troppo calda, oltre al fatto che, con pioggia forte, anche se l’acqua non passa, la pelle si inzuppa e quindi diventa pesante e sgocciola per ore.
L’anno scorso (dicembre 2011) sono quindi passato al sintetico (l’Atlantis è però sempre nel mio armadio, indistruttibile dopo 15 anni). Ho comprato il completo top della Halvarssons, giacca Odyssey e pantaloni Mercury..

HALVARSSONS
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giacca_halvarssons_odyssey


pantaloni_halvarssons_mercury

La giacca e i pantaloni (costo poco più di 1.000 euro) sono di ottima fattura, sembrano molto resistenti e curati nei particolari, ma soprattutto hanno una superficie praticamente perfetta riguardo all’acqua. In pratica, qualunque tipo di pioggia, anche la più violenta e persistente, non gli fa niente; e non parlo tanto dell’impermeabilità (un completo da moto o è impermeabile, o non lo è), assoluta, ma della caratteristica del completo di non inzupparsi per nulla. In pratica, dopo un viaggio anche di ore sotto la pioggia violenta, appendevo la giacca a una sedia e, il tempo di togliermi gli stivali, era già asciutta. Questa caratteristica è resa possibile dallo speciale trattamento della superficie, a nanosfere; per i dettagli vi rimando al sito del produttore/venditore.
Nell’uso in moto ad alte velocità, inoltre, non sbattono quasi per niente al vento, quasi come la pelle.
Esaminiamo ora i difetti. Il completo è piuttosto “rigido”, rendendolo quindi un po’ scomodo nell’uso quotidiano. Io provengo da 14 anni di giubbotto di pelle, quindi da questo punto di vista sono “viziato”, ma mi sembra che sia davvero un po’ troppo rigido. In particolare io mi sono trovato male per quanto riguarda il colletto della giacca che spesso è proprio insopportabile (soprattutto se non fa freddo). Per ridurre l’inconveniente, ho applicato un bordino di pelle (come quello esistente sui polsini); in questo modo ho ridotto il fastidio sul collo, ma quello dovuto alla rigidità del colletto rimane.
2 foto del colletto modificato: www.gold-wing.it/moto/giubbotto1109.jpg - www.gold-wing.it/moto/giubbotto1106.jpg
Un altro difetto è nelle maniche: la parte finale (altezza polso), se tenuta tutta aperta, come faccio normalmente quando fa caldo, con i guanti estivi traforati all'interno della giacca (e non all'esterno come faccio con gli altri guanti, non in estate), tocca contro l'estremità delle manopole del manubrio. La cosa dà un po' fastidio, a causa della maggiore rigidità del tessuto rispetto alla pelle (del precedente giubbotto), ma non è grave. Inoltre, poichè la manica è abbastanza lunga (ho la 52, perchè la 50 mi stava stretta di torace e spalle), sempre la parte finale delle maniche (solo se, come detto prima, è completamente aperta per fare entrare aria) a volte si impiglia tra polso della mano e manopole (anche per la già ricordata maggiore rigidità): questo è più fastidioso e anzi lo considero un po’ pericoloso per la guida.
Infine il difetto delle tasche. Forse per la rigidità nel materiale esterno usato, forse per una caratteristica della fodera interna e/o delle zip, capita spesso che la zip si impigli nella fodera delle tasche. Questa è una delle cose più fastidiose che possano capitare a un motociclista. Vi immaginate di aver messo la chiave della moto in tasca, di aprire la stessa per riprendere la chiave e ripartire e… vedere che la zip si blocca impigliata nella fodera impedendovi di rientrare in possesso della vostra chiave! Credo che in quella circostanza, anche il motociclista più calmo rischierebbe di scomodare qualche santo! Inaccettabile un difetto del genere, soprattutto su un capo che certo economico non è. Ma i progettisti credono forse che le tasche stiano lì solo per bella figura? Il difetto è talmente ricorrente che, anche se dopo i primi “impigli” sono stato piuttosto attento, la fodera di una tasca si è strappata e a quel punto ho perso proprio la pazienza: ho buttato la giacca in fondo ad un armadio e ne ho comprata un'altra!
