Alcuni viaggi nascono per caso, ma poi assumono
una motivazione profonda.
Deciso che voglio arrivare in Medio Oriente, il
primo problema è la Libia. Superate le difficoltà
per ottenere il visto e procurarmi la guida obbligatoria,
la Libia blocca i visti per tutti i cittadini
europei e quindi non posso raggiungere l'Egitto
come programmato. Elaboro quindi un itinerario
alternativo.
Raggiungerò l'Egitto non da ovest (Libia), ma da
est (Giordania), provenendo da Turchia e Siria; poi
tornerò indietro, come programmato, attraverso
questi Stati, oltre a Israele e Libano. 12.000 km in
22 giorni, 12 Stati, 24 confini. Tutto via terra.
Questo imprevisto aumenta la mia determinazione
a compiere il viaggio; anzi, sento che gli sta
dando un senso ancora maggiore, perché ormai
assume l’aspetto di un viaggio attraverso la “Terra
Proibita”.
Infatti, nel percorso dall’Egitto alla Turchia, io
voglio passare anche da Israele. Ed è proprio
Israele il problema più grosso del viaggio; o
meglio, il problema è la Siria. I due Stati, infatti,
sono formalmente ancora in guerra e la Siria non
riconosce Israele.
Questa “negazione di Israele” da parte della Siria
giunge al punto che, se sul passaporto del viaggiatore c’è traccia di un passaggio in Israele, la Siria
non lo accetta nel proprio territorio e quindi lo
respinge alla frontiera!
Ecco quindi il perché di un tale titolo al mio viaggio:
la “Terra Proibita”. Ma certi divieti io non li
accetto; con la moto, simbolo di libertà, voglio
aggirare tali proibizioni e, pur consapevole del
rischio, è questo che cercherò di fare. Oltre i
divieti. Divieti da violare. |