Quest’ultimo difetto mi ha però permesso di… scoprirne un altro, anche se non connesso direttamente al completo in sé: l’assistenza. Quando compro qualcosa, non compro solo un oggetto materiale, ma anche qualcosa di immateriale, pur se importante: l’assistenza. Difficilmente un oggetto è talmente perfetto e duraturo da non aver mai bisogno di assistenza, quindi anche tale aspetto va considerato.
Strappata una tasca, quindi, ho deciso di rimandarla alla fabbrica perché, innanzitutto, la riparassero (o sostituissero) e poi, possibilmente, trovassero un sistema per evitare che l’inconveniente si ripeta. Era fine maggio quando ho chiesto la prima volta al negozio dove ho comprato il completo di contattare la fabbrica per rispedire il tutto e risolvere il problema. Solo a settembre la casa ci ha risposto e non certo per colpa del rivenditore (che si è sempre dimostrato gentilissimo, disponibile e professionale), dopo aver fatto capire per mesi che del problema gli interessava poco e ancor meno del mercato italiano, che per loro conta poco.
Ma io, lo sapete, sono testardo e insistente, al limite della umana sopportazione e quindi, ho insistito. Alla fine anche gli svedesi hanno ceduto e hanno acconsentito a riprendersi il completo per le verifiche del caso. Mi hanno mandato un corriere che ha preso al mio domicilio la scatola che avevo preparato (contenete tutto) e dopo poche settimane mi hanno rispedito il tutto, sostituendo la giacca con una nuova (come da mia richiesta, mi hanno riapplicato il bordino di pelle che avevo messo al colletto: certo, potevano anche “sprecarsi” e usare la stessa pelle dei loro polsini: che gli costava?) e restituendo i pantaloni senza cambiare nulla. Le due schede di accompagnamento allegate le potete leggere qui: Giacca - Pantaloni
La traduzione dovrebbe essere (52 è la misura della mia giacca), per la giacca:
“52 -1 52 1. Scambio. Cerniere rotte e tasca. Cambieremo il collo come quello che è stato inviato. Aggiunta di un bordo di pelle, come ad esempio sul polso.”
Per i pantaloni:
“Mercury, 585600-00/56. La zip facilmente viene catturata su entrambe le tasche.”
Praticamente mi hanno detto: Ti abbiamo sostituito la giacca con una identica nuova: adesso stati attento alle zip e non rompere più! I pantaloni invece vanno bene così.
Come giudicare un simile comportamento? Insomma, il “minimo sindacale”.
Ma il difetto più grave è l’utilizzabilità alle alte temperature. Ottima d’inverno (grazie anche allo strato interno isolante, asportabile (sia nella giacca che nei pantaloni), che si può usare secondo necessità, ottima anche nelle mezze stagioni (che notoriamente… non esistono perché si passa spesso dal freddo al caldo e viceversa), insopportabile d’estate.
Già a maggio ho dovuto togliermela di dosso: insopportabile, non dico oltre i 30° gradi, ma già quando la temperatura si avvicina a tale limite. Il suo problema è che, essendo una “semplice” due strati, lo strato esterno ingloba la membrana impermeabile che, pur essendo traspirante, col caldo miracoli non può fare (lo strato interno è il citato strato termico). E non risolve il problema la presa d’aria posteriore. E’ possibile che, su moto meno carenate, con piloti meno sensibili al caldo, il problema sia minore, ma io non la sopporto!
A malincuore quindi (1.000 euro spesi non sono poca cosa), ho appeso il completo nell’armadio e ho deciso di trovare un’alternativa. :) .


Archiviata quindi la Halvarsson, ho acquistato il completo NordKapp della Motoinfinito (circa 700 euro).

MOTOINFINITO
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giacca_halvarssons_odyssey

La NordKapp presenta una caratteristica che è, secondo me, la sua arma vincente: è una tre strati.
La giacca è composta da uno strato traforato, che è il cuore del capo, perché ne contiene le protezioni (gomiti, spalle e paraschiena), uno esterno impermeabile e traspirante, uno interno termico. I pantaloni hanno solo due strati (non hanno lo strato termico) simili alla giacca (anche se il traforato è, per ovvi motivi, non completamente traforato).
In questo modo il completo è utilizzabile praticamente con tutte le temperature, da 0° a oltre 40°. Se fa caldo, si indossa solo il traforato; si è comunque protetti, Perché le protezioni sono incorporate (comunque estraibili), ma finalmente si respira e abbiamo un capo veramente estivo, non un compromesso. Se rinfresca, possiamo scegliere se indossare lo strato interno termico o oppure quello esterno impermeabile; se piove, indossiamo subito quello esterno impermeabile; indossando tutti e tre gli strati, la giacca è nella sua conformazione invernale, per affrontare freddo e pioggia senza problemi.
Come detto prima, i pantaloni non hanno lo strano interno termico, ma non ne sento la mancanza, poichè hanno delle comode prese d’aria che permettono di estenderne il range di utilizzo dai 40° (con tutto aperto) a 10° o anche meno. Per temperature più rigide (oltre che ovviamente in caso di pioggia), è meglio indossare (sopra al traforato) lo strato esterno impermeabile e antivento. Se fa molto freddo, è comunque sempre possibile indossare qualcosa sotto (p.e. una calzamaglia), ma sulla mia moto (molto protettiva) non ne sento la necessità.
Un altro pregio è la qualità delle protezioni; pur essendo omologate, sono morbidissime, assolutamente non fastidiose (le uso ogni giorno andando in ufficio), ben adattabili. Per darvi un’idea di quanto sono comode e non “invadenti”, il paraschiena (integrato, anche se optional) è l’UNICO paraschiena che io sopporti indossare (e sì che ne ho provati tanti!). Anche le protezioni alle ginocchia (dello stesso materiale) sono molto comode e anche queste sono le uniche che io sopporto in moto, ma il loro problema è che, sceso dalla moto, non le sopporto più; quindi, poiché per me andare in moto non è solo guidare (perfino io a volte mi fermo e vado in giro a piedi ), ho deciso di toglierle.
Continuando con gli aspetti positivi, il tessuto è morbidissimo (praticamente l’opposto della Halvarsson citata sopra), gradevole al tatto, perfettamente indossabile e per niente “invasivo”. C’è anche la versione da donna, con un taglio più “sagomato”.
Nei pantaloni “interni”, molto comoda la leggera imbottitura sotto il cavallo e il sedere, che migliora anche la traspirazione (piccoli fori presenti sotto).
Lo strato esterno dei pantaloni ha una zip (protetta) molto pratica (per tutta la lunghezza dei pantaloni), che permette di indossarlo comodamente anche con gli stivali indossati.
Molto bella l'imbottitura interna della giacca che si può indossare da sola ed è double face.
La "stratificazione" (togliere e soprattutto metterei 3 strati della giacca e i 2 dei pantaloni) è un po' laboriosa, ma niente di impossibile. In ogni caso, se si ha fretta, si può indossare lo strato esterno sopra a quello interno senza perdere tempo a unirlo con le apposite zip e cerniere: mantiene lo stesso.
Ma anche questo capo ha dei difetti, che però, vi anticipo, non mi impediscono di giudicarlo il miglior completo da moto in circolazione, valutando tutti gli aspetti (almeno secondo il mio metro di giudizio, da moto viaggiatore in tutti i climi e ambienti e utilizzatore della moto anche sul quotidiano percorso casa-ufficio).
Il tessuto sembra un po’ “delicato”; probabilmente anche a causa della sua morbidezza e comodità, credo che, negli anni, abbia una durata inferiore a quella di altri capi più “tradizionali”. Non mi riferisco tanto alla resistenza all’abrasione in caso di caduta (non ho elementi per valutarla, ma mi sembra adeguata), quanto proprio all’usura di anni e anni di uso continuo.
Il tessuto esterno (anch’esso piuttosto morbido e comodo) mi sembra anch’esso un po’ delicato, soprattutto nella zona delle termosaldature al cavallo dei pantaloni. Testandolo nel mio viaggio di luglio di 16 giorni in Irlanda e Man (dove, anche se ho trovato tempo complessivamente buono, non sono ovviamente mancati giorni di pioggia), non è mai passata acqua (né è successo prima in Italia), ma il fatto stesso che la casa consigli di non usare i jeans sotto allo strato esterno, ma solo i suoi pantaloni interni (perché il jeans, con la sua ruvidezza, potrebbe rovinare lo strato esterno) fa pensare che non sia il massimo della resistenza. Consiglio quindi anch’io di non usare mai i jeans sotto lo strato esterno dei pantaloni, ma di usare quest’ultimo solo con i pantaloni (traforati) dedicati; in questo modo non è mai passata una sola goccia d’acqua, nemmeno durante i temporali più violenti e lunghi.
Altri piccoli difetti, soprattutto agli occhi di un “pignolo” come me.
Il colletto presenta una piccola estensione per chiuderlo meglio, con un velcro. Tale pezzo di tessuto ha un velcro maschio sulla parte “esterna” (quella che sporge rispetto al colletto), uno “femmina” su quella “interna” (quella cucita al corpo colletto, rivolta comunque ovviamente verso l’esterno). In tale configurazione capita spesso che il velcro maschio si impigli sulla maglietta che indossiamo sotto il traforato (ovviamente non giriamo a petto nudo :) ), rischiando di rovinarlo. Sarebbe opportuno invertire i velcri (tra maschio e femmina) per ridurre l’inconveniente. Meglio ancora sarebbe sostituire il velcro con un bottoncino a pressione, che eliminerebbe alla radice tale inconveniente. Anzi, per essere ancora più radicali, mi chiedo, ma… a cosa cavolo serve questa striscia di tessuto?! Mi sembra inutile una simile chiusura su un capo traforato, quindi da utilizzare solo quando fa caldo! Sarebbe meglio abolire completamente tale chiusura supplementare, affidando la chiusura del colletto alla semplice zip.
Le zip delle maniche presentano il pendente che… pende. Questo è fastidioso soprattutto quando le zip sono chiuse, poiché va leggermente a sbattere contro il polso. Si tratto di un materiale leggero e morbido, ma è comunque fastidioso, anche solo da vedere; sarebbe opportuno adottare un sistema (come quello presente sulla citata Halvarsson) che permette di bloccare tali zip sulla cerniera, mediante piccoli magneti incorporati.
Le tasche della giacca traforata sono appena sufficienti. Ce n’è una a destra (sul petto, accessibile anche dall’interno) e una a sinistra (in analoga posizione). Quando ci si mette portafoglio, portadocumenti, carta e penna, chiavi di casa e della moto… lo spazio è finito (e il cellulare lo porto alla cintura, altrimenti bisognerebbe trovare spazio anche per quello). Invece, indossando lo strato esterno, le tasche vanno bene, perché si possono utilizzare anche quelle di questo strato supplementare.
La lunghezza dello strato interno di giacca e pantaloni è eccessiva. Infatti, indossando lo strato esterno, può capitare che quello interno sporga leggermente. Credo che questo debba essere in ogni modo evitato, anche perché, essendo lo strato interno un capo prettamente estivo, non serve che mi vado a coprire tutto il polso o la caviglia (per ripararmi da freddo o spifferi) perché il problema è proprio l’opposto (il caldo); né credo che accorciare giacca a pantaloni sia pregiudiziale per la sicurezza; parliamo di appena due cm, o meno. Segnalo però che nel giubbotto traforato è presente una cinghia (per ogni braccia naturalmente) di regolazione; è possibile che, usandola, questo difetto si attenui (o scompaia): io però non sopporto tali regolazioni (mi stringono) e lascio sempre tutto allentato. Credo comunque che, anche in tale posizione, il giubbotto dovrebbe calzare meglio, cioè più corto e ritengo quindi questo un difetto.
Riguardo ai pantaloni, sono venduti con delle bretelle, per fortuna staccabili (con una zip): io infatti non le sopporto. Queste sono valutazioni personali, ma credo sia comunque una limitazione non aver predisposto dei passanti, per utilizzare i pantaloni anche con la cintura. E’ pur vero che, essendo un due strati, ci sarebbe il problema di come fare a coesistere la cintura, indossata sullo strato interno, con lo strato esterno, che andrebbe collegato all’interno con dei bottoni a pressione, posti proprio dove andrebbe la cintura. Io non rinuncio alla cintura e mi sono fatto modificare i pantaloni, facendo inserire(dal produttore) 4 passanti (sullo strato interno). Ma è una soluzione di ripiego, perché, quando indosso lo strato esterno, i bottoni di collegamento interferiscono con la cintura, anche se, usandone una sottile, riesco a collegare tali bottoni, appena al di sopra della cintura. Credo che una soluzione ottimale sarebbe predisporre dei passanti abbastanza robusti e posizionati nei punti adatti e mettere i bottoni di collegamento proprio sui passanti: in questo modo la cintura non interferirebbe mai con i pantaloni esterni e sarebbe rimessa alla libera scelta del motociclista (in base alle sue preferenze) se usare cintura, bretelle o nulla (i pantaloni, infatti, si mantengono su abbastanza anche senza nulla, avendo un bordo elastico).
Infine un cenno sull’assistenza: praticamente perfetta. Qualunque dubbio o problema, l’assistenza c’è. Anche questo è un vantaggio di comprare un capo italiano, in cui puoi esprimerti (nella tua lingua) direttamente col produttore. Ma, a parte questo (ci sono ovviamente tanti capi da moto italiani), ho apprezzato molto la disponibilità del produttore ad ascoltare e a venire incontro alle mie esigenze.
Non lasciatevi impressionare dai numerosi difetti trovati: come mia abitudine, sono stato molto pignolo e severo nella prova. Complessivamente, però, considero il completo NordKapp come la migliore scelta possibile, soprattutto per un motociclista che usa la moto nelle condizioni più diverse, anche giornalmente. Spero che possa migliorare ancora, correggendo i difetti descritti.

Lecce, 16.10.2012


Aggornamento del 9.1.2013

Aggiungo ai pregi e difetti descritti prima, un paio di difetti della giacca NordKapp che ho riscontrato utilizzandolo d'inverno (la giacca l'avevo comprata in primavera).
1) Il polsino dell'imbottitura interna "allungato" (in pratica diventa un mezzo guanto), pur se ottimo contro gli spifferi e tiene ancora più caldo il polso) io non lo sopporto, tant'è che l'avvolgo sempre dentro la giacca; così facendo, però, crea troppo spessore e mi dà fastidio. Ieri l'ho eliminato: l'ho fatto scucire dalla mia sarta e ora va meglio.
2) Il velcro sul polsi esterni è posto in modo insolitamente stretto, come se avessi i polsi di un bambino denutrito. In pratica è impossibile stringere completamente il polso, come sembrerebbe invece suggerire la posizione del velcro; fin qui poco male, vorrebbe dire che ci sono alcuni cm di velcro inutilizzabile. Il problema è che non c'è abbastanza lunghezza di velcro per consentire la posizione del polso "tutto aperto", come si tiene normalmente la giacca quando si passeggia o quando fa caldo. In questa posizione, infatti, il velcro prende solo per pochi cm e a volte si apre.
Per il resto confermo che è ottima e ne sono soddisfatto, anche perchè, più che la migliore, è... l'unica con le caratteristiche che cerco.

